Pompei «esempio per l’Europa»
La commissaria Ue Corina Cretu ha visitato il sito con Franceschini
Un modello per l’Europa. La Pompei che nel 2011 vedeva sgretolarsi le antiche mura a ogni acquazzone, la Pompei senza servizi, inospitale, abitata da branchi di cani randagi, quella stessa città antica oggi diventa il simbolo del riscatto dell’Italia e del suo Sud. «Il Grande Progetto Pompei è un esempio da seguire, potete esserne fieri», ha detto Corina Cretu, la commissaria europea alle politiche regionali, che ieri ha visitato il sito archeologico accompagnata dal ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini.
«Oggi presentiamo i risultati di un lavoro fatto con spirito di squadra: aumentano i visitatori, sono aperti decine di cantieri, abbiamo rispettato i tempi. Fa molto piacere – ha precisato il ministro Franceschini – sentire che la commissaria Cretu dica che Pompei è un esempio per tutta l’Europa per il buon utilizzo dei fondi europei».
La visita a Pompei diventa anche occasione per annunciare lo sblocco a breve di fondi europei per la cultura che erano stati sospesi. «Sono stati sbloccati fondi europei, risorse superiori ai 150 milioni – ha detto il ministro – per tutto il Mezzogiorno. La commissaria Corina Cretu mi ha consegnato una lettera in cui si informa che, a seguito delle verifiche fatte, ci sono le condizioni per revocare l’interruzione dei termini di pagamento per il program- ma operativo interregionale attrattori culturali, naturali e turismo. Un intervento che non riguarda solo Pompei – ha spiegato – ma che permette lo sblocco di risorse anche per altri monumenti del Mezzogiorno d’talia».
Tra le rovine romane della città antica campana la delegazione italo europea visita le strutture restaurate. La Casa dei Casti Amanti, aperta straordinariamente fino al weekend di San Valentino, la domus dell’Efebo e il Macellum, il principale mercato della città antica, sono solo alcuni dei siti messi in sicurezza, restaurati e aperti ai visitatori. Pochi esempi e frutto di un lungo lavoro, partito con la Programmazione europea 2007-2013 e poi trascinato sulla nuova programmazione europea 2014-2020. Ad accompagnare la commissaria europea e il ministro del governo italiano il soprintendente di Pompei, Massimo Osanna, e il dg del Grande Progetto Pompei, Luigi Curatoli. Occasione propizia per tracciare un bilancio.
Era il 2012 quando il Grande Progetto Europeo da 105 milioni, prese le mosse. Dopo ci sono stati crolli e critiche: il fallimento era sotto gli occhi del mondo intero. C’è stato il rischio che quei fondi potessero andare persi. Poi le cose sono cambiate. A oggi sono stati spesi 62 milioni di euro del 105 diponibili. Osanna e Curatoli snocciolano i dati con soddisfazione. «La spesa nel 2016 – ha spiegato il direttore Curatoli – è stata pari a 17,7 milioni, e nei primi giorni del 2017 abbiamo superato i 22 milioni». Dati che dimostrano una accelerazione in atto. Più precisamente, sul piano operativo, al 31 dicembre 2015, quando si è conclusa la prima fase corrispondente al primo ciclo di programmazione europea, sono stati consegnati 42 interventi su 76. «A oggi – continua Curatoli – sono stati conclusi ulteriori 17 lavori, per un totale di 59 interventi». Poi aggiunge: «Abbiamo concluso il 50% dei lavori. Contiamo di chiudere i 76 progetti avviati dal 2012 a oggi entro il 31 dicembre 2018». Negli ultimi due anni, sono state riaperte al pubblico 30 domus. Apprezza e incita a completare il commissario europeo: «Questo luogo è conosciuto in tutto il mondo, la gente vuole vedere i risultati. Quindi non abbiamo scelta, il Grande Progetto Pompei deve riuscire al 100%».
C’è altro: Pompei nel 2016 ha superato i 3 milioni di visitatori, che probabilmente nel 2017 cresceranno ancora. E anche su questo dato si sofferma la commissaria Cretu: «L’obiettivo – ha detto – è stato raggiunto. Inizialmente pensavamo di tornare ai livelli precedenti ai crolli causati dalla forti piogge del 2010-2011. Abbiamo superato quel risultato grazie a una forte cooperazione interistituzionale». «Non solo merito delle domeniche a ingresso gratis – spiega il dg della Soprintendenza Osanna, uomo chiave della rinascita di Pompei – ma di un interesse non più stagionale. Grazie a domus riaperte, ma anche percorsi per portatori di handicap, presto l’illuminazione notturna».
L’ottimismo che regna dentro gli scavi contrasta con il nervosismo di fuori. La protesta di alcuni dipendenti (contro il blocco del turn over e la condizione degli uffici) che da giorni avevano annunciato lo sciopero comincia dalle prime ore. Ma resta contenuta. Il ministro Franceschini ringrazia. «Oggi – ha detto – abbiamo mostrato una buona immagine dell’Italia anche dal punto di vista delle relazioni. Ringrazio per il rinvio dell’assemblea che ha consentito di presentare nel modo migliore l’immagine del Paese».