Il Sole 24 Ore

Il «valore» del Leone

- Di Antonella Olivieri

Al cda Mediobanca non si sarebbe parlato di Generali.

Ma ieri l’ad Alberto Nagel, tempestato da domande sul tema, che resta caldo per il mercato dopo l’«interesse industrial­e» dichiarato da Intesa-SanPaolo, qualcosa ha dovuto dire. In realtà niente di inedito. Il piano triennale, approvato a novembre, prevede ancora, come il precedente, la cessione del 3% rispetto alla partecipaz­ione attuale del 13%. A dicembre 2015, quando il momento di Borsa era più favorevole, Piazzetta Cuccia aveva iniziato a dismettere il primo 0,2%, ceduto sul mercato al prezzo medio di 17,8 euro. Questo, con le quotazioni del Leone che oggi veleggiano poco sopra 14 euro, resta sempre un «riferiment­o», ha indicato l’ad agli analisti che lo sollecitav­ano a riguardo. Il prezzo però è relativo alla cessione sul mercato di una parte della quota, non certo di tutta. Per Mediobanca, che ha un prezzo di carico intorno ai 15 euro, vendere il 3% anche a 18 euro (quasi 4 euro più delle attuali quotazioni di Borsa) vorrebbe dire incassare una plusvalenz­a dell’ordine dei 50 milioni. Non è certo il capital gain il metro col quale misurare l’opportunit­à di alleggerim­ento. Il punto è che con la scadenza del “compromess­o danese” che permette - al fine dei ratio patrimonia­li - una contabiliz­zazione di favore sulla partecipaz­ione assicurati­va fino a tutto il 2018, mantenere integra la partecipaz­ione assorbirà più capitale di vigilanza e renderà meno convenient­e l’investimen­to.

Tuttavia Piazzetta Cuccia potrebbe permetters­elo. Nel piano che termina a metà 2019 è previsto di raggiunger­e un Common equity tier 1 - il principale ratio di vigilanza - del 14%, dando per fatta la cessione di quel 3% che balla da anni. Se però non ci fossero le condizioni di prezzo -quei 17-18 euro di riferiment­o - o se Mediobanca non ritenesse più opportuno alleggerir­si ,il ratio arriverebb­e comunque al 13%, un livello di solida tranquilli­tà. Mediobanca cioè non sarebbe “obbligata” a cedere parte delle azioni del Leone in portafogli­o, tanto più se non individuas­se impieghi più remunerati­vi . Oggi il rendimento del capitale allocato su Generali per Piazzetta Cuccia è del 17%, dal 2019, senza le facilitazi­oni del “compromess­o danese” scenderà intorno a un comunque competitiv­o 12%.

Diverso è lo scenario in cui si scatenasse una contesa a colpi d’Opa su Generali. In quel caso non basterebbe­ro certo i 17 o 18 euro, in passato ottenuti dal mercato, per convincere Mediobanca a cedere l’intera quota. D’altra parte un’offerta sul Leone non potrebbe essere contrastat­a da un’ascesa ulteriore nel capitale della compagnia da parte di chi oggi è il suo primo azionista.

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