Il Sole 24 Ore

General Motors, utili in calo nel 4° trimestre

- Andrea Malan

pLa General Motors ha chiuso il 2016 con un utile netto di 9,4 miliardi di dollari (in lieve calo dai 9,7 dell’anno precedente) su ricavi saliti del 9,2% a 166,4 miliardi; l’Ebit ha raggiunto il livello record di 12,5 miliardi. Nell’ultimo trimestre dell’anno il risultato netto è calato del 71% a 1,84 miliardi su un fatturato in aumento del 10,8% a 43,9 miliardi. Il 4° trimestre 2015 aveva beneficiat­o di un utile straordina­rio di 4 miliardi; inoltre ha pesato nel 2016 un effetto cambi negativo per circa 500 milioni di dollari a livello di Ebit. Il dato trimestral­e è comunque superiore alle stime degli analisti. Nel corso del 2016 sono migliorati sia il cash flow (salito a 14,3 miliardi) che il margine operativo (cresciuto al 7,5%). Il titolo Gm è stato penalizzat­o in Borsa: a due ore dalla chiusura di Wall Street cedeva quasi il 5% a 35 dollari.

Il gruppo americano ha venduto nel 2016 poco più di 10 milioni di veicoli, piazzandos­i al terzo posto della classifica mondiale, appena sotto a Volkswagen e Toyota. Resta in perdita l’attività in Europa (passivo di 257 milioni nell’anno, quasi interament­e arrivato nell’ultimo trimestre), che ha mancato ancora una volta l’obiettivo del pareggio, pur con perdite più che dimezzate rispetto agli 800 milioni di un anno prima; a pesare è stato, anche in questo caso, l’effetto negativo del calo della sterlina in vista della Brexit, stimato in 300 milioni di dollari. Così co- me per Fca, il vero cash cow del gruppo è il mercato nazionale, dove Gm ha guadagnato in 12 mesi 12 miliardi di dollari (uno più del 2015) con un margine di profitto superiore al 10%. Il sindacato Uaw ha fatto sapere che i dipendenti Gm incasseran­no un bonus fino a 12mila dollari legato ai risultati del 2016.

General Motors prevede per il 2017 un Ebit e un margine di profitto «almeno pari a quelli del 2016» con un cash flow automotive di «circa 15 miliardi». «Ci aspettiamo un altro anno molto forte - ha detto il direttore finanziari­o (CFO) del gruppo, Chuck Stevens -. Per quanto riguarda le auto, continuere­mo ad allineare l’offerta alla domanda». Il che significa, eventualme­nte, anche tagliare la produzione negli Usa, se necessario.

Sul versante della crescita, l’azienda punta sul lancio di 3 nuovi modelli di Suv sul mercato nordameric­ano, in linea con la crescente domanda per questo tipo di veicoli; il calo delle vendite di auto (come le Chevrolet Camaro e Cruze) ha fatto scendere all’8,4% il margine di profitto negli Usa nell’ultimo trimestre, dal 10% di un anno prima, e le scorte a fine anno sono arrivate a 108 giorni di vendite (un mese in più rispetto al livello di fine 2015).

Stevens ha detto che Gm non ha modificato i piani di produzione dopo le pressioni esercitate dal presidente Trump. «Sono decisioni di lungo periodo, non si cambia la struttura produttiva da un giorno all’altro» ha detto in un’intervista televisiva. Per quanto riguarda la politica fiscale di Trump, Stevens ha detto che Gm «sostiene l’obiettivo della riforma fiscale», ma che l’introduzio­ne di una tariffa sulle importazio­ni sarebbe «complicata».

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