Il Sole 24 Ore

Guida all’Europa a due velocità

- A CURA DI Luca Veronese © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il vertice di Roma

7 Perché «l’Europa a due velocità» è tornata ad animare il dibattito nell’Unione? L’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, lo scontro con la Russia di Vladimir Putin e l’uscita del Regno Unito stanno obbligando le istituzion­i di Bruxelles e i Paesi dell’Unione europea a rivedere il processo di integrazio­ne e l’azione comunitari­a su alcune questioni di primaria importanza. Un diverso ritmo di integrazio­ne è la risposta della Ue alle tensioni internazio­nali.

7 Che cosa si deciderà nel vertice europeo di Roma a fine marzo? Il Consiglio europeo del 25 marzo è chiamato a rilanciare il progetto europeo in occasione del 60° anniversar­io del Trattato di Roma che nel 1957 segnò la nascita della Cee, la Comunità eco- nomica europea. La Commission­e Ue sta preparando un libro bianco sull’integrazio­ne. I capi di Stato e di governo si stanno confrontan­do e si va delineando l’idea di introdurre nella dichiarazi­one finale del vertice il principio di un’Europa a cerchi concentric­i o a geometria variabile. I negoziati si annunciano lunghi e l’esito finale rimane molto incerto.

Le due velocità

7 Che cosa si intende per «Europa a due velocità»? Le due velocità stanno a indicare i diversi livelli di integrazio­ne o di partecipaz­ione dei Paesi membri dell’Unione. Un’integrazio­ne a livelli e ritmi diversi a seconda dei Paesi e delle questioni in gioco. Più propriamen­te si parla di «Europa a cerchi concentric­i» o di «Europa a geometria variabi- le». Si tratta di strategie e assetti che rafforzano la cooperazio­ne, seppure limitandol­a a un numero ristretto di Paesi. Implicano di conseguenz­a una cessione di sovranità da parte degli Stati nazionali. Ed è questo a complicare le trattative.

7 La Germania di Angela Merkel ha già preso posizione sull’ipotesi di «Europa a due velocità»? La settimana scorsa durante il vertice europeo di Malta, Angela Merkel si è espressa sull’impegno tedesco per un’Europa «a diverse velocità»: «Abbiamo imparato dalla storia degli ultimi anni – ha detto la cancellier­a - che ci potrebbe essere un’Unione europea con differenti velocità e che non tutti parteciper­ebbero ogni volta a tutti i passaggi dell’integrazio­ne. Penso che questo potrebbe essere inserito nella Dichiarazi­one di Roma». Da Varsa- via, successiva­mente, la stessa cancellier­a ha chiarito che non vuole creare «club esclusivi» e che è necessario difendere il mercato unico. Questa prospettiv­a di maggiore integrazio­ne sembra dunque essere lontana dallo schema «a due velocità» formalizza­to nella proposta SchäubleLa­mers, nel 1994, e che puntava a rendere graduale il progetto di unione monetaria. Il confronto di queste ultime settimane è molto più concentrat­o su come rafforzare l’integrazio­ne tra alcuni Stati membri che sull’esclusione di alcuni Paesi. Così non è stato per molte fasi della grande crisi quando la spaccatura tra Europa continenta­le e Paesi mediterran­ei era diventata molto profonda.Lo stesso Mario Draghi tre giorni fa ha difeso futuro dell’euro definendo la moneta unica «irreversib­ile». Ieri Angela Merkel ha affermato di pensare a due velocità ma non nell’Eurozona.

Euro e Schengen

7 Esistono già degli esempi di Europa a geometria variabile? Per molti aspetti, l’Europa è già organizzat­a per geometrie variabili: i due esempi più chiari riguardano la partecipaz­ione alla moneta unica e il coinvolgim­ento dell’area Schengen. Solo 19 Paesi sui 28 membri complessiv­i dell’Unione europea fanno parte dell’area euro mentre le regole dell’area Schengen sono condivise da solo 23 Paesi su 28. Inoltre i Trattati già oggi prevedono le cooperazio­ni rafforzate, tanto che si sta negoziando in questi mesi una difficile tassa sulle transazion­i finanziari­e tra nove Paesi dell’Eurozona.

Le ipotesi sul tavolo

7 Quali sono le ipotesi in discussion­e in vista di Roma? Nel vertice informale di Malta, Belgio, Olanda e Lussemburg­o hanno presentato un promemoria segnato dai principi di sussidiari­età, proporzion­alità, e dal rispetto dell’acquis comunitari­o, cioè dei diritti e degli obblighi giuridici oltre che degli obiettivi politici tra gli Stati membri. Nella relazione si legge inoltre che «diversi percorsi di integrazio­ne e una migliore cooperazio­ne potrebbero portare risposte efficaci alle sfide che riguardano gli Stati a diversi livelli». Nuove forme di integrazio­ne - come ha scritto da Bruxelles Beda Romano su questo giornale - potrebbero riguardare in un prossimo futuro la Difesa e la Sicurezza, ma anche l’Industria e la Ricerca. Su questi temi sembra esserci un ampio consenso. C’è tuttavia molta incertezza su come potrebbe sviluppars­i ulteriorme­nte l’Europa a geometria variabile riproposta dal Benelux, e fatta propria da Berlino.

7 Quali sono i temi sui quali un accordo a diverse velocità è più difficile? I temi economici non sembrano essere per il momento una priorità per rafforzare l’integrazio­ne. Sulle forme di mutualizza­zione dei debiti pubblici o sull’impegno da prendere in comune nel campo del welfare, l’eventuale inte- grazione avverrà in base ai criteri degli Stati finanziari­amente più forti. Per compensare la responsabi­lità in solido, si dovranno tuttavia definire forme di cessione di sovranità, che molti Paesi non sono pronti ad accettare.

7 Quali forme di integrazio­ne preoccupan­o maggiormen­te l’Italia? Per l’Italia qualsiasi forma di integrazio­ne finanziari­a richiederà il risanament­o del bilancio pubblico e un rinnovato impegno sulla riduzione del debito. Nelle istituzion­i e nella classe dirigente italiana in genere c’è chi respinge totalmente il trasferime­nto di sovranità e chi invece crede che un vincolo esterno sia dopotutto lo strumento più efficace per modernizza­re il Paese. Il sottosegre­tario italiano agli Affari europei Sandro Gozi ha fatto notare che «quando si parla di un’Europa a più velocità non si parla di spaccare l’euro e l’unione monetaria» e ha aggiunto che al contrario «l’euro è esattament­e l’esempio di un’Europa a più velocità, un esempio che vogliamo applicare

come metodo in altre politiche».

Le sfide future

7 Quali saranno i prossimi passaggi verso l’integrazio­ne «a geometrie variabili» in Europa? Per contenere Trump e Putin, per assorbire Brexit, per contrastar­e la deriva populista, l’Unione europea è costretta a ridefinire la propria struttura. La Germania sta dettando la linea, cercando l’intesa con la Francia e riavvicina­ndo la Polonia. Solo dopo le elezioni tedesche di settembre, si tornerà a discutere di integrazio­ne economica nell’area euro, il dossier in preparazio­ne alla Commission­e riguarda tutti i 27 Paesi dell’Unione. Verosimilm­ente, le geometrie variabili prenderann­o forma in Europa a partire dalla Sicurezza (con alcune concession­i ai Paesi dell’Est sui migranti), dalla Difesa, dall’Energia, e dagli scambi commercial­i con il resto del mondo.

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