Italia-Tunisia, intese su migranti e business
Calenda: assistenza per investimenti bilaterali - Boccia: obiettivo piattaforma euro-mediterranea
Rafforzare la cooperazione economica e aumentare gli investimenti per offrire nuove occasioni di lavoro ai giovani tunisini e frenare così le partenze (già molto ridotte dal 2011) di migranti verso le coste italiane. Questo il senso degli accordi e di una dichiarazione congiunta sull’immigrazione tra Italia e Tunisia firmati ieri a Roma dal ministro degli Esteri, Angelino Alfano, con il suo omologo tunisino, Khemaies Jhinaoui.
«A Roma abbiamo firmato accordi per un valore complessivo di 160 milioni di euro», ha precisato il ministro tunisino dello Sviluppo, degli Investimenti e della Cooperazione internazionale, Fadhel Abdelkefi. Oltre alla di- chiarazione congiunta, i ministri degli Esteri hanno infatti raggiunto intese in diversi settori tra cui il partenariato per lo sviluppo, le interconnessioni elettriche, gli scambi giovanili, il rafforzamento della cooperazione in tema di sicurezza.
Tra gli obiettivi prioritari il sostegno del governo italiano al piano di sviluppo 2017-2020 (165,5 milioni, oltre ai circa 200 milioni già deliberati e in attesa di essere erogati) e una serie di iniziative a favore del settore privato (30 milioni di euro), altre mirate all’istruzione pubblica (32,5 milioni di euro) al rafforzamento delle capacità in materia energetica (5 milioni di euro), all’inclusione finanziaria e al sostegno al credito (5 milioni di euro).
Le intese, ha fatto sapere Adelkef giunto in Italia al seguito della missione guidata dal presidente tunisino, Beji Caid Essebsi, toccano i settori dell’agricoltura, ambiente e nuove tecnologie. Nell’incontro con i rappresentanti
In milioni di euro del Governo tunisino, il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha assicurato che il Governo italiano fornirà assistenza alle imprese per lo sviluppo degli investimenti bilaterali e ha annunciato l’organizzazione di una missione economica in Tunisia «per rafforzare i progetti di collaborazione già esistenti e creare la base per nuove iniziative di investimento». Tra i progetti prioritari Calenda ha citato il sistema di interconnessione elettrica Elmed.
Quanto al controllo dei flussi migratori i ministri degli Esteri hanno aggiornato i termini dell’accordo del 2011 che ha già prodotto una drastica riduzione delle partenze di migranti. Secondo Alfano e Jhinaoui «esiste un interesse comune a stabilire una gestione concertata del fenomeno migratorio attraverso procedure di cooperazione efficaci, al fine di rafforzare le capacità della Tunisia nel controllo delle frontiere (in particolare di quelle marittime) e nella lotta alle reti di trafficanti di essere umani».
Alfano ha confermato il sostegno ai progetti di rinnovamento e manutenzione delle motovedette fornite dall’Italia alla Guardia nazio- nale tunisina (per un valore di circa 12 milioni di euro), il completamento dell’anagrafe digitale Afis, la cooperazione in materia di attrezzature e attività di formazione per il controllo delle frontiere marittime e a prendere in esame ogni ulteriore sostegno alla Tunisia in questi ambiti. Quanto ai cittadini tunisini scomparsi negli ultimi anni nel tentativo di raggiungere clandestinamente le coste italiane, autorità italiane e tunisine «stanno lavorando e continueranno a lavorare in stretto contatto per accertare i fatti e le identità delle persone scomparse».
All'incontro di ieri mattina ha partecipato anche il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, oltre ai rappresentanti di diverse imprese italiane presenti sul mercato tunisino, nello specifico Leonardo, Cassa Depositi e Prestiti, Terna, Prysmian, Ansaldo Energia, Cesi, Grimaldi e Marzotto Group. «È stato un incontro interessante, che conferma il grande potenziale di una collaborazione rafforzata tra le imprese italiane e tunisine», ha commentato Boccia. L’obiettivo per il futuro è creare una piattaforma euro-mediterranea che favorisca scambi e investimenti reciproci.
«Il mercato tunisino – ha aggiunto – è centrale per le imprese italiane anche in virtù della sua posizione strategica nel Mediterraneo».
In Tunisia, ha sottolineato ancora il presidente di Confindustria, c'è una forte presenza imprenditoriale italiana: «Con più di 800 aziende il nostro paese occupa una delle primissime posizioni, soprattutto in termini di investimenti e di localizzazione di sedi produttive, grazie anche all'elevato tasso di affinità tra le specializzazioni della Tunisia e la manifattura tipica del sistema Italia». Tra Confindustria e l’omologa tunisina Utica, come ha ricordato Boccia, il dialogo è costante ed è incentrato su progetti congiunti, in particolare l'attività delle pmi. «Dal lavoro comune, sostenuto dai rispettivi governi, possono scaturire due piattaforme verso l’Europa e verso in Mediterraneo, in modo da garantire mercati sempre più ampi alle nostre produzioni.
Contro la logica dei protezionismi che mortificano gli scambi e deprimono l'economia il nostro obiettivo è creare condizioni per allargare orizzonti e opportunità».
GLI ACCORDI COMMERCIALI Firmate intese per un valore complessivo di 160 milioni. Tra gli obiettivi prioritari il sostegno italiano al piano di sviluppo tunisino 2017-2020