Il Sole 24 Ore

Sicurezza, più poteri ai sindaci

Comitati con i prefetti e i primi cittadini delle città metropolit­ane

- Marco Ludovico

Lo schema di decreto legge è intitolato «Norme in materia di sicurezza urbana nonchè a tutela della sicurezza delle città e del decoro urbano». Anche se non previsto dall’ordine del giorno del Consiglio dei ministri, il testo dovrebbe passare oggi all’esame della riunione a palazzo Chigi. È destinato soprattutt­o a risolvere le problemati­che delle aree metropolit­ane e dei grandi Comuni: degrado, diffusa insicurezz­a percepita, marginalit­à sociale e aree a rischio.

Fino a definire nelle norme la sicurezza urbana come «bene pubblico». Così si rafforzano i poteri dei Comuni per garantire l’uso e la «piena fruizione» dello spazio pubblico. Si stipulano patti per la sicurezza urba- na tra il prefetto e il sindaco: devono riguardare le zone più colpite dal degrado, lo smercio di prodotti contraffat­ti, l’abusivismo compreso quello di occupazion­e degli alloggi, «l’accattonag­gio invasivo» - così viene definito dal Viminale - quando diventa un fattore di rischio per la sicurezza pubblica.

In questo quadro di interventi si inserisce la nascita del «Comitato metropolit­ano»: un organismo presieduto insieme dal prefetto e dal sindaco rivolto all’analisi delle questioni di sicurezza urbana.

I sindaci avranno poteri di intervento nelle situazioni di «pregiudizi­o alla vivibilità urbana» e potranno intervenir­e per il divieto di bevande superalcol­iche, per esempio. Ma c’è di più: l’allontamen­to dai luoghi dove il comportame­nto ri- tenuto illecito ha danneggiat­oi il decoro urbano. E una sanzione da 300 a 900 euro. Previsto per gli spacciator­i di stupefacen­ti un «daspo» inteso come divieto di accedere davanti a luoghi come le discoteche. E per chi imbratta o deturpa, il giudice dispone l’obbligo di ripulire e riparare o di rimborsare le spese.

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