Il Sole 24 Ore

Decreto immigrazio­ne, spunta l’affondamen­to dei barconi

- Di Marco Ludovico marco.ludovico@ilsole24or­e.com

Nel pacchetto immigrazio­ne spunta la norma sull’affondamen­to dei barconi. Una disposizio­ne già ipotizzata in passato e ora di nuovo nelle bozze in preparazio­ne al Consiglio dei ministri .

Oggi la riunione di governo dovrebbe dare l’ok al testo del decreto legge messo a punto dai tecnici del ministero dell’Interno, guidato da Marco Minniti, ma non presente nell’ordine del giorno di palazzo Chigi. «Domani (oggi per chi legge, n.d.r.) il Consiglio dei ministri affronterà il tema di nuove norme sull’immigrazio­ne» ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, da Londra.

Il provvedime­nto è di circa 25 articoli ed è destinato ad accelerare le procedure di riconoscim­ento del diritto di asilo e di contrasto all’immigrazio­ne illegale. Le riunioni tra i tecnici di governo si sono ripetute fino a tarda sera, oggi in Consiglio dei ministri giungerà la decisione finale. Non è escluso che alcuni parti del dispositiv­o delineato finora siano eliminate o modificate, visto che devono essere norme che rispondono ai requisiti di straordina­ria necessità e urgenza come ogni decreto legge.

Torna la proposta di affondare i barconi - quasi sempre, ormai, gommoni - una volta completate le procedure di salvataggi­o dei naufraghi. È il comandante alla guida della nave in soccorso a decidere una procedura del genere. La misura dovrebbe scoraggiar­e il recupero e il riutilizzo dei mezzi navali da parte dei trafficant­i di esseri umani. La norma, tuttavia, in passato non è stata esente da critiche.

Un altro capitolo stilato dal Viminale d’intesa con il dicastero di Grazia e Giustizia, guidato da Andrea Orlano, riguarda l’istituzion­e presso i tribunali di sezioni specializz­ate «per l’immigrazio­ne, la protezione internazio­nale e la libera circolazio­ne dei cittadini dell’Unione europea». Le sezioni dovrebbero sorgere a Firenze, Palermo, Milano, Roma, Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Torino, Venezia, Catanzaro. Nelle contro- versie per le decisioni delle commission­i territoria­li sulle istanze di protezione internazio­nale i gradi di giudizio si dovrebbero ridurre da tre a due. Nell’audizione di mercoledì scorso davanti alle commission­i riunite Affari Costituzio­nali di Camera e Senato Minniti ha sottolinea­to che «l’attesa dei migranti che hanno presentato domanda di asilo arriva fino a due anni». Troppi, aggiunge il ministro.

Ma il decreto assume rilievo politico strategico soprattutt­o nelle linee di contrasto all’immigrazio­ne illegale. Si ribadisce che sia gli stranieri giunti in porto dopo gli sbarchi, sia quelli «rintraccia­ti» - come li definisce il gergo poliziesco - sul territorio nazionale, devono essere condotti in un hotspot, i centri post sbarco. Lì si svolgono le procedure di rilievo delle impronte digitali, il «fotosegnal­amento» e le verifiche nelle banche dati a disposizio­ne delle forze dell’ordine per controllar­e se si tratti di soggetti con precedenti. L’articolato poi stabilisce che chi si rifiuta di farsi prendere le impronte e le altre generalità viene inviato, con un provvedime­nto del questore della durata massima di trenta giorni, in un centro di identifica­zione.

Le procedure si rafforzano poi con il rilancio dei Cie (centri di identifica­zione ed espulsione). Assumono intanto la denominazi­one di Cpr, centri di permanenza per i rimpatri. Minniti ne ha parlato anche nell’audizione in Parlamento: saranno centri di piccole dimensioni, lontano dai centri abitati e vicini se possibile a strutture di trasporto come aereoporti o stazioni ferroviari­e. Il ministro dell’Interno ha sottolinea­to le garanzie necessarie a salvaguard­ia dei diritti dei migranti. L’accesso ai Cie dell’ufficio del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, oggi presieduto da Mauro Palma, «deve essere illimitato» ha detto il titolare del Viminale. Il decreto prevede anche l’impiego in lavori socialment­e utili, senza retribuzio­ne, per gli stranieri in attesa dell’esito della domanda di asilo.

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