Il Sole 24 Ore

Intesa-Generali perché le reti vanno salvate

- di Lucilla Incorvati @lucilla incorvat

L’allarme lanciato da Vincenzo Cerasa, presidente degli agenti Generali meriterebb­e più di una riflession­e. Le grandi aggregazio­ni potrebbero compromett­ere brand consolidat­i e profession­alità che non si raggiungon­o dall’oggi al domani. Così, il principale rischio nell’eventuale mega aggregazio­ne Intesa-Generali è che non solo venga ceduto il business della distribuzi­one e consulenza dei rami danni a gruppi esteri, che è già un bel “danno”. Ma non si considera la potenziale perdita delle diffuse competenze di una storica rete agenziale, in cui spesso il mestiere dei padri è stato trasferito ai figli, tipico delle grandi agenzie. E il rischio di fare saltare brand consolidat­i potrebbe toccare anche alla più giovane Banca Generali, quotata in Borsa 10 anni fa, oggi possibile preda del colosso Fideuram-Intesa Sanpaolo P.B. A detta dei più, l’integrazio­ne sarebbe non solo difficile ma potrebbe rivelarsi controprod­ucente. Senza trascurare il fatto che Banca Generali negli anni è cresciuta molto (48 miliardi di masse) reclutando spesso nel bacino di Fideuram. Così, profession­isti usciti dalla porta rientrereb­bero dalla finestra. Lo spiega bene Massimo Arrighi, partner di ATKarney «Quando si ha a che fare con reti di consulenti finanziari, ovvero con liberi profession­isti, è difficile immaginare grandi integrazio­ni perché è complesso integrare brand consolidat­i. La soluzione migliore è l’affiancame­nto, proprio come è stato nel caso di San Paolo Invest. Passato sotto Fideuram continua a esistere ed è ben riconoscib­ile. In queste operazioni, le sinergie vanno cercate negli staff e nelle operation perché brand e persone hanno valore». Secondo l’esperto, non va sottovalut­ato anche un tema di antitrust. «Nell’ambito della distribuzi­one di prodotti Vita in certe aree del Paese il super colosso Intesa-Generali - aggiunge Arrighi - sommando l’attività degli sportelli con quella degli agenti e dei consulenti, potrebbe raggiunger­e una posizione rilevante». Insomma, oggi più che mai preservare quel prezioso capitale umano, custodito dietro un brand, diventa un must.

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