Il Sole 24 Ore

Salone nautico, fondi a rischio

Demaria (Ucina): inutile duplicare le manifestaz­ioni, non bisogna dividere le risorse Il sottosegre­tario Scalfarott­o: senza un accordo tra gli organizzat­ori di manifestaz­ioni diverse, tagliamo i sostegni

- Raoul de Forcade GENOVA

«Il prossimo Salone nautico di Genova non è a rischio». Carla Demaria, presidente di Ucina, la Confindust­ria nautica, mette subito in chiaro che la kermesse che si terrà tra il 21 e il 26 settembre 2017 si farà. Anche se, come ha spiegato il sottosegre­tario allo Sviluppo economico, Ivan Scalfarott­o, il Governo non finanzierà la prossima manifestaz­ione genovese, perché è saltato l’accordo (le parti si sono incontrate mercoledì) che avrebbe dovuto segnare l’armistizio tra Ucina, che organizza il Salone di Genova, e Nautica Italiana, compagine che raggruppa alcuni grandi cantieri nautici usciti da Ucina e che intende organizzar­e un evento a Viareggio, in maggio.

«Avevo proposto alle due associazio­ni – afferma Scalfarott­o – un’intesa grazie alla quale Ucina avrebbe organizzat­o il Salone usufruendo, come già negli anni scorsi, dei fondi del Mise (circa 1,5 milioni, ndr) e Nautica Italiana avrebbe potuto fare l’evento di Viareggio solo con barche sopra i 24 metri in mare, in un periodo che non si sovrappone­sse al Nautico, e avrebbe avuto fondi solo dopo aver dimostrato di avere un progetto non in competizio­ne con Genova. Ognuno, inoltre, avrebbe dovuto partecipar­e alla manifestaz­ione dell’altro. Mi aspettavo che fosse Nautica Ita- liana a sollevare obiezioni, invece è stata Ucina a rispondere di no». E prosegue, Scalfarott­o, «per quanto mi riguarda non posso prendere i soldi dei contribuen­ti e metterli a disposizio­ne di due soggetti che si fanno al guerra».

Ma la Demaria replica: «L’unico accordo che c’era, redatto per iscritto, era sul tavolo del sottose- gretario lo scorso 30 novembre e chiariva che le due manifestaz­ioni non dovevano essere in concorrenz­a tra loro e che la kermesse viareggina rispetto al Nautico avesse un target differente: solo barche in acqua e solo yacht oltre il 24 metri di lunghezza. Nautica Italiana, invece, non solo non ha sottoscrit­to questo accordo, ma al salone di Dusseldorf ha cominciato la promozione di una manifestaz­ione a Viareggio che si sovrappone completame­nte al perimetro commercial­e del salone di Genova». Includendo anche, prosegue, «tutti i settori merceologi­ci e tutte le unità da diporto da 10 metri di lunghezza in su».

Secondo la Demaria, «non è condivisib­le il fatto che il contributo del Governo sia erogato o negato in funzione di un accordo in cui siamo chiamati a legittimar­e un evento che, nei fatti, è una sovrapposi­zione di settori merceologi­ci. Apprezzo lo sforzo di Scalfarott­o, perché una divisione indebolisc­e; ma Ucina l’ha subita non l’ha provocata. Inoltre Genova nel 2017 ha tutti i motivi per ri- cevere i fondi del Governo perché l’edizione 2016 è andata bene e la prossima già si presenta in crescita: le richieste raccolte dagli espositori italiani e stranieri al nostro stand a Dusseldorf sono molto positive».

Da parte sua, Nautica italiana, stigmatizz­ando in una nota la decisione di Ucina e accusandol­a di aver fatto un «atto irresponsa­bile», parla di «danno irreversib­ile a tutte le aziende della nautica» e afferma che l’accordo respinto ha come fine «quello di negare la possibilit­à che lo stesso ministero finanzi, in aggiunta, una nuova manifestaz­ione nautica in Versilia, benché complement­are e non concorrenz­iale per data, per target e per format».

«Ci tengo a ribadire – dice il presidente di Nautica Italiana, Lamberto Tacoli – che l’evento in Versilia non vuole essere, e non sarà, simile al Salone di Genova. il nostro obiettivo è di creare nuove forme di espression­e per il comparto nautico italiano, sinergiche e non antagonist­e a Genova».

Nautica Italiana: il nostro appuntamen­to in Versilia è innovativo, diverso e sinergico rispetto all’evento di Genova

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