Istat: nei prossimi mesi migliora l’attività economica, ripresa stabile
Se è vero che tre indizi fanno una prova l’Istat per il terzo mese consecutivo conferma i segnali positivi per l’economia italiana prevedendo il «proseguimento dell’attuale ritmo di crescita dell’attività economica». Nella nota mensile di gennaio pubblicata ieri l’Istituto segnala infatti che sulla base dell’«indicatore anticipatore» - lo strumento con cui Istat effettua stime a breve sulla congiuntura - la ripresa del nostro Paese sembra essersi finalmente stabilizzata dopo le incertezze dell’ultima metà del 2016 tanto da prevedere «prospettive di miglioramento dell’attività economica per i prossimi mesi».
A giocare a favore di questo timido ottimismo - dopo un anno di segnali contraddittori - c’è innanzitutto il rafforzamento della «ripresa del settore manifatturiero a cui si associano il miglioramento del potere d’acquisto delle famiglie e l’incremento degli investimenti». Fin qui le note positive, perché non mancano anche segnali in controtendenza: «L’indice del clima di fiducia dei consumatori ha segnato una diminuzione legata al peggioramento del clima economico e il clima futuro, solo in parte attenuato - segnala l’Istat - dal miglioramento del clima perso- nale e corrente». Di segno opposto la fiducia delle imprese che invece «è migliorata». Questo nuova previsione dell’Istat sembra comunque andare incontro alle aspettative del Governo che spera di poter limare verso il basso la correzione dei conti pubblici richiesta nei giorni scorsi dalla Ue. Se le previsioni positive fossero davvero confermate, a cominciare da quelle per il Pil 2016 (il 14 febbraio l’Istat pubblica il dato preliminare), potrebbero servire infatti un po’ meno dei 3,4 miliardi previsti finora.
L’analisi dell’Istituto nazionale di statistica prende le mosse dallo scenario internazionale, partendo da una crescita Usa che «mostra segnali di rallentamento» (+1.9% nel quarto trimestre contro il +3,5% del terzo), mentre nell’area euro il progresso dell’attività economica «prosegue su ritmi moderati», con una crescita stimata per il 2016 a +1,7 per cento.
Per l’Italia le buone notizie arrivano innanzitutto dalla manifattura che a novembre al netto delle costruzioni cresce dello 0,7% rispetto al mese precedente (+0,9% nel trimestre settembre-novembre). Riprendono vigore anche gli scambi con l’estero che a novembre sono cresciute del 2,2%. In leggera crescita nel terzo trimestre 2016 i consumi delle famiglie (+0,3%) grazie all’incremento del reddito disponibile e del potere di acquisto. Stabile poi l’occupazione che nel quarto trimestre 2016 è rimasta ferma, dopo la crescita consistente registrata nei primi due trimestri e il lieve calo nel terzo. Mentre come già anticipato dall’Istat nei giorni scorsi il tasso di disoccupazione è salito dall’11,8% (ottobre) al 12% (novembre e dicembre) tornando così ai livelli del 2015 per effetto dell’aumento delle persone in cerca di occupazione.
Si muove infine anche l’inflazione: dopo dicembre (+0,5%) l’indice dei prezzi accelera a +0,9%, anche se l’aumento praticamente si azzera se si escludono i beni energetici e soprattutto gli alimentari freschi schizzati in alto a causa delle gelate che hanno colpito l’Italia a gennaio.
GLI ALTRI SEGNALI Cresce il potere di acquisto delle famiglie anche se l’indice del clima di fiducia dei consumatori segna una diminuzione