Facebook, Amazon e Google stud
I provider online si preparano a entrare nel mondo dei servizi finanziari, aprendo nuovi scenari
Stanno arrivando. Il numero uno di JP Morgan Jamie Dimon l’aveva scritto ai suoi azionisti già nel 2015: «Silicon Valley is coming», riferendosi soprattutto al proliferare delle “fintech”, start up tecnologiche focalizzate sui servizi finanziari. Ora però a scaldare i motori sono i pesi massimi. Colossi come Amazon, Facebook, Apple, Google o i cinesi di Alibaba che possono contare su ingenti risorse finanziarie e su grandi bacini di utenti fidelizzati di cui già maneggiano un’infinità di dati. Facebook ha da poco ottenuto in Irlanda una licenza per l’emissione di moneta elettronica e servizi di pagamenti e secondo alcune indiscrezioni starebbe valutando l’acquisto di fintech specializzate in trasferimento di denaro. Facebook potrebbe quindi esportare in Europa il sistema di pagamenti tra utenti di Facebook messanger già attivo negli Stati Uniti. In America Amazon ha da poco presentato una carta di credito, in partnership con Jp Morgan, per i suoi clienti “prime”. Sono avvisaglie. Se questi giganti decidessero di puntare sul settore dei servizi finanziari, avrebbero spazi di crescita ben più ampi. Una ricerca di Accenture (vedi tabella e intervista) mostra come ci sia grande interesse verso la possibilità di affidarsi ai colossi web per servizi appannaggio del sistema bancario tradizionale. Entro gennaio 2018 i paesi Ue dovranno inoltre recepire la nuova direttiva sui servizi di paga- mento (vedi articolo) che prevede anche la possibilità per i titolari di conti on line di effettuare pagamenti o accedere alla rendicontazione bancaria attraverso software realizzati da parte terze autorizzate. L’habitat dei social è favorevole alla proliferazione di circuiti peer to peer, ossia prestiti senza intermediari. Sofisticati algoritmi sono oggi in grado di spalmare qualsiasi somma tra un alto numero di prestiti abbattendo il rischio e di gestire investimenti e disinvestimenti pressoché istantaneamente per far fronte alle esigenze di spesa quotidiane a all’uso di carte di credito. Rappresentano quindi ormai un’alternativa realistica al tradizionale conto corrente affidato alla banca. Con il diffondersi e l’affinarsi di soluzioni innovative, quello che si prospetta per il sistema bancario è una progressiva disintermediazione. Se- condo una stima di Goldman Sachs sul 2015, questo processo sta già drenando 11 miliardi di profitti annui dal sistema bancario. Marco Giorgino, responsabile scientifico dell’Osservatorio digital finance, Politecnico di Milano, suggerisce comunque di dare il giusto peso ai diversi fattori. «Le fintech, spiega Giorgino, sono flessibili e veloci, spesso riescono a inserirsi in nicchie e a dare efficienza al mercato, sono portatrici di modelli di business innovativi, ma per ora i numeri in termini di giro d’affari sottratto alle banche sono modesti . Oltre che competitor possono essere per i grandi players un’opzione su cui andare ad investire per seguire da vicino modelli innovativi, anche in vista di eventuali integrazioni. Si pensi ad esempio all’acquisizione di FutureAdvisor da parte di Blackrock». «La minaccia posta dai colossi del web e dell’e-commerce, continua Giorgino, mi pare invece reale e consistente viste le potenzialità finanziarie e del bacino di clienti di cui dispongono. L’aspetto normativo e regolamentare può essere un freno ma non potrà essere una barriera nel medio termine». A giocare a favore del mondo internet sono anche le dinamiche demografiche. «La ricchezza è in mano prevalentemente alla fascia più anziana della popolazione ma progressivamente si trasferisce verso le nuove generazioni, più avvezze ad utilizzare il web e meno sensibili all’aspetto della relazione personale». Quanto al futuro prossimo Giorgino precisa «non assisteremo di certo a una sostituzione delle banche ma sicuramente a una maggiore concorrenza su alcuni servizi. Credo, peraltro, ci sarà una ricomposizione del sistema bancario tra banche che avranno saputo adattarsi e sfruttare il nuovo contesto e quelle che invece avranno subito passivamente queste evoluzioni».