Il Sole 24 Ore

Lse-Deutsche Börse stringono per la vendita di Lch Clearnet

Il dossier sottoposto a Bruxelles

- Alessandro Merli

e il cercano di spingere il loro progetto di fusione, nonostante i venti contrari si siano rafforzati nelle ultime settimane, dall'indagine per sospetto insider trading del capo della Borsa tedesca all'opposizion­e dello Stato dell'Assia, che deve dare il suo benestare all'operazione.

Nuovi dettagli su come le due società-mercato intendono procedere sono emersi ieri dopo la riunione del consiglio di sorveglian­za della Deutsche Börse lunedì. È stato anzi tutto annunciato che le due società, per le quali la fusione, che avverrà attraverso uno scambio di azioni, dovrebbe avere un costo complessiv­o di oltre 350 milioni di euro, intendono procedere alla vendita delle operazioni i n Francia della società di clearing Lch Clearnet alla borsa francese Euronext per 510 milioni di euro. La mossa è stata sottoposta formalment­e alla Commission­e europea e dovrebbe ovviare alle possibili obiezioni da parte dell’antitrust europeo sulla posizione dominante della società che sorgerà dalla fusione. La Commission­e ha annunciato di voler decidere sulla fusione il 3 aprile, dopo aver condotto consultazi­oni con i partecipan­ti al mercato, per stabilire se la nuova situazione violi i principi della concorrenz­a e distorca il funzioname­nto del mercato.

Ma, al momento, il tema più scottante è l'inchiesta aperta dalla procura di Francofort­e a carico di Carsten Kengeter, l'amministra­tore delegato di Deutsche Börse, che nel dicembre 2015 ha acquistato azioni della società per 4,5 milioni di euro, sfruttando un pia- no di incentivi per i vertici aziendali. Nel febbraio successivo, all’annuncio del progetto di fusione, i titoli hanno registrato un netto rialzo. L'indagine sta cercando di stabilire se prima degli acquisti di Kengeter le discussion­i sulla fusione fossero già avviate. Il consiglio di sorveglian­za, dopo la sua riunione di lunedì, nella quale sono stati consultati anche esperti esterni, ha dichiarato ieri che il negoziato non era ancora avviato nel 2015 e ha ribadito la sua fiducia nel manager.

Intanto, un altro punto interrogat­ivo sulla fusione è stato acceso dalla presa di posizione

IL MERGER FRA LE BORSE Il consiglio di sorveglian­za tedesco fa quadrato attorno al ceo coinvolto nell’inchiesta per presunto insider trading

del Land dell'Assia, dove si trova Francofort­e, che si è dichiarato contrario al fatto che la nuova società abbia sede a Londra. Lo Stato è fra i soggetti che devono approvare l'operazione. La decisione di stabilire la sede a Londra era apparsa fin da subito controvers­a in Germania, dove si teme che Francofort­e perda troppi poteri. Ancora di più dopo che il referendum britannico a favore dell'uscita dall'Unione europea ha decretato la Brexit e quindi sollevato nuovi dubbi sul fatto che la sede di Londra possa consentire alla Borsa di operare senza problemi sui mercati della Ue. Ci sono anche questioni di attribuzio­ne delle responsabi­lità di controllo e di vigilanza sul mercato che nascerà dalla fusione.

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