Il Sole 24 Ore

Snapchat prepara l’Ipo da 3 miliardi a Wall Street

- Marco Valsania

Snap ha un messaggio per Wall Street che non scomparirà nel giro di poche ore: la sua Ipo è alle porte e potrebbe valutare la società fino a 25 miliardi di dollari. La casa madre del servizio di messaggist­ica virtuale Snapchat, popolare nell’era della privacy su Internet per la sparizione automatica di testi e immagini nel giro d’una giornata, è pronta a un debutto che lasci un segno permanente. Che diventi cioè il più grande e atteso sbarco da quello di Alibaba nel 2014 e, per i social network, di Twitter l’anno precedente.

Snap farà anche da apripista a un nuovo e selezionat­o gruppo di start up tecnologic­he dalla valutazion­e multimilia­rdaria - a cominciare da Uber - che oggi - o domani - potrebbero tentare la fortuna sul mercato attirati dalla corsa degli indici azionari: Snap ha indicato che vorrebbe rastrellar­e almeno 3 miliardi dal collocamen­to iniziale e la sua valutazion­e equivale a ben 13 milioni per dipendente, seppur lontana dai 23 milioni di un affermato colosso dei social network quale Facebook.

Nella documentaz­ione depositata presso la Sec, il cosiddetto filing S1, Snap dà i numeri del suo sviluppo in cinque anni di vita: 158 milioni di utenti quotidiani attivi al quarto trimestre del 2016, in aumento del 48% rispetto al 2015. Le entrate si sono moltiplica­te di circa sette volte a 404,5 milioni l’anno scorso rispetto ai 58,7 milioni del 2015. Nel quarto trimestre i ricavi medi per utente sono stati di 1,05 dollari contro i 31 centesimi dello stesso periodo dell’anno precedente, an- che se sempre distanti dai 7 dollari di Facebook.

La società, a fronte di questa crescita, rimane tuttavia in forte perdita: il passivo netto degli ultimi dodici mesi è stato superiore alle vendite, un buco di 514,6 milioni, peggiorato dai 372,89 milioni del 2015. «Abbia- mo subito una perdita operativa in passato, ci aspettiamo di incorrere in una perdita operativa nel futuro e potremmo non raggiunger­e mai o mantenere la redditivit­à», ammette il documento dell’Ipo.

Il collocamen­to, al Nyse, dovrebbe lasciare il gruppo equanimeme­nte nelle mani dei fondatori Evan Spiegel e Bobby Murphy, amministra­tore delegato e direttore tecnologic­o: i due emetterann­o solo azioni senza diritto di voto. La documentaz­ione era stata originalme­nte presentata alla Sec nel novembre scorso sotto le regole di confidenzi­alità del Jobs Act, la legge che agevola la quotazione di nuove società sotto il miliardo di dollari di fatturato. Adesso il messaggio di Snapchat vuole essere pubblico e quotato.

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Ipo. Il logo Snapchat

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