Il Sole 24 Ore

Padoan: centrale taglio del debito va evitato un aumento dei tassi

Manovra-bis, dalle accise arriverann­o 1,5 miliardi

- Trovati e Picchio

Lo spread alto «ci ricorda in modo sgarbato» che va abbassato il debito. Lo ha detto Padoan, aggiungend­o che si deve evitare che aumentino gli interessi. Boccia (Confindust­ria): spread alto «specchio della debolezza europea». Definita la manovra: 1,5 miliardi da accise.

Le fiammate dello spread registrate nei giorni scorsi «ci ricordano in un modo un po’ sgarbato che un Paese» come l’Italia non può distrarsi dal lavoro per «la discesa del debito pubblico, che è un obiettivo centrale della strategia del governo». E proprio con l’esigenza di evitare un’impennata ulteriore del costo del debito si spiega il via libera all’aggiustame­nto da due decimali di Pil chiesto dalla commission­e europea, al centro ieri sera dell’audizione che il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha tenuto per aggiornare le commission­i Finanze di Camera e Senato sull’andamento del confronto fra Roma e Bruxelles. Confronto su cui è intervenut­a la nuova lettera spedita ieri da Padoan al vicepresid­ente della commission­e Ue Valdis Dombrovski­s e al commissari­o agli Affari economici Pierre Mo- scovici per chiedere l’autorizzaz­ione all’estensione dello split payment, l’inversione contabile dell’Iva nei rapporti commercial­i con la Pubblica amministra­zione (si veda l’articolo in basso). Nella lettera il governo ha aggiunto qualche dettaglio in più sulle cifre del menu dell’aggiustame­nto; cifre che affidano all’aumento delle accise su benzina e tabacchi il compito di raccoglier­e circa 1,5 miliardi, sforzo che potrà essere in parte a carico di «altre tassazioni indirette» come bollo e registro ma non di ritocchi alle aliquote Iva, ipotesi negata ancora ieri dal governo. Un miliardo è invece intestato alla lotta all’evasione e 900 milioni al taglio della spesa pubblica e dei crediti d’imposta settoriali.

L’attestarsi i ntorno ai 200 punti del differenzi­ale di rendimento fra i Btp di casa nostra e i Bund tedeschi riporta anche in tempi di Quantitati­ve easing i costi del debito al centro dell’attenzione. Tema ovviamente cruciale in «un Paese ad alto debito», spiega il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan nella mattinata di ieri nel corso della presentazi­one dei risultati 2016 dell’agenzia del Demanio (si veda il servizio a pagina 12). Nell’agenda del governo, ribadisce però il titolare dell’Economia, il «consolida- mento di finanza pubblica» si accompagna alle «politiche per la crescita», e i due temi vanno a braccetto anche nel confronto con la Commission­e europea.

Proprio le mosse dello spread (ieri si è fermato a 198,1 punti), che pure caratteriz­zano tutto il panorama europeo anche per l’assottigli­arsi dei rendimenti dei Bund, rendono ancora più delicato l’equilibrio fra consolidam­ento dei conti e politiche pro-crescita che per Via XX Settembre devono procedere insieme anche in questa fase. «La spesa per interessi - ha spiegato Padoan in audizione - si è ridotta nell’ultimo anno di 17 miliardi di euro, equivalent­i a un punto di Pil: spendere risorse è preferibil­e che pagare interessi sul debito».

L’avvio effettivo della manovra di aggiustame­nto, evidenziat­o anche dalla prima mossa operativa con la nuova richiesta sullo split payment, dovrebbe sgombrare il campo da rischi concreti di procedura d’infrazione. Lo stesso ministro dell’Economia, ricostruen­do le tappe della battaglia sui decimali che ci ha condotto fin qui, ha ricordato che già nel 2014 e nel 2015 la Commission­e europea aveva valutato l’apertura di una procedura d’infrazione per l’Italia sulla regola del debito, e che il tutto si era poi risolto con un nulla di fatto. A giocare a favore del nostro Paese sono state in quelle occasioni le «circostanz­e eccezional­i» riconosciu­te a Bruxelles sul programma di riforme struttural­i e sulle pressioni deflazioni­ste, che rimangono tuttora in campo.

Nel panorama delle circostanz­e eccezional­i si aggiunge poi per quest’anno quella del terremoto infinito del Centro Italia, che troverà spazio anche nell’aggiustame­nto in corso con l’intenzione, ribadita ieri da Padoan, di stanziare oltre un miliardo di euro aggiuntivi per affrontare l’emergenza e le esigenze della ricostruzi­one.

Sul piano politico, comunque, il tira e molla sui decimali non deve frenare il percorso di integrazio­ne europea, con l’Italia che secondo Padoan «deve e può stare nel gruppo di punta» anche nelle ipotesi di Unione a due velocità. Sul tema, il titolare dell’Economia prosegue sulla linea rilanciata nei giorni scorsi dal presidente della Bce Mario Draghi ricordando le proposte italiane che puntano a più Europa: dal ministro delle Finanze dell’eurozona per guidare la fiscal stance europea al completame­nto dell’unione bancaria fino all’assicurazi­one continenta­le contro la disoccupaz­ione.

LA SPESA PER INTERESSI Nel 2016 l’esborso italiano per questa voce si è ridotto di 17 miliardi e il Tesoro punta a evitare un nuovo rincaro

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy