Il sistema moda va oltre le attese
L’anno si è chiuso con un fatturato di 84,1 miliardi rispetto agli 83,6 previsti, in crescita dell’1,9% Dal 22 al 27 febbraio Milano sarà capitale del prêt-à-porter donna
pUn’edizione “ponte”, la prossima di Milano moda donna, che anticipa le ulteriori novità di quella successiva, che si terrà in settembre. Dal 22 al 27 febbraio verranno presentate 174 collezioni di abbigliamento e accessori per l’autunno-inverno 2017-2018 e Milano sarà, come accade quattro volte all’anno, capitale della moda. «Siamo soddisfatti del calendario e del numero di sfilate (70), presentazioni (92) ed eventi (37)», ha spiegato ieri Carlo Capasa, presidente della Camera della moda, che organizza le fashion week milanesi di gennaio e giugno (uomo) e febbraio e settembre (donna), oltre a molte altre manifestazioni.
Vista la congiuntura globale e l’andamento pressoché piatto del Pil italiano e di quello di molti Paesi europei, c’è di che essere soddisfatti dei risultati 2016 , ha aggiunto Capasa: «In gennaio, in occasione di Milano moda uomo, avevamo calcolato di chiudere l’anno a 83,6 miliardi di ricavi. Abbiamo fatto meglio, crescendo dell’1,9% rispetto al 2015 a oltre 84 miliardi. Per il primo semestre del 2017 – e sappiamo quante siano le incognite economiche, finanziarie e geopolitiche – puntiamo a un ulteriore aumento di circa l’1% per il sistema moda che definiamo allargato e che comprende, accanto ad abbigliamento, pelletteria e calzature, occhialeria, gioielleria, bigiotteria e cosmetica».
Sottolineare la complessità del sistema moda e la complementarietà dei sottosettori è importante in vista dell’edizione di settembre, per la quale quella di febbraio è un ponte, dicevamo. O meglio, un volàno: «Grazie all’impegno di tutti, Camera della moda, associazioni, enti fieristici, e all’appoggio decisivo del Comune e del ministero dello Sviluppo economico, abbiamo raggiunto un risultato insperato fino a poche stagioni fa – ha detto Capasa –. In settembre le sfilate si svolgeranno in concomitanza con le fiere delle calzature, della pelletteria e della pellicceria, mentre già da questa edizione durante Milano moda donna si terrà Mido, la più importante fiera europea degli occhiali». Secondo
In gennaio lo stilista ha ospitato tre marchi emergenti: Yoshio Kubo (primo a sinistra), Consistence (rappresentato dalla designerFang Fang) e Moto Guo (duo a destra). In febbraio ci sarà Xu Zhi.
Capasa c’è stato un cambiamento culturale che deve rafforzare la consapevolezza di tutti dell’unicità di Milano e dell’Italia.
«Siamo sempre in contatto con i presidenti delle camere della moda di Parigi, Londra e New York e cerchiamo di non sovrapporre i calendari, nell’interesse comune. Ma su possibili cambi di format o accorpamenti delle settimane donna e uomo è molto più difficile trovare un accordo. I
cambiamenti che sta attraversando la moda, rivoluzionata dalla tecnologia e dalle nuove abitudini di consumo, devono però spingerci a interrogarci e a non aver paura di ipotizzare novità».
Già trasformato in fatti invece l’appello di Giuseppe Sala di qualche mese fa: «Il sindaco ci aveva chiesto di aprirci di più alla città e lo abbiamo fatto, sia grazie a internet, che ci permette lo streaming live di tutte le sfilate, sia con le mo- stre ed eventi aperte al pubblico – ha aggiunto Capasa –. Confermiamo poi l’impegno per i giovani e anche il Fashion Hub, vetrina di marchi emergenti prima riservata agli operatori, potrà essere visitato da tutti».
Sia Capasa sia Cristina Tajani, assessore alla Moda, hanno ricordato Franca Sozzani, direttore di Vogue Italia per 28 anni, scomparsa a soli 66 anni pochi giorni prima di Natale: «È stata fino all’ultimo la più grande sostenitrice e ambasciatrice di Milano e della moda italiana. Ci sarà un messa in Duomo per lei il 22 febbraio e continueremo a considerarla un esempio di coerenza e caparbietà nel sostenere il made in Italy e i giovani».
Non ci sarà invece il pranzo di inaugurazione al quale nel febbraio e settembre 2016 partecipò Matteo Renzi, sedendo tra Franca Sozzani e Anna Wintour, direttore di Vogue America. «Anche questo è un omaggio a Franca e al ruolo, unico, che ha avuto nell’avvicinare le istituzioni alla moda», ha concluso Carlo Capasa.