Guida all’Europa a due velocità
Il vertice di Roma
7 Perché «l’Europa a due velocità» è tornata ad animare il dibattito nell’Unione? L’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, lo scontro con la Russia di Vladimir Putin e l’uscita del Regno Unito stanno obbligando le istituzioni di Bruxelles e i Paesi dell’Unione europea a rivedere il processo di integrazione e l’azione comunitaria su alcune questioni di primaria importanza. Un diverso ritmo di integrazione è la risposta della Ue alle tensioni internazionali.
7 Che cosa si deciderà nel vertice europeo di Roma a fine marzo? Il Consiglio europeo del 25 marzo è chiamato a rilanciare il progetto europeo in occasione del 60° anniversario del Trattato di Roma che nel 1957 segnò la nascita della Cee, la Comunità eco- nomica europea. La Commissione Ue sta preparando un libro bianco sull’integrazione. I capi di Stato e di governo si stanno confrontando e si va delineando l’idea di introdurre nella dichiarazione finale del vertice il principio di un’Europa a cerchi concentrici o a geometria variabile. I negoziati si annunciano lunghi e l’esito finale rimane molto incerto.
Le due velocità
7 Che cosa si intende per «Europa a due velocità»? Le due velocità stanno a indicare i diversi livelli di integrazione o di partecipazione dei Paesi membri dell’Unione. Un’integrazione a livelli e ritmi diversi a seconda dei Paesi e delle questioni in gioco. Più propriamente si parla di «Europa a cerchi concentrici» o di «Europa a geometria variabi- le». Si tratta di strategie e assetti che rafforzano la cooperazione, seppure limitandola a un numero ristretto di Paesi. Implicano di conseguenza una cessione di sovranità da parte degli Stati nazionali. Ed è questo a complicare le trattative.
7 La Germania di Angela Merkel ha già preso posizione sull’ipotesi di «Europa a due velocità»? La settimana scorsa durante il vertice europeo di Malta, Angela Merkel si è espressa sull’impegno tedesco per un’Europa «a diverse velocità»: «Abbiamo imparato dalla storia degli ultimi anni – ha detto la cancelliera - che ci potrebbe essere un’Unione europea con differenti velocità e che non tutti parteciperebbero ogni volta a tutti i passaggi dell’integrazione. Penso che questo potrebbe essere inserito nella Dichiarazione di Roma». Da Varsa- via, successivamente, la stessa cancelliera ha chiarito che non vuole creare «club esclusivi» e che è necessario difendere il mercato unico. Questa prospettiva di maggiore integrazione sembra dunque essere lontana dallo schema «a due velocità» formalizzato nella proposta SchäubleLamers, nel 1994, e che puntava a rendere graduale il progetto di unione monetaria. Il confronto di queste ultime settimane è molto più concentrato su come rafforzare l’integrazione tra alcuni Stati membri che sull’esclusione di alcuni Paesi. Così non è stato per molte fasi della grande crisi quando la spaccatura tra Europa continentale e Paesi mediterranei era diventata molto profonda.Lo stesso Mario Draghi tre giorni fa ha difeso futuro dell’euro definendo la moneta unica «irreversibile». Ieri Angela Merkel ha affermato di pensare a due velocità ma non nell’Eurozona.
Euro e Schengen
7 Esistono già degli esempi di Europa a geometria variabile? Per molti aspetti, l’Europa è già organizzata per geometrie variabili: i due esempi più chiari riguardano la partecipazione alla moneta unica e il coinvolgimento dell’area Schengen. Solo 19 Paesi sui 28 membri complessivi dell’Unione europea fanno parte dell’area euro mentre le regole dell’area Schengen sono condivise da solo 23 Paesi su 28. Inoltre i Trattati già oggi prevedono le cooperazioni rafforzate, tanto che si sta negoziando in questi mesi una difficile tassa sulle transazioni finanziarie tra nove Paesi dell’Eurozona.
Le ipotesi sul tavolo
7 Quali sono le ipotesi in discussione in vista di Roma? Nel vertice informale di Malta, Belgio, Olanda e Lussemburgo hanno presentato un promemoria segnato dai principi di sussidiarietà, proporzionalità, e dal rispetto dell’acquis comunitario, cioè dei diritti e degli obblighi giuridici oltre che degli obiettivi politici tra gli Stati membri. Nella relazione si legge inoltre che «diversi percorsi di integrazione e una migliore cooperazione potrebbero portare risposte efficaci alle sfide che riguardano gli Stati a diversi livelli». Nuove forme di integrazione - come ha scritto da Bruxelles Beda Romano su questo giornale - potrebbero riguardare in un prossimo futuro la Difesa e la Sicurezza, ma anche l’Industria e la Ricerca. Su questi temi sembra esserci un ampio consenso. C’è tuttavia molta incertezza su come potrebbe svilupparsi ulteriormente l’Europa a geometria variabile riproposta dal Benelux, e fatta propria da Berlino.
7 Quali sono i temi sui quali un accordo a diverse velocità è più difficile? I temi economici non sembrano essere per il momento una priorità per rafforzare l’integrazione. Sulle forme di mutualizzazione dei debiti pubblici o sull’impegno da prendere in comune nel campo del welfare, l’eventuale inte- grazione avverrà in base ai criteri degli Stati finanziariamente più forti. Per compensare la responsabilità in solido, si dovranno tuttavia definire forme di cessione di sovranità, che molti Paesi non sono pronti ad accettare.
7 Quali forme di integrazione preoccupano maggiormente l’Italia? Per l’Italia qualsiasi forma di integrazione finanziaria richiederà il risanamento del bilancio pubblico e un rinnovato impegno sulla riduzione del debito. Nelle istituzioni e nella classe dirigente italiana in genere c’è chi respinge totalmente il trasferimento di sovranità e chi invece crede che un vincolo esterno sia dopotutto lo strumento più efficace per modernizzare il Paese. Il sottosegretario italiano agli Affari europei Sandro Gozi ha fatto notare che «quando si parla di un’Europa a più velocità non si parla di spaccare l’euro e l’unione monetaria» e ha aggiunto che al contrario «l’euro è esattamente l’esempio di un’Europa a più velocità, un esempio che vogliamo applicare
come metodo in altre politiche».
Le sfide future
7 Quali saranno i prossimi passaggi verso l’integrazione «a geometrie variabili» in Europa? Per contenere Trump e Putin, per assorbire Brexit, per contrastare la deriva populista, l’Unione europea è costretta a ridefinire la propria struttura. La Germania sta dettando la linea, cercando l’intesa con la Francia e riavvicinando la Polonia. Solo dopo le elezioni tedesche di settembre, si tornerà a discutere di integrazione economica nell’area euro, il dossier in preparazione alla Commissione riguarda tutti i 27 Paesi dell’Unione. Verosimilmente, le geometrie variabili prenderanno forma in Europa a partire dalla Sicurezza (con alcune concessioni ai Paesi dell’Est sui migranti), dalla Difesa, dall’Energia, e dagli scambi commerciali con il resto del mondo.