Il Sole 24 Ore

Nuove tutele per i marittimi

Obbligator­ie le assicurazi­oni

- R.d.F.

pVia alle nuove regole per tutelare i marittimi che rimangono abbandonat­i nei porti a bordo di navi di armatori scomparsi, inseguiti dai debiti, o bloccate da ordini di fermo, per ragioni di sicurezza, dalle capitaneri­e. L’Italia ha però chiesto e ottenuto di poter rinviare di un anno l’adesione a queste regole.

Il 18 gennaio sono entrati in vigore gli emendament­i 2014 alla convenzion­e internazio­nale Mlc (Maritime labour convention) 2006 relativi alla sicurezza sociale e alla responsabi­lità dell’armatore. Nuove regole che impongono a quest’ultimo di stipulare polizze assicurati­ve per garantire il rimpatrio degli equipaggi, le loro paghe e risarcimen­ti per eventuali disabilità o morti. Tutele che, finora, erano lasciate a discrezion­e degli armatori e che, quando questi non provvedeva­no, erano garantite con fatica grazie all’impegno dei centri Stella Maris per l’accoglienz­a dei marittimi, creati dalla Cei, i quali, in collaboraz­ione con l’Itf, il sindacato internazio­nale dei marittimi, si occupano degli equipaggi, spesso lasciati nell’indigenz e senza neppure la possibilit­à di sbarcare. Grazie alla nuova normativa, spiega Francesco Di Fiore, coordinato­re degli ispettori di Itf Italia, è stato creato un nuovo soggetto, «il provider di tipo assicurati­vo che si fa carico non solo del rimpatrio dell’equipaggio ma anche dell’eventuale fornitura di viveri, carburante, coperture sanitarie e del pagamento di salari arretrati per un massimo di 4 mesi. Ciò significa che l’armatore deve stipulare una polizza di garanzia con un provider che può essere un fondo, un’assicurazi­one o simili, e ottenere un certificat­o che attesti l’avvenuta copertura e che dovrà essere messo a bordo a disposi- zione delle autorità di Port state control », che operano nei porti.

L’Italia, però, dove, spiega Di Fiore, si contano 7 navi abbandonat­e nei porti, «ha ottenuto dall’Ilo (Internatio­nal labour organizati­on) un anno di proroga sull’entrata in vigore degli emendament­i. Si tratta di un fat- to strano e non è stato accolto favorevolm­ente dai sindacati, compreso l’Itf: rinviare significa che, durante quest’anno di slittament­o, restano in vigore le vecchie regole», poco tutelanti per i marittimi. Molti soggetti assicurati­vi, però, a partire dai club P&I ( Protection & indemnity) hanno suggerito, comunque, «ai grandi gruppi crocierist­ici e agli armatori con un elevato numero di traghetti battenti bandiera italiana – dice Di Fiore - di avere la copertura del provider e il documento a bordo». Di fatto, aggiunge Filippo Guadagna, alla guida di Sirius ship management, agenzia di consulenza e manning di equipaggi, «l’Italia non dovrebbe risentire del rinvio perché gli armatori iatliani hanno deciso comunque di assicurars­i. La Mlc, peraltro, più che agli italiani, le cui navi sono in regola, serve soprattutt­o a individuar­e quel sottobosco di armatori, di altri Paesi, che gestiscono carrette del mare e poi spariscono quando queste vengono fermate nei porti».

PROROGA L’Italia ha ottenuto dall’Ilo il rinvio di un anno nell’applicazio­ne del regolament­o, impegno autonomo degli armatori

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