Snapchat prepara l’Ipo da 3 miliardi a Wall Street
Snap ha un messaggio per Wall Street che non scomparirà nel giro di poche ore: la sua Ipo è alle porte e potrebbe valutare la società fino a 25 miliardi di dollari. La casa madre del servizio di messaggistica virtuale Snapchat, popolare nell’era della privacy su Internet per la sparizione automatica di testi e immagini nel giro d’una giornata, è pronta a un debutto che lasci un segno permanente. Che diventi cioè il più grande e atteso sbarco da quello di Alibaba nel 2014 e, per i social network, di Twitter l’anno precedente.
Snap farà anche da apripista a un nuovo e selezionato gruppo di start up tecnologiche dalla valutazione multimiliardaria - a cominciare da Uber - che oggi - o domani - potrebbero tentare la fortuna sul mercato attirati dalla corsa degli indici azionari: Snap ha indicato che vorrebbe rastrellare almeno 3 miliardi dal collocamento iniziale e la sua valutazione equivale a ben 13 milioni per dipendente, seppur lontana dai 23 milioni di un affermato colosso dei social network quale Facebook.
Nella documentazione depositata presso la Sec, il cosiddetto filing S1, Snap dà i numeri del suo sviluppo in cinque anni di vita: 158 milioni di utenti quotidiani attivi al quarto trimestre del 2016, in aumento del 48% rispetto al 2015. Le entrate si sono moltiplicate di circa sette volte a 404,5 milioni l’anno scorso rispetto ai 58,7 milioni del 2015. Nel quarto trimestre i ricavi medi per utente sono stati di 1,05 dollari contro i 31 centesimi dello stesso periodo dell’anno precedente, an- che se sempre distanti dai 7 dollari di Facebook.
La società, a fronte di questa crescita, rimane tuttavia in forte perdita: il passivo netto degli ultimi dodici mesi è stato superiore alle vendite, un buco di 514,6 milioni, peggiorato dai 372,89 milioni del 2015. «Abbia- mo subito una perdita operativa in passato, ci aspettiamo di incorrere in una perdita operativa nel futuro e potremmo non raggiungere mai o mantenere la redditività», ammette il documento dell’Ipo.
Il collocamento, al Nyse, dovrebbe lasciare il gruppo equanimemente nelle mani dei fondatori Evan Spiegel e Bobby Murphy, amministratore delegato e direttore tecnologico: i due emetteranno solo azioni senza diritto di voto. La documentazione era stata originalmente presentata alla Sec nel novembre scorso sotto le regole di confidenzialità del Jobs Act, la legge che agevola la quotazione di nuove società sotto il miliardo di dollari di fatturato. Adesso il messaggio di Snapchat vuole essere pubblico e quotato.