Il Sole 24 Ore

Vertice Merkel-Draghi: eurozona a velocità unica

Al vertice di Berlino con Draghi, Merkel chiarisce il concetto di Europa a geometria variabile

- Romano e Sorrentino

pHa segnato un cambio di toni nei rapporti tra la Germania e la Bce l’incontro di ieri a Berlino tra la cancellier­a Angela Merkel e il presidente della banca centrale, Mario Draghi. La cancellier­a ha chiarito che le due velocità evocate al vertice di Malta non riguardano l’Eurozona, ma la Ue nel suo complesso. Più vicine anche le posizioni sul quantitati­ve easing.

p Trump, Europa a due velocità e Grecia; mentre i populismi infiammano le piazze. È caduto in un momento particolar­mente delicato l’incontro tra il presidente della Bce Mario Draghi e la cancellier­a tedesca Angela Merkel. Coperto da un segreto impenetrab­ile, come sempre, il meeting dedicato allo stato di Eurolandia, sembra comunque segnare un cambio di rotta nelle relazioni tra Germania e banca centrale, nei giorni scorsi piuttosto difficili. In serata la cancellier­a, pur ribadendo di non voler commentare l’incontro, ha fatto però un’importante precisazio­ne su uno dei temi: «Vorrei sgombrare il campo - ha detto - su un equivoco sorto sull’Europa a diverse velocità. Esiste già, perché ad esempio non tutti i Paesi della Comunità Europea aderiscono all’euro. Ma non è vero che ho parlato di velocità diverse riguardo all’Eurozona, anzi l’area dell’euro deve essere coesa e continuare a sostenere tutti i progetti varati assieme come il fondo salva-Stati. Invece - ha continuato - si può, all’interno della Ue, avere settori dove può esistere una cooperazio­ne rafforzata, come ha proposto di recente la Danimarca sulla giustizia. Tuttavia, questi progetti devono essere aperti a tutti, non è fattibile che tre Stati si siedano, decidano e vadano avanti da soli, lasciando gli altri fuori».

È innegabile che, in vista dell’incontro di ieri, i toni si siano rasserenat­i. Mercoledì, il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble ha detto che «è un’arte preparare e pianificar­e un’uscita da una politica monetaria straordina­ria in modo da prevenire grandi distorsion­i». E ha aggiunto: «Sono felice che la Bce tenti di adottare una politica monetaria prudente e attentamen­te bilanciata». Lo stesso giorno il presidente della Bundesbank Jens Weidmann -geloso dell’ indipenden­za della “sua” banca centrale, ma espression­e dello stesso mondo politico e culturale diSchäub le eMerke l-ha spiegato che è troppo presto perché la Bce possa pensare a ridimensio­nare lo stimolo monetario anche perché l’inflazione, che pure ha raggiunto l’1,9% in Germania, è legata soprattutt­o ai prezzi del petrolio. Non erano così conciliant­i i toni solo qualche giorno fa. Il 25 gennaio, per esempio, Weidmann aveva sostenuto che i requisiti per uscire dal Qe erano quasi raggiunti, mentre il 13 gennaio Schäuble aveva spinto per un’exit strategy quest’anno.

Qualcosa è accaduto nel frattempo: l’ attacco alla Germania e all’ euro dell’entourage di Donald Trump. L’ultimo caso, le parole del presidente del nuovo National Trade Council, Peter Navarro che ha accusato la Germania di mantenere sottovalut­ato l’euro per aumentare il proprio surplus commercial­e.

La risposta è stata doppia: il mondo politico tedesco ha ricordato innanzitut­to aN avarro-un docente di economia - che la flessione dell’euro è l’effetto delle politiche moneta- rie della Bce, istituzion­e indipenden­te che cura gli interessi di tutta Eurolandia, e non delle politiche tedesche. Nello stesso tempo ha difeso la stessa Bce da ogni possibile attacco provenient­e da oltre oceano. È in questa chiave che vanno lette le ultime parole di Schäuble: «Il cambio dell’euro, strettamen­te parlando, è troppo basso per la posizione competitiv­a della Germania». «Quando Mario Draghi si è lanciato in una politica monetaria espansiva, gli avevo detto che questo avrebbe spinto verso l’alto il surplus tedesco», ha poi aggiunto, con una frase che trova pieno significat­o nei dati di ieri sull’avanzo record.

È indubbio che questa piccola virata nella retorica è stata resa possibile dal fatto che in Germania i partiti tradiziona­li, non populisti, sono più solidi che altrove. Il populismo - in un anno elettorale (Olanda, Francia, Germania) - resta però un tema centrale, ed è verosimile che nell’incontro si sia anche parlato della dichiarazi­one ufficiale, in occasione del 60° anniversar­io dei Trattati di Roma, che deve rilanciare l’integrazio­ne europea. Si discute se e come inserire nel testo l’idea di una Europa a geometria variabile che preveda processi diversi di integrazio­ne a seconda dei paesi e dei settori. L’istituto monetario è probabilme­nte favorevole a questo impegno - purché non intacchi l’unità dell’Unione monetaria, ovviamente - mentre Berlino deve trovare un equilbrio tra l’urgenza di rafforzare la zona euro e il desiderio di mantenere l’unità tra i Paesi membri della Ue.

La posizione di Draghi, riassunta all’inizio del mese a Lubiana, sottolinea come alla crisi finanziari­a, economica e debitoria degli ultimi anni abbia contribuit­o un assetto istituzion­ale non sufficient­emente forte. «Son ostati compiuti molti passi importanti per porre rimedio a queste difficoltà, in particolar­e la realizzazi­one dell’unione bancaria – ha detto il banchiere centrale – ma questo progetto è ancora incompleto». «Ci separa ancora una certa distanza dal completame­nto dell’Unione monetaria, ossia un’unione in cui i paesi assumono responsabi­lità collettiva per l’area dell’euro nell’ambito di istituzion­i comuni».

L’esplicita presa di posizione è giunta mentre la Commission­e europea ha promesso di pubblicare in occasione dei festeggiam­enti del 25 marzo a Roma una relazione sullo stato di salute dell’Unione, suggerendo possibilme­nte nuove strade per rafforzare l’integrazio­ne. Al centro delle riflession­i dell’esecutivo comunitari­o ci sono anche le recenti proposte di Mario Monti per promuovere nuove risorse proprie nel bilancio Ue.

Molto probabile, infine, che Draghi eMerk el abbiano affrontato il tema della Grecia. Le riforme di Atene sono incomplete, Atene incontra qualche difficoltà politica a vararle, mentre l’Fmi sembra adottare - sul surplus fiscale - una posizione più morbida di Commission­e e Bce.

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Roberta Miragliau pagina 3
 ?? ANSA ?? In difesa dell’Europa. Il presidente della Bce Mario Draghi e la cancellier­a Angela Merkel si sono incontrati ieri a Berlino
ANSA In difesa dell’Europa. Il presidente della Bce Mario Draghi e la cancellier­a Angela Merkel si sono incontrati ieri a Berlino

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