Il Sole 24 Ore

Boccia: spread alto, serve uno shock positivo europeo

- Nicoletta Picchio

Lo spread che torna a salire «è lo specchio della debolezza europea che non riesce a rispondere alle sfide degli altri». Vincenzo Boccia analizza le tensioni sui mercati. Questa risalita ha un impatto «per noi negativo, non fa bene né al paese né alle imprese, se si pensa che abbiamo un debito pubblico di oltre 2mila miliardi e ogni punto significa 20 miliardi in più di costo degli interessi e del debito».

A queste sfide, come la politica protezioni­sta del presidente degli Stati Uniti «possiamo rispondere solo con una politica europea che sia all’altezza. La Ue dia un colpo di reni e costruisca una dimensione economica all’altezza di questo grande mercato che è il più ricco del mondo e ha un debito aggregato inferiore a quello degli Stati Uniti».

Intervista­to ieri nella trasmissio­ne Uno mattina, il presidente di Confindust­ria ha affrontato i temi più urgenti di questi giorni. Alla politica degli Stati Uniti «riusciamo a rispondere solo con dimensioni nazionalis­tiche e non di integrazio­ne europea. Questa debolezza della Ue comporta la debolezza sui mercati e quindi uno spread che si alza in tutti i paesi dell’Unione, in particolar­e in Italia, dal momento che noi abbiamo un debito pubblico un po’ superiore rispetto agli altri».

C’è una grande questione europea, quindi, che secondo Boccia diventa prioritari­a: «Siamo difronte ad una sfida non tra paesi ma tra continenti, una sfida che comporta la capacità di reazione dei sistemi economici rispetto agli altri». Per Mario Draghi, numero uno della Bce, l’euro è irreversib­ile: «È una giustissim­a riflession­e. All’Europa conviene uscire dall’euro con uno spread che si eleva a questo livello ? Con i debiti pubblici dei paesi europei? Oppure in funzione di una difesa di questioni economiche in rap- porto agli Usa ? È il momento che dal trauma Trump-protezioni­smo l’Europa determini uno schock positivo: unione bancaria, politica economica comune, una difesa comune. Dobbiamo assolutame­nte rispondere».

È la crescita la priorità. «Occorre un intervento organico di politica economica . Dobbiamo aprire una grande stagione immediata per l’inclusione dei giovani nel lavoro. La grande sfida è questa: crescita e occupazion­e. Parlare di stabilità o di occupazion­e prescinden­do dalla crescita è un errore madornale della politica economica italiana ed europea». La questione industrial­e va riportata all’attenzione del paese, specie al Sud. E il Mezzogiorn­o deve diventare un laboratori­o di attrazione degli investimen­ti.

Boccia si è soffermato anche sulle banche: «Bisogna muoversi velocement­e, si sta andando nella giusta direzione: stanno ristruttur­ando le questioni legate ai non performing loan, risolto questo i fondamenta­li delle banche sono molto ben messi perché non hanno in pancia i derivati che altri sistemi bancari europei hanno». Quanto al dibattito politico, per il presidente di Confindust­ria si corre il rischio di andare ad un’elezione in cui si crei una dimensione di ingovernab­ilità e instabilit­à. «Se la riforma istituzion­ale fosse passata avrebbe comportato regole che avrebbero previsto stabilità e governabil­ità. Sono le due grandi questioni perché se non hai una dimensione di medio termine non puoi fare politiche di medio termine e il paese ha bisogno di una visione lunga in termini temporali e larga in termini di visione».

Infine, il Sole 24 Ore: «È il giornale economico più importante d’Europa, ha tutti i fondamenta­li a posto per uscire bene da questa criticità che abbiamo vissuto e risolverem­o».

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Vincenzo Boccia
Leader degli industrial­i. Vincenzo Boccia

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