Il «valore» del Leone
Al cda Mediobanca non si sarebbe parlato di Generali.
Ma ieri l’ad Alberto Nagel, tempestato da domande sul tema, che resta caldo per il mercato dopo l’«interesse industriale» dichiarato da Intesa-SanPaolo, qualcosa ha dovuto dire. In realtà niente di inedito. Il piano triennale, approvato a novembre, prevede ancora, come il precedente, la cessione del 3% rispetto alla partecipazione attuale del 13%. A dicembre 2015, quando il momento di Borsa era più favorevole, Piazzetta Cuccia aveva iniziato a dismettere il primo 0,2%, ceduto sul mercato al prezzo medio di 17,8 euro. Questo, con le quotazioni del Leone che oggi veleggiano poco sopra 14 euro, resta sempre un «riferimento», ha indicato l’ad agli analisti che lo sollecitavano a riguardo. Il prezzo però è relativo alla cessione sul mercato di una parte della quota, non certo di tutta. Per Mediobanca, che ha un prezzo di carico intorno ai 15 euro, vendere il 3% anche a 18 euro (quasi 4 euro più delle attuali quotazioni di Borsa) vorrebbe dire incassare una plusvalenza dell’ordine dei 50 milioni. Non è certo il capital gain il metro col quale misurare l’opportunità di alleggerimento. Il punto è che con la scadenza del “compromesso danese” che permette - al fine dei ratio patrimoniali - una contabilizzazione di favore sulla partecipazione assicurativa fino a tutto il 2018, mantenere integra la partecipazione assorbirà più capitale di vigilanza e renderà meno conveniente l’investimento.
Tuttavia Piazzetta Cuccia potrebbe permetterselo. Nel piano che termina a metà 2019 è previsto di raggiungere un Common equity tier 1 - il principale ratio di vigilanza - del 14%, dando per fatta la cessione di quel 3% che balla da anni. Se però non ci fossero le condizioni di prezzo -quei 17-18 euro di riferimento - o se Mediobanca non ritenesse più opportuno alleggerirsi ,il ratio arriverebbe comunque al 13%, un livello di solida tranquillità. Mediobanca cioè non sarebbe “obbligata” a cedere parte delle azioni del Leone in portafoglio, tanto più se non individuasse impieghi più remunerativi . Oggi il rendimento del capitale allocato su Generali per Piazzetta Cuccia è del 17%, dal 2019, senza le facilitazioni del “compromesso danese” scenderà intorno a un comunque competitivo 12%.
Diverso è lo scenario in cui si scatenasse una contesa a colpi d’Opa su Generali. In quel caso non basterebbero certo i 17 o 18 euro, in passato ottenuti dal mercato, per convincere Mediobanca a cedere l’intera quota. D’altra parte un’offerta sul Leone non potrebbe essere contrastata da un’ascesa ulteriore nel capitale della compagnia da parte di chi oggi è il suo primo azionista.