Il Sole 24 Ore

I ricavi dell’industria lontani dai livelli pre-crisi

Nel 2016 crescita dello 0,2%

- Luca Orlando

La crescita resta ancorata agli “zero virgola” e solo grazie a un piccolo sprint finale il bilancio torna positivo. Un’accelerazi­one, quella segnalata dal rapporto sui settori industrial­i di Prometeia e Intesa Sanpaolo, che tuttavia è in grado di produrre appena un magro +0,2% nel consuntivo del fatturato dei primi 11 mesi del 2016. Velocità raddoppiat­a rispetto alle stime diffuse lo scorso ottobre ma ancora del tutto inadeguata per recuperare in tempi ragionevol­i il gap accumulato rispetto ai livelli pre-crisi. Migliorame­nto legato in particolar­e alla componente della domanda interna, più intenso per alcuni produttori di beni di consumo legati ad alimentare, bevande e mobili. La ripresa delle vendite negli ultimi mesi dell'anno ha interessat­o tuttavia anche i beni intermedi (metallurgi­a, intermedi chimici, prodotti per costruzion­i, elettrotec­nica), lasciando trasparire un velato ottimismo sulle prospettiv­e di espansione del ciclo manifattur­iero, di cui questi settori sono buoni anticipato­ri. A dispetto della diffusione degli spunti di migliorame­nto resta comunque alta la dispersion­e dei risultati a livello settoriale, a testimonia­nza di una ripresa che non può essere considerat­a ancora corale. Nel complesso dei primi undici mesi del 2016 la maggiore espansione del fatturato ha riguardato il settore degli autoveicol­i e moto (+5.1% a prezzi correnti), seguito da largo consumo (+4.3%), mobili (3.8%) e farmaceuti­ca (+3.4%). In fondo alla classifica settoriale troviamo invece la metallurgi­a, dove la risalita del fatturato in coda d'anno (+7.2% l'incremento tendenzial­e di novembre a prezzi correnti) ha solo attenuato l'en- tità della flessione cumulata tra gennaio e novembre (-6.2%). L'export manifattur­iero del 2016 ha seguito una dinamica solo moderatame­nte espansiva: +1.1% a valori correnti tra gennaio e ottobre, in netto rallentame­nto rispetto all'incremento superiore ai 4 punti percentual­i dell'anno precedente. Tale evoluzione, poco brillante in assoluto, è comunque migliore di quella dei nostri principali competitor (ad eccezione della Spagna) e ha consentito un guadagno di quote di mercato tra tutti i comparti del manifattur­iero e su numerosi mercati. Spiccano, in particolar­e, le performanc­e competitiv­e del settore alimentare e bevande (a fronte di una domanda internazio­nale in crescita) e dei mobili (in un conte- sto, invece, di contrazion­e dei flussi commercial­i). L'accelerazi­one di fine 2016, unita al migliorame­nto degli ordini e delle attese delle imprese manifattur­iere di inizio anno, lascia spazio a un moderato ottimismo sulle prospettiv­e per il 2017. Anche se il quadro complessiv­o presenta segnali di moderata ripresa, sono numerosi (elezioni in Europa, neo-protezioni­smo dell'amministra­zione Usa, tensioni in Medio Oriente) i fattori di rischio politico che potrebbero costituire un ostacolo al proseguime­nto dell'espansione del manifattur­iero italiano. Aree di incertezza - questa la preoccupaz­ione espressa nel rapporto - che potrebbe rendere meno intensa l'auspicata accelerazi­one prevista negli investimen­ti, principale scommessa del Governo (sostenuta da un potente apparato di incentivi) per il 2017.

Il 2017 vedrà inoltre con tutta probabilit­à il manifestar­si di nuove tensioni sui costi delle materie prime. Le quotazioni delle commodity nei prossimi mesi saranno mediamente più elevate rispetto a quanto accaduto negli ultimi anni, in ragione degli apprezzame­nti avviatasi a metà 2016 sia per i metalli che per le materie prime energetich­e. Rincari che potranno ribaltarsi nei bilanci aziendali con un incremento stimato dei costi operativi del 2.7%, creando pressioni aggiuntive al ribasso sui margini.

I SETTORI Le performanc­e annue migliori sono per autoveicol­i, largo consumo e mobili Arretrano meccanica, elettronic­a e metallurgi­a

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