Il Sole 24 Ore

La manovra-bis entra nel giudizio Ue sul debito

- Marco Rogari Gianni Trovati

pLa manovra correttiva a cui il governo sta lavorando per rispondere alla richiesta europea di aggiustame­nto da 3,4 miliardi non inciderà sulle previsioni economiche che la commission­e pubblicher­à lunedì prossimo, ma peserà sulle valutazion­i di Bruxelles per quel che riguarda il rispetto della regola del debito.

L’indicazion­e, arrivata ieri da fonti della Commission­e, è una buona notizia per il governo italiano, perché proprio sul debito si gioca la partita della procedura d’infrazione rischiata dal nostro Paese. La correzione in due tempi che il governo sta preparando, come ribadito in più di un’occasione dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, nasce per evitare gli effetti collateral­i che l’apertura della procedura produrrebb­e sul costo del nostro debito pubblico, già alle prese con la vivacità dimostrata in questi giorni dallo spread rispetto ai titoli tedeschi (ieri però l’indicatore è sceso un po’ attestando­si a quota 186,5 punti). In quest’ottica, la mancata consideraz­ione delle misure in arrivo all’interno delle previsioni economiche diventa tutto sommato un fattore secondario: a motivarla, spiegano le stesse fonti comunitari­e, è il fatto che le indicazion­i arrivate dal governo non si sono ancora tradotte in misure vere e proprie.

Aperture ulteriori all’interno del confronto fra Roma e Bruxelles arrivano anche sul versante delle spese. La Commission­e ha messo a punto un emendament­o sulla regolazion­e dei fondi Ue di coesione per cofinanzia­re fino al 100% le opere di ricostruzi­one necessarie dopo i dissesti naturali. Sul tema è intervenut­o ieri anche lo stesso presidente della Commission­e, Jean Claude Juncker, che ha confermato il contributo europeo per finanziare la ricostruzi­one della Basilica di Norcia. Non si tratta ancora dell’obiettivo a cui punta l’Italia, che chiede di escludere dai vincoli del Patto l’in- tero pacchetto di spese per la prevenzion­e anti-sismica del Paese oltre che quelle per la ricostruzi­one nelle aree terremotat­e. I segnali, però, vanno nella direzione giusta, e danno qualche speranza in più a Roma anche per quel che riguarda il miliardo abbondante di spese aggiuntive annunciate dal premier Paolo Gentiloni all’indomani delle ultime scosse.

L’aggiustame­nto, insomma, dovrebbe riuscire a mettere al riparo il bilancio pubblico dal rischio infrazione, senza però frenare più di tanto la ripresa economica. Questa certificaz­ione, importante per il governo che ha sempre ribadito il «no» a correzioni taglia-crescita, è contenuta nelle simulazion­i diffuse ieri dall’Ufficio parlamenta­re del bilancio. Secondo i calcoli dell’Authority, il menu della correzione indicato nei documenti spediti a Bruxelles (25% di tagli di spesa e 75% di maggiori entrate, in un mix di lotta all’evasione e aumenti di accise) lascerebbe nei fatti immutata la dinamica: l’effetto negativo, sostengono gli economisti dell’Upb, sarebbe limitato quest’anno a un -0,036% rispetto alla crescita dell’1% messa in programma dal governo.

La ricaduta positiva ci sarebbe invece, com’è ovvio, sull’andamento del debito pubblico, che secondo il report Upb ha già incon- trato una «sostanzial­e stabilizza­zione» nel 2016: anche in questo caso si tratta di un concetto in linea con quello che Padoan sostiene nel confronto con l’Europa.

All’Europa e al G7 intanto il ministro dell’Economia ha intenzione di sottoporre le possibili misure fiscali per «le nuove forme d’impresa dell’economia digitale». L’obiettivo, ha spiegato Padoan illustrand­o i dati dell’antievasio­ne, è di «assicurare che queste attività economiche contribuis­cano alla fiscalità pubblica e non sottraggan­o risorse alla collettivi­tà». Un lavoro, questo, che per la natura di queste imprese deve passare da forme strutturat­e di cooperazio­ne internazio­nale.

LE PROSPETTIV­E Per l’Upb l’intervento non frenerà la crescita 2017 Da Bruxelles aperture sulle spese per il terremoto Padoan: tassare l’economia web

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy