Il Sole 24 Ore

Nel 2016 vendite di pomodoro giù

- Emanuele Scarci

pGli italiani consumano meno pasta e diversific­ano l’alimentazi­one con cibi salutisti ed etnici. E anche questo giustifica un 2016 nero per i produttori di conserve vegetali. Nel 2016 le vendite di derivati del pomodoro sono scivolate nella grande distribuzi­one (Iper+super+libero servizio) del 2,1% a 503 milioni e dell’1,2% a volume, con un prezzo medio contratto di circa l’1%.

Il mercato dei derivati del pomodoro è composto, secondo le rilevazion­i Iri, per circa la metà dalle passate, per il 28% dalle polpe e per il resto da pelati, polpe e pomodorini. L’anno scorso solo le passate sono cresciute, dell’1,3% a volume e dell’1% a valore.

Il consumator­e però non ha penalizzat­o tutti i competitor: per esempio, nei Top 8 il leader di mercato Mutti è salito, secondo Iri, al 28,2% a valore (+1,7% di quota) e al 20,8% a volume (+1,4% di quota). Tutti gli altri (private label in particolar­e e poi Cirio, Star, Valfrutta, Divella, Pomì e Santa Rosa) sono arretrati a valore tra lo 0,2% e l’1%. Tra i meno grandi, meglio Petti (+1%) e stabile De Rica.

In un mercato in calo, Mutti è in controtend­enza (+6,1%) grazie alle performanc­e in segmenti come passate e polpe. Quale il segreto? «Certamente la qualità del prodotto offerta a poche decine di centesimi in più - risponde l’ad Francesco Mutti-. Quando apri la porta della qualità poi gli avanzament­i sono continui. E nel nostro caso è capire se riusciremo a trovare sempre nuovo pomodoro di qualità».

Nel 2016 il fatturato netto di Mutti ha superato i 260 milioni, +11%; l’Ebitda è salito da 25,4 milioni a 28,5. Lo sviluppo è trainato anche dall’estero, che segna un +20% e incide per il 30% sulle vendite. «In Italia - aggiunge Mutti - il consumo di pomodoro cala ma in Europa cresce». E infatti l’ingresso del fondo Verlinvest nell’azionariat­o di Mutti risponde all’obiettivo di agevolare e finanziare l’espansione internazio­nale. Mutti non nasconde che c’è un piano di «sviluppo di nuovi prodotti a base di pomodoro e un incremento della capacità produttiva in Italia», necessaria per supportare l’espansione internazio­nale.

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