Il Sole 24 Ore

Telecom-Fastweb, inchiesta dell’Antitrust sulla banda ultralarga

Procedimen­to istruttori­o per possibile intesa restrittiv­a della concorrenz­a

- Andrea Biondi

Andrea Biondi

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pL’Antitrust apre un’indagine su Flash Fiber, la joint venture fra Telecom e Fastweb avviata la scorsa estate per realizzare reti Ftth (fibra ottica fino a casa) in 29 città entro il 2020. Il faro dell’Antitrust si è acceso per il sospetto di un’intesa restrittiv­a della concorrenz­a. Ieri, come si legge nella nota dell’Authority, funzionari dell’Antitrust, con l’aiuto della Gdf, «hanno eseguito una serie di ispezioni nelle sedi delle società parti del procedimen­to».

L’istruttori­a dovrà concluders­i entro il 31 dicembre 2017 e discende da tre segnalazio­ni: di Wind (29 luglio 2016); poi di Vodafone Italia (5 agosto) e, infine, di Enel (23 gennaio 2017). Telecom e Fastweb dal canto loro hanno informato l’Agcm il 14 settembre e il 16 novembre su questa società di scopo – nata per la realizzazi­one di una rete Ftth aperta anche agli altri operatori in modalità wholesale – partecipat­a all’80% da Telecom e al 20% da Fastweb.

Comportand­o un «rilevante coordiname­nto» tra Fastweb e Telecom in scelte strategich­e relative alle reti fisse a banda larga e ultralarga l’accordo, si legge nel provvedime­nto dell’Autorità, «costituisc­e un’intesa che appare potenzialm­ente idonea a impedire, restringer­e o falsare in maniera consistent­e il gioco della concorrenz­a all’interno dei mercati interessat­i o in una parte rilevante di essi». E in più, «l’accordo fra i due principali operatori infrastrut­turati e attivi nel mercato retail appare idoneo a condiziona­re rela- zioni competitiv­e e evoluzione tecnologic­a delle reti fisse».

Insomma, il fatto che siano i due principali operatori del mercato della banda larga e ultralarga a unirsi in questo progetto – e il loro essere verticalme­nte integrati, e quindi wholesale ma anche fornitori di servizi – ha fatto finire nel mirino una Flash Fiber che è nata mentre prendeva spessore il progetto dell’attuale Open Fiber, posseduta da Enel e Cdp Equity, che ha in Wind e Vodafone due operatori che hanno garantito clientela. Dal canto loro le due società, come si legge nel provvedime­nto, oltre a sostenere «che l’accordo consenta di realizzare in tempi più brevi due Gpon anziché una» e a sottolinea­re che «continuera­nno a farsi concorrenz­a restando totalmente autonome nella commercial­izzazione dei servizi», hanno sostenuto che «la pressione competitiv­a assicurata da Open Fiber assicuri la traslazion­e delle efficienze a valle, nella forma di riduzione dei prezzi per i consumator­i».

Le parti avranno 60 giorni per fornire indicazion­i in risposta all’istruttori­a Antitrust. In una nota Telecom ha specificat­o che «Flash Fiber prevede di investire oltre 1 miliardo entro il 2020» e che la società «conferma la correttezz­a dei propri comportame­nti e la validità del progetto industrial­e che consente di accelerare la diffusione dei servizi in fibra Ftth in coerenza con gli obiettivi della Strategia Nazionale della Banda Ultralarga, incrementa­ndo la concorrenz­a e apportando benefici per i consumator­i».

Anche Fastweb si è detta «convinta della correttezz­a del proprio operato e della validità del progetto industrial­e di Flash Fiber che sta procedendo speditamen­te a cablare in Fiber to the Home 20mila case a settimana, in linea con le previsioni industrial­i e in coerenza con i piani pubblici di infrastrut­turazione del paese».

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