Intesa-Generali perché le reti vanno salvate
L’allarme lanciato da Vincenzo Cerasa, presidente degli agenti Generali meriterebbe più di una riflessione. Le grandi aggregazioni potrebbero compromettere brand consolidati e professionalità che non si raggiungono dall’oggi al domani. Così, il principale rischio nell’eventuale mega aggregazione Intesa-Generali è che non solo venga ceduto il business della distribuzione e consulenza dei rami danni a gruppi esteri, che è già un bel “danno”. Ma non si considera la potenziale perdita delle diffuse competenze di una storica rete agenziale, in cui spesso il mestiere dei padri è stato trasferito ai figli, tipico delle grandi agenzie. E il rischio di fare saltare brand consolidati potrebbe toccare anche alla più giovane Banca Generali, quotata in Borsa 10 anni fa, oggi possibile preda del colosso Fideuram-Intesa Sanpaolo P.B. A detta dei più, l’integrazione sarebbe non solo difficile ma potrebbe rivelarsi controproducente. Senza trascurare il fatto che Banca Generali negli anni è cresciuta molto (48 miliardi di masse) reclutando spesso nel bacino di Fideuram. Così, professionisti usciti dalla porta rientrerebbero dalla finestra. Lo spiega bene Massimo Arrighi, partner di ATKarney «Quando si ha a che fare con reti di consulenti finanziari, ovvero con liberi professionisti, è difficile immaginare grandi integrazioni perché è complesso integrare brand consolidati. La soluzione migliore è l’affiancamento, proprio come è stato nel caso di San Paolo Invest. Passato sotto Fideuram continua a esistere ed è ben riconoscibile. In queste operazioni, le sinergie vanno cercate negli staff e nelle operation perché brand e persone hanno valore». Secondo l’esperto, non va sottovalutato anche un tema di antitrust. «Nell’ambito della distribuzione di prodotti Vita in certe aree del Paese il super colosso Intesa-Generali - aggiunge Arrighi - sommando l’attività degli sportelli con quella degli agenti e dei consulenti, potrebbe raggiungere una posizione rilevante». Insomma, oggi più che mai preservare quel prezioso capitale umano, custodito dietro un brand, diventa un must.