Fca scivola sul dieselgate francese
L’azienda: «Veicoli conformi alla normativa» - Roma promette un report completo sui test italiani «entro qualche settimana» Il titolo cede il 2,9% in Borsa dopo che Parigi ha trasmesso il rapporto alla Procura
pFiat Chrysler scivola ancora in Borsa sull’effetto dieselgate, nonostante le voci su un accordo imminente nella disputa italo-tedesca sulle emissioni inquinanti; il titolo ha perso a Milano il 2,9% a 9,68 euro dopo un paio di sospensioni in asta di volatilità.
A pesare è stata la notizia che il governo francese ha concluso le indagini riguardo a eventuali irregolarità sulle emissioni dei motori diesel di Fca e ha trasmesso il rapporto alla procura di Parigi. Quest’ultima dovrà ora analizzare il documento e decidere se proseguire o archiviare l’indagine. Il mese scorso i giudici di Parigi hanno aperto ufficialmente l’inchiesta, per un caso analogo, sulla Renault, sempre a seguito delle indagini ad ampio raggio compiute da Parigi fra il 2015 e il 2016, e lo avevano già fatto anche su Volkswagen.
Fiat Chrysler ha ribadito che i suoi veicoli diesel «sono pienamente conformi alle norme in materia di emissioni, come confermato dalla sola Autorità competente sulle omologazioni di Fca, il Ministero Italiano dei Trasporti». Fca ha detto di non essere ancora stata messa al corrente dei fatti che costituirebbero il fondamento dei rilievi mossi e si augura di avere quanto prima l’opportunità di rispondere; ricorda di aver «già fornito ampia dimostrazione alla Dgccrf e al Ministero dell’Ambiente francese del fatto che i ri- sultati di taluni test condotti da Ipfen non corrispondono ai risultati dei test condotti dal Ministero dei Trasporti Italiano e dei test condotti da Fca».
Ieri fonti di stampa hanno scritto che sarebbe vicino un accordo fra Italia e Germania, con la mediazione della Ue, dopo che Berlino - sempre nell’ambito dei test ef- fettuati dopo il dieselgate - aveva accusato la Fiat 500X di utilizzare un software illegale per mascherare valori delle emissioni di NOx elevati; Fiat ha sempre sostenuto che la vettura è in regola e il Governo italiano - responsabile per l’omologazione secondo le attuali norme Ue - l’ha sempre difesa. Nell’ultimo incontro di mediazione, svoltosi lo scorso 2 febbraio, i tedeschi avrebbero ammesso che il software utilizzato da Fca non ha nulla a che vedere con il cosiddetto defeat device che è al centro dello scandalo Volkswagen. Sempre ieri l’agenzia Reuters ha scritto che i test effettuati dal Governo italiano dopo il dieselgate (pubblicati dal Sole 24 Ore lo scorso 15 settembre) sono incompleti per quanto riguarda alcuni modelli Fiat; una portavoce del Ministero dei Trasporti, citata dall’agenzia, afferma che «una nuova versione definitiva» arriverà nelle prossime settimane. Alcuni modelli Fiat Chrysler (con motore diesel 3 litri) sono stati messi sotto inchiesta anche negli Stati Uniti, dove Fca rischia (in teoria) una multa
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