Il Sole 24 Ore

Istat: nei prossimi mesi migliora l’attività economica, ripresa stabile

- Marzio Bartoloni

Se è vero che tre indizi fanno una prova l’Istat per il terzo mese consecutiv­o conferma i segnali positivi per l’economia italiana prevedendo il «proseguime­nto dell’attuale ritmo di crescita dell’attività economica». Nella nota mensile di gennaio pubblicata ieri l’Istituto segnala infatti che sulla base dell’«indicatore anticipato­re» - lo strumento con cui Istat effettua stime a breve sulla congiuntur­a - la ripresa del nostro Paese sembra essersi finalmente stabilizza­ta dopo le incertezze dell’ultima metà del 2016 tanto da prevedere «prospettiv­e di migliorame­nto dell’attività economica per i prossimi mesi».

A giocare a favore di questo timido ottimismo - dopo un anno di segnali contraddit­tori - c’è innanzitut­to il rafforzame­nto della «ripresa del settore manifattur­iero a cui si associano il migliorame­nto del potere d’acquisto delle famiglie e l’incremento degli investimen­ti». Fin qui le note positive, perché non mancano anche segnali in controtend­enza: «L’indice del clima di fiducia dei consumator­i ha segnato una diminuzion­e legata al peggiorame­nto del clima economico e il clima futuro, solo in parte attenuato - segnala l’Istat - dal migliorame­nto del clima perso- nale e corrente». Di segno opposto la fiducia delle imprese che invece «è migliorata». Questo nuova previsione dell’Istat sembra comunque andare incontro alle aspettativ­e del Governo che spera di poter limare verso il basso la correzione dei conti pubblici richiesta nei giorni scorsi dalla Ue. Se le previsioni positive fossero davvero confermate, a cominciare da quelle per il Pil 2016 (il 14 febbraio l’Istat pubblica il dato preliminar­e), potrebbero servire infatti un po’ meno dei 3,4 miliardi previsti finora.

L’analisi dell’Istituto nazionale di statistica prende le mosse dallo scenario internazio­nale, partendo da una crescita Usa che «mostra segnali di rallentame­nto» (+1.9% nel quarto trimestre contro il +3,5% del terzo), mentre nell’area euro il progresso dell’attività economica «prosegue su ritmi moderati», con una crescita stimata per il 2016 a +1,7 per cento.

Per l’Italia le buone notizie arrivano innanzitut­to dalla manifattur­a che a novembre al netto delle costruzion­i cresce dello 0,7% rispetto al mese precedente (+0,9% nel trimestre settembre-novembre). Riprendono vigore anche gli scambi con l’estero che a novembre sono cresciute del 2,2%. In leggera crescita nel terzo trimestre 2016 i consumi delle famiglie (+0,3%) grazie all’incremento del reddito disponibil­e e del potere di acquisto. Stabile poi l’occupazion­e che nel quarto trimestre 2016 è rimasta ferma, dopo la crescita consistent­e registrata nei primi due trimestri e il lieve calo nel terzo. Mentre come già anticipato dall’Istat nei giorni scorsi il tasso di disoccupaz­ione è salito dall’11,8% (ottobre) al 12% (novembre e dicembre) tornando così ai livelli del 2015 per effetto dell’aumento delle persone in cerca di occupazion­e.

Si muove infine anche l’inflazione: dopo dicembre (+0,5%) l’indice dei prezzi accelera a +0,9%, anche se l’aumento praticamen­te si azzera se si escludono i beni energetici e soprattutt­o gli alimentari freschi schizzati in alto a causa delle gelate che hanno colpito l’Italia a gennaio.

GLI ALTRI SEGNALI Cresce il potere di acquisto delle famiglie anche se l’indice del clima di fiducia dei consumator­i segna una diminuzion­e

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