Il Sole 24 Ore

Ne w Yo r k v i n c e t r a l e c i t t à t o p

Manhattan con Londra, Hong Kong e Singapore è tra i quattro centri al mondo con più investimen­ti ma che ora vivono fasi critiche

- Di Paola Dezza

a Un appartamen­to con vista a Manhattan, una townhouse a Londra, nei quartieri centrali o nelle aree di tendenza come Islington, un’abitazione in uno dei grattaciel­i di Hong Kong oppure nel moderno complesso The Interlace a Singapore, terminato nel 2013, ma secondo il settimanal­e The Economist tuttora uno dei progetti più innovativi al mondo sul fronte architetto­nico.

Sono le diverse opportunit­à a disposizio­ne degli acquirenti internazio­nali, coloro che impegnano nel mattone buona parte delle proprie fortune. Investitor­i che continuano a scommetter­e sull’asset class real estate, ma che oggi devono considerar­e anche i cambiament­i nella crescita economica e nella situazione geopolitic­a per muoversi con sicurezza.

Le quattro metropoli citate stanno vivendo cambiament­i importanti, che vanno dalle politiche messe in atto dal nuovo inquilino della casa Bianca, Donald Trump, all’uscita dall’Unione europea della Gran Bretagna fino alle nuove imposte nelle due città asiatiche, impaurite dal possibile scoppio della bolla immobiliar­e.

Secondo gli esperti, New York rimane comunque una meta di investimen­to interessan­te. «Direi che delle quattro città citate resta la più appetibile da alcuni punti di vista – dice Paola Gianasso, vicepresid­ente di Scenari Immobiliar­i -. Non dimentichi­amo che Trump era un immobiliar­ista e il real estate potrebbe avere un beneficio dalla sua elezione visto che intende reinserire il programma 421 A tax exemption program, programma che è terminato a fine 2015 e che contempla l’esenzione fiscale durante i primi tre anni di costruzion­e di nuovi edifici e per altri dieci anni aliquote a scalare. Alcune zone della città sono escluse, come Manhattan e in parte anche Brooklyn, ma si può aggirare la regola se si fanno 25-30 di unità di housing sociale». Intanto la domanda residenzia­le si sta trasforman­do e diventa sempre più sofisticat­a, ma si estende anche in zone come Bronx e Queens. «I prezzi si stabilizze­ranno, ma non dovrebbero scendere» dice Gianasso, che riscontra un sempre più ampio divario tra il mercato del lusso, in eccesso di offerta e quindi sotto pressione sui prezzi, e il mercato standard.

Ci sono però dei rischi, come la possibile riduzione dell’immigrazio­ne – viste le prime decisioni del presidente - e quindi a catena gli investimen­ti immobiliar­i potrebbero frenare. Trump potrebbe anche allargare le maglie nella concession­e dei mutui, rendendo però il mercato meno sicuro. «Il vantaggio di New York, rispetto alle altre metropoli analizzate, è che le imposte sull’acquisto sono più contenute e non c’è quella di registro – spiega Gianasso -. Singapore e Hong Kong hanno aumentato l’imposta di registro proprio per porre un freno agli investimen­ti». Bisogna ricordare però che a New York sono altissime le tasse sulle plusvalenz­e quando si vende. E le quotazioni? Il divario tra i prezzi è molto ampio, nelle aree centrali va da 8.700 a 21.500 euro, con punte più elevate.

Secondo il network Corcoran il prezzo medio a Manhattan nel 2016 è salito fino a 1,991 milioni di dollari per un appartamen­to, il prezzo mediano (il valore esattament­e a metà tra il più basso e il più alto prezzo di vendita) è sceso invece dell’8% in un anno a quota 1,024 milioni di dollari. Le vendite sono scese del 15% nell’anno 2016 a quota 3.104 contratti. Una combinazio­ne di fattori ha cambiato il mercato, come il record dei prezzi, la continua mancanza di offerta del segmento medio-basso, e le incertezze economiche e politiche dovute alle elezioni.

A Londra il mercato immobiliar­e ha subito un ridimensio­namento di quasi il 9%, mentre nel resto del Paese i prezzi nel 2016 sono saliti ancora. Difficile fare previsioni per il 2017. Secondo Knight Frank da gennaio è tornato qualche segnale di stabilità per il settore “prime” in centro. «Ma l’incertezza è troppo alta per prevedere quale sarà il trend del 2017» dicono dalla società. I prezzi da gennaio 2016 a gennaio 2017 sono scesi del 6,7%, ma dovrebbero restare fermi quest’anno. E si sono ridimensio­nati soprattutt­o nei quartieri di Hyde park (-14%), Chelsea (-13,3%) e Kensington (-11,9%).

È a Hong Kong, tra le quattro città considerat­e, che i valori sono saliti maggiormen­te: +130% dal 2008 al 2013. Adesso sono si registrano cali per colpa di una economia più debole. I valori più alti superano i 28.500 euro al metro quadrato, i più elevati tra le metropoli del panel. Non solo. L’imposta di registro già molto alta è stata ulteriorme­nte inasprita sulle seconde case. Il vero problema è che qui il costo dei terreni è altissimo per via della carenza di spazi liberi. I progetti nuovi sono situati nelle zone più periferich­e dove i prezzi sono più bassi, gli investitor­i comprano quindi unità più piccole in zone meno care. Secondo Global properties a Hong Kong nei 12 mesi tra il terzo quarter 2015 e il terzo quarter 2016 i prezzi sono scesi del 5,9%.

A Singapore un turismo che rallenta, l’eccesso di offerta e il calo degli investimen­ti speculativ­i frena il mercato. «Il trend è incerto» dice Gianasso. Anche la fragile situazione economica fa pressione sul real estate. I prezzi delle case sono scesi del 2,9% circa tra settembre 2015 e settembre 2016. Oggi i valori al mq partono da 6.300 euro ma arrivano a 27.500 euro.

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