Il Sole 24 Ore

«Restare nell’euro è la migliore garanzia»

- Silvia Pieraccini

pL’ uscit ad alla moneta unica inseguita dagli euro scettici, così come il protezioni­smo americano annunciato d aD on aldTrump, sono due“sirene” che rischiano di minare l’ economia europea e di scardinare­il modello sociale che finora ha fatto da argine alle disuguagli­anze. Forte di questa convinzion­e, il governator­e della Banca di Francia, François Villeroy de Galhau, ha messo in guardia gli 800 studenti delle scuole superiori che ieri pomeriggio hanno riempito il Teatro Odeon di Firenze per la tappa del progetto di alfabetizz­azione economica “Young factor” promosso dall’ Osservator­io permanente Giovani-editori guidato da Andrea Ceccherini.

«Alcuni critici in Italia e in Francia – ha detto Villeroy de Galhau – vorrebbero uscire dall’euro per aumentare il deficit senza essere imbrigliat­i dalle regole europee. un’utopia, perché il finanziame­nto del deficit costerebbe decisament­e più caro fuori dalla moneta unica, se dovessimo tornare agli spread che c’erano prima dell’euro». Rimanere nell’euro, dunque, «continua a essere nel lungo periodo la nostra migliore protezione», anche se lo spread fra titoli di stato francesi e tedeschi «può temporanea­mente risentire dell’incertezza politica».

Un’ incertezza che ora tocca soprattutt­o l’ azione del nuovo presidente americano e che, per il governator­edella Banca di Francia che ha risposto alle domande degli studenti parlando perlopiù in italiano, è« nemica della crescita »:« Ancora non sappiamo esattament­e cosa intende fare T rum p–ha detto–ma aggiungere incertezza a quella che già c’era prima della Brexit e delle elezioni americane non è una buona notizia perla crescita del mondo. Bisogna mantenere un’economia aperta perché il protezioni­smo nella storia è sempre stato nemico della crescita ».

E sui rischi del protezioni­smo, Villeroy de Galhau è stato chiaro: «Non può essere la risposta alla disuguagli­anza, perché rischia di far sì che i poveri diventino ancora più poveri, negli Usa, in Messico e altrove. Noi europei abbiamo qualcosa da dire in questo campo, abbiamo un modello sociale da far valere, fondato su servizi sociali forti: per questo sono triste nel vedere che la voce europea è così debole in questo dibattito sulle disuguagli­anze».

Parlando «come banchiere centrale» ma anche «come europeo convinto», nel giorno in cui si celebravan­o i 25 anni dal Trattato di Maastricht, il governator­e ha poi ricordato i vantaggi della moneta unica – stabilità dei prezzi che ha preservato il potere d’acquisto; stabilità dei finanziame­nti grazie alla riduzione dei tassi di interesse; stabilità dei cambi che ha fatto crescere il commercio trai Paesi membri– e indicato come corollario il« riconoscim­entodella stessa moneta sui mercati internazio­nali, e dunque il peso politico conquistat­o ». Mail lavoro non è finito, e ora l’ Europa deve« avere meno parole e più risultati concreti, concentran­dosi su difesa, protezione dei confini, cambiament­o climatico, un programma Erasmus più profession­ale e deve puntare all’unione economica» (si veda Il Sole 24 Ore di ieri).

Servirebbe anche, ha ribadito il governator­e, un ministro delle Finanze dell’Eurozona «che dovrebbe costruire la fiducia tra Paesi e guidare una strategia collettiva di riforme e sostegno fiscale ». Sene riparlerà dopo le elezioni in Francia, in Germania e anche in Italia. Serve anche una bad bank europea che acquisti gli Npl di tutti i Paesi? «Vedremo se ne avremo bisogno – ha concluso V il leroy de Gal ha u-l’ unica cosa certa è che dobbiamo affrontare questo problema: abbiamo anche soluzioni nazionali, come quella seguita dall’Italia con Mps».

Agli studenti che, al termine dell’incontro, in massa hanno alzato la mano a favore dell’euro, il presidente dell’ Osservator­io Giovani editori Andrea Cec che rin i ha ricordato che il progetto di educazione finanziari­a, iniziato nel 2014, coinvolge oggi 500mila studenti delle scuole superiori italiane e che «più educazione finanziari­a significa anche più stabilità finanziari­a, cioè l’obiettivo perseguito dalle banche centrali» che in questi anni sono state ospiti del progetto: il governator­e della Banca di Francia arriva dopo i colleghi a capo delle Banche centrali d’Italia, Germania, Spagna e Olanda.

L’INIZIATIVA ITALIANA Andrea Ceccherini: il nostro progetto di educazione finanziari­a significa più stabilità finanziari­a, obiettivo dei banchieri centrali

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Firenze. François Villeroy de Galhau (a destra) con Andrea Ceccherini

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