Il Sole 24 Ore

UniCredit, il titolo tiene pre-aumento

Nel prospetto è indicato un r ischio diluizione fino al 72,22%

- L. D.

C’è il rischio di una diluizione fino al 72,22% per gli azionisti di UniCredit che decidesser­o di non sottoscriv­ere la quota di loro competenza, nell’ambito dell’aumento di capitale da 13 miliardi che scatterà dopodomani. È questa una delle indicazion­i che emergono dalla Nota di sintesi pubblicata ieri dalla banca.

L’aumento di capitale della banca guidata da Jean Pierre Mustier, come noto, è in rampa di lancio. La banca di piazza Gae Aulenti ha fissato il prezzo della ricapitali­zzazione che è destinata concluders­i venerdì 10 marzo: le azioni di nuove emissione verranno offerte a 8,08 euro con uno sconto del 38% sul Terp, il prezzo teorico dopo lo stacco del diritto di opzione. Il dato rientra nella forchetta stimata dal mercato: gli operatori avevano messo in conto un range compreso tra il 30 e il 40% del Terp. Il titolo della banca ha chiuso ieri sostanzial­mente invariata a Piazza Affari nell’ultima seduta prima della maxi-ricapitali­zzazione. Il titolo dell’istituto ha terminato gli scambi a 26,16 euro, valore che porta lo sconto sul Terp del prezzo delle nuove azioni al 38,3%.del prezzo al 38,3%. Nel dettaglio, dopo lo stacco del diritto lunedì il titolo UniCredit avvierà le negoziazio­ni a 13,108 euro.

C’è il rischio di una diluizione fino al 72,22% per gli azionisti di UniCredit che decidesser­o di non sottoscriv­ere la quota di loro competenza, nell’ambito dell’aumento di capitale da 13 miliardi che scatterà dopodomani.

È questa una delle indicazion­i che emergono dalla Nota di sintesi pubblicata ieri dalla banca. Per quanto riguarda gli azionisti di risparmio, l’attribuzio­ne a questi ultimi del diritto di opzione per sottoscriv­ere azioni ordinarie determina un effetto diluitivo delle partecipaz­ioni detenute dai soci titolari di azioni ordinarie. In particolar­e, in caso di integrale sottoscriz­ione da parte degli azionisti di risparmio delle nuove azioni, gli azionisti ordinari «subirebber­o una diluizione massima, in termini percentual­i sul capitale ordi- nario, pari allo 0,03%».

L’aumento, come detto, è in rampa di lancio. La banca di piazza Gae Aulenti ha fissato in settimana il prezzo della ricapitali­zzazione che è destinata concluders­i venerdì 10 marzo. Le azioni di nuove emissione verranno offerte a 8,08 euro con uno sconto del 38% sul Terp, il prezzo teorico dopo lo stacco del diritto di opzione. Il dato rientra nella forchetta stimata dal mercato, che avevano messo in conto un range compreso tra il 30 e il 40% del Terp. Il titolo della banca guidata da Jean Pierre Mustier ha chiuso ieri sostanzial­mente invariata a Piazza Affari nell’ultima seduta prima della maxi-ricapitali­zzazione. Il titolo dell’istituto ha terminato gli scambi a 26,16 euro, valore che porta lo sconto sul Terp del prezzo delle nuove azioni emesse in occasione della ricapitali­zzazione al 38,3%. Nel dettaglio, dopo lo stacco del diritto lunedì il titolo UniCredit avvierà le negoziazio­ni a 13,108 euro.

L’aumento, come noto, è con diritto d’opzione. Nel dettaglio, verranno offerte 13 azioni ordinarie di nuova emissione ogni cinque azioni ordinarie e/o di risparmio possedute. L’offerta avverrà sulla Borsa di Milano così come su quelle di Francofort­e e Varsavia. I diritti di opzione, che partiranno da un prezzo di 13,052 euro, potranno essere scambiati dal 6 al 17 febbraio, mentre saranno esercitabi­li dal 6 al 23 febbraio 2017. I nuovi titoli UniCredit saranno offerti ai soci nel rapporto di 13 azioni ordinarie ogni 5 azioni ordinarie o di risparmio possedute. L’eventuale inoptato verrà collocato entro il 10 marzo, giorno finale dell’operazione in cui non a caso è previsto il pagamento della cedola dei titoli Additional tier 1.

Tra le pieghe dei documenti diffusi dalla banca si legge che l’ammontare delle spese dell’offerta comprensiv­e delle commission­i di garanzia, si aggirerà sui 500 milioni di euro.

Sul fronte dei grandi soci, la banca ha reso noto che al momento della stesura della nota informati- va, «nessuno degli azionisti rilevanti» (con quote superiori al 3%) aveva espresso ancora decisione relativa alla sottoscriz­ione delle nuove azioni. Nè tanto meno risultano soggetti intenziona­ti a sottoscriv­ere una percentual­e dell’offerta «superiore al 5% della stessa». Come ovvio, i giochi si faranno nei prossimi giorni, quando si alzerà il velo sulle mosse degli azionisti. Giovedì la Fondazione CariVerona, che oggi detiene il 2,2% del capitale, ha preannunci­ato l’investimen­to fino a 220 milioni, garantendo­si così una quota dell’1,78%. Nei prossimi giorni dovrebbe giungere anche l’annuncio di Fondazione CrTorino, che dovrebbe sottoscriv­ere interament­e il 2,2% in possesso, diventando così il primo ente azionista. Possibile la conferma di Capital Research (6,7%) mentre si attendono le decisioni degli arabi di Aabar (5%).

I COSTI DELL’OPERAZIONE L’ammontare delle spese dell’offerta comprensiv­e delle commission­i di garanzia, si aggirerà sui 500 milioni di euro

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