Stop carbone, anche Deutsche Bank dice sì
A una settimana dal convegno di Roma sull’enciclica Laudato Sii
Deutsche Bank dice addio al carbone. In una nota diffusa mercoledì 1° febbraio, il gruppo bancario tedesco ha annunciato « che non concederà nuovi finanziamenti per l’attività di estrazione di carbone termico o per la costruzione di nuove centrali a carbone » . Una decisione che arriva a una settimana dal convegno di Roma organizzato dai movimenti cattolici di tutto il mondo (tra cui l’italiana Focsiv) sull’enciclica « verde » Laudato Sii e sugli investimenti cattolici. All’evento hanno partecipato i rappresentanti di 25 ordini religiosi e di 30 istituti finanziari.
La parola d’ordine anche fra i grandi investitori è dunque disinvestimento dai carburanti fossili. Un movimento internazionale a cui aderiscono (fonte Arabella advi- sors, ricerca del dicembre 2016) 688 istituzioni e 58.399 individui in 76 nazioni: ad oggi si è raggiunto un disinvestimento di 5 trilioni di dollari.
il contributo dei religiosi
Per contenere il riscaldamento della Terra sono scesi in campo anche la Chiesa Anglicana e le chiese del Nord Europa. In Inghilterra, nello specifico, è stata realizzata una classifica delle più importanti aziende energetiche del mondo: gli anglicani si impegneranno a investire sono in quelle che ridurranno le emissioni di CO2 nell’atmosfera. La Chiesa Cattolica ha scelto un’altra strada. «Nell’enciclica Laudato Sii, Papa Francesco ha citato le attività di una serie di conferenze episcopali di vescovi come quelle delle Filippine e degli Stati Uniti. La Santa Sede ha lanciato i principi, toccherà alle singole conferenze dei vescovi dare le linee guida per gli investimenti nel rispetto dell’ambiente»: la dichiarazione è del cardinale Peter Turkson, prefetto del dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, a margine del convegno romano sulla Laudato Sii. Turkson ha aperto i lavori della manifestazione che si è tenuta nella Pontificia Università Lateranense. La Cei già da tempo si è avviata sulla strada indicata da Turkson ( vedi Plus24 della scorsa settimana).
la bolla di carbonio
Mark Campanale era tra i relatori del convegno romano. Assieme al team di Carbon Tracker, ente noprofit fondato dallo stesso Campanale che ha un passato di gestore, ha monitorato le attività delle major energetiche, fissando nel 2011 il « carbon budget » ovvero il limite di emissioni di CO2 da non superare per restare entro i 2 gradi. Ebbene secondo questi studi, utilizzati anche dall’amministrazione Obama, è inutilizzabile il 60- 80% delle riserve di carbone, petrolio e gas delle società quotate in borsa in tutto il mondo.
— V. D’A.