Petrolio sotto pressione Shale oil verso la riscossa
Gli Usa prevedono produzione ai massimi da 48 anni nel 2018 Brent vicino a sfondare al ribasso la soglia di 55 dollari
pLe quotazioni del petrolio sono tornate sotto pressione, con il Brent in particolare che solo per un soffio ha evitato di sfondare al ribasso un’importante soglia tecnica, rappresentata dalla media mobile degli ultimi 50 giorni. Il greggio europeo è sceso solo brevemente sotto il supporto, posto a 54,87 dollari al barile, per chiudere a 55,05 $ (-1,2%). In ribasso per la seconda seduta consecutiva anche l’americano Wti, che ha concluso a 52,17 $ (-1,6%).
Il mercato è reso vulnerabile dall’estrema esposizione rialzista assunta dai fondi speculativi: le posizioni lunghe, ossia all’acquisto, hanno raggiunto livelli da primato e superano di nove volte quelle corte (si veda il Sole 24 Ore di ieri). Non ci sono segnali di una fuga disordinata. Tuttavia una parte degli investitori potrebbe aver cominciato per prudenza a ridimensionare le scommesse su un ulteriore aumento dei prezzi.
Del resto, anche se l’Opec si sta dimostrando disciplinata con i tagli di produzione, sul fronte dei fondamentali i segnali negativi non mancano. Le scorte, almeno negli Usa, continuano a salire e dalle statistiche attese per oggi gli analisti si aspettano un altro incremento, in particolare per le benzine, già vicine ai massimi storici. Ma soprattutto è lo shale oil a fare paura.
Le ultime previsioni dell’Energy Information Administration (Eia), che fa capo al go-
$/bbl verno americano, indicano che nel 2018 la produzione di greggio Usa potrebbe salire a 9,53 milioni di barili al giorno in media, un livello che non è stato più raggiunto dal 1970. L’incremento atteso per quest’anno in compenso è modesto: solo 100mila bg, a un totale di 8,98 mbg. E per la domanda l’Eia ha migliorato le prospettive di c rescita. «Ora ci aspettiamo offerta e domanda in equilibrio nel 2017 – ha commentato Howard Gruenspecht, amministratore ad interim dell’Eia – Il graduale aumento delle scorte petrolifere globali negli ultimi anni è arrivato al termine».