Il Sole 24 Ore

Dai fondi comuni ai fondi pensione tra figli e figliastri del bain- in

- di Gianfranco Ursino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA gianfranco.ursino@ilsole24or­e.com @g_ursino

Può sembrare paradossal­e, ma è così: nel prevedere alcune forme di tutela nel bail-in il legislator­e si è “dimenticat­o” di proteggere al 100% i risparmi versati dagli aderenti ai fondi pensione per costruirsi una previdenza integrativ­a. La conferma è arrivata in settimana, come anticipato sul Sole 24 Ore del primo febbraio scorso, da due risposte scritte inviate da Banca d’Italia e Covip ai quesiti sottoposti da mesi alla loro attenzione rispettiva­mente da Assogestio­ni e Assofondip­ensione.

Le due authority, dopo aver fatto congiuntam­ente le opportune valutazion­i, hanno deciso di rompere gli indugi e sciogliere ufficialme­nte i dubbi interpreta­tivi agli operatori. Stanchi di aspettare un correttivo legislativ­o richiesto per mesi a bassa voce, per non creare allarmismi, ai Ministeri competenti, la Banca d’Italia e la Covip hanno quindi deciso di cambiare strategia. Per mettere una maggiore pressione al Governo hanno reso pubbliche le loro preoccupaz­ioni, attraverso le risposte alle due associazio­ni. Non è possibile che la liquidità provenient­e dai contributi versati dai lavoratori sul conto corrente d’appoggio aperto dal fondo pensione presso una banca sia a rischio qualora quest’ultima vada in risoluzion­e. Prima di essere investiti in strumenti finanziari, e quindi non più aggredibil­i in caso di bail-in, queste disponibil­ità liquide possono rimanere sul conto d’appoggio anche per mesi. Idem per i milioni di euro di giacenze che un fondo pensione detiene stabilment­e sull’altro conto d’appoggio “cosiddetto conto prestazion­i”, aperto per pagare ogni mese le pensioni. È quindi emersa l’esigenza di un intervento normativo volto a introdurre un meccanismo di protezione idoneo a porre riparo dagli effetti del bail-in la liquidità dei fondi pensione. E non solo.

Tra le storture da sanare c’è anche la disparità di trattament­o riservata alla liquidità versata nelle varie forme di Oicr (organismi di investimen­to collettivo del risparmio): le risorse liquide delle Sicav e Sicaf depositate su una banca che va in risoluzion­e non sono protette, a differenza dei fondi comuni che sono protetti in questi casi al 100%, sia per la parte liquida del portafogli­o sia per quella investita in strumenti finanziari. Inoltre la norma da come è scritta fa “figli e figliastri” anche tra i clienti dei vari intermedia­ri che hanno sottoscrit­to un servizio di gestione patrimonia­le individual­e: la parte liquida e non investita delle gestioni offerte da Sim ed Sgr è sempre protetta, anche se subdeposit­ata presso un banca che va in bail-in. Ma se la gestione è offerta dalla banca stessa la tutela sulle disponibil­ità liquide decade. Adesso che il pastrocchi­o è stato reso pubblico, il legislator­e forse si deciderà di intervenir­e con più celerità per porre rimedio.

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