La gestione del contante costa 10 miliardi
Gli oneri per le banche tra esigenze di sicurezza e movimentazione
Italia patria del contante. Non è un mistero che il nostro paese abbia un utilizzo sotto la media internazionale dei sistemi di pagamento alternativi al cash e questo fa proliferare l’impiego di carta-moneta. In media il cittadino italiano usa le proprie carte di pagamento una quarantina di volte all’anno: si tratta di un valore che è all’incirca la metà di quanto avviene nella Ue dove gli Stati più avanzati sono quelli Scandinavi. L’importo medio annuo per abitante oscilla intorno ai 3mila euro. Qualcosa si sta muovendo rispetto al passato, ma gli indicatori evidenziano ancora ampi margini di miglioramento.
«In Europa - spiega Ettore Pastore, partner di A.T. Kearney - ogni cittadino in media ha circa 800 occasioni di acquisto ogni anno. In Italia queste transazioni si stima che vengano concluse all’80% con il contante, un numero superiore alla media. Tutto questo dipende da un fattore culturale e da un paese che ha un’elevata incidenza dell’economia sommersa. Tutto questo sta lentamente cambiando e i trend dell’utilizzo dei pagamenti elettronici, anche in Italia, mostrano tassi di crescita negli anni».
L’utilizzo del contante sicuramente penalizza il business delle banche in Europa. Dall’utilizzo delle carte di credito traggono invece dei margini, che sono più alti nei paesi che utilizzano maggiormente pagamenti elettronici, come ad esempio l’area dei paesi scandinavi dove ormai si parla di economia “cashless”, visto che il contante tenderà a scomparire.
«Non bisogna dimenticare - continua Pastore - che il regolatore europeo ha posto un tetto alle inter- change fee, limitando la crescita dei ricavi bancari in questo settore, stabilendo che le commissioni sulle carte non possono andare oltre lo 0,2 o lo 0,3%. Detto questo, il crescente uso degli strumenti extracontante porterà benefici prospettici al sistema bancario italiano. Per una banca retail in Europa il business dei Pagamenti può arrivare anche al 10% del revenue pool (ricavi potenziali, ndr) ».
La diffusione delle carte di pagamento, in crescita anche in Italia, ha ovviamente dei vantaggi per le banche. «Aumenta - sottolinea Giuliano Cicioni, partner Kpmg Advisory - la loro marginalità per la fornitura di questi servizi ma soprattutto riduce i costi per la gestione del contante che per l’intero sistema bancario ammontano a circa 10 miliardi di euro, dalla sicurezza delle filiali al trasporto e movimentazione dello stesso. Tutto questo per le banche significa meno costi operativi».
— An.Gen.