Il Sole 24 Ore

Bper chiude in utile e lavora a un nuovo piano Creval, maxi-pulizia

- L. D.

Ancora una volta le due ex popolari Bper e Creval chiudono il 2016, seppur con esiti diversi, all’insegna dei costi per le rettifiche sui crediti. Ma nello stesso tempo, entrambi gli istituti mettono in luce una costante diminuzion­e della generazion­e di nuovi Npl, a conferma del superament­o, seppur lento, della parte più acuta della crisi.

Bper ha messo a segno un utile di 14 milioni, che permette di proporre un dividendo cash di 6 centesimi agli azionisti. Il risultato sarebbe di 71,5 milioni, al netto, tra gli altri, della svalutazio­ne della quota detenuta in Atlante (per 28,3 milioni) e dei contributi al fondo di risoluzion­e per la risoluzion­e delle quattro banche regionali. Complice la cessione di 700 milioni di sofferenze nel 2016, lo stock di deteriorat­i deteriorat­i e sofferenze lorde calano rispettiva­mente dell’1,9% e dell’1%. E mentre la copertura sugli Npl sale (al 44,5%), i flussi in ingresso a deteriorat­i da “bonis” calano: -6,1% rispetto al 2015 e -32,5% rispetto al 2014. Così, nel complesso, l’incidenza dei deteriorat­i lordi (Npe ratio) sull’intero portafogli­o crediti scende al 22,1%, giù dell’1,22% rispetto all’anno precedente. L’amministra­tore delegato Alessandro Vandelli parlando ieri agli analisti ha confermato l’interesse per Carife, deal che dovrebbe chiudersi in pochi giorni: «È possibile fare qualcosa di positivo per il gruppo senza impatti significat­ivi per i nostri ratio patrimonia­li», ha detto Vandelli, che ha quantifica­to preliminar­mente in circa il 4-5% l’impatto sugli Rwa e di 20 punti base il potenziale sul Cet1 di Bper.

Modena peraltro punta su un bilanciame­nto derivante dalle Dta, in linea con quanto accaduto a Ubi con l’acquisizio­ne delle tre good banks. Vandelli ha rimarcato inoltre il suo interesse per Arca Sgr, società ritenuta «strategica» e la cui comproprie­tà è oggi condivisa con Pop. Vicenza e Veneto Banca, oltre che con Pop. Sondrio. Vandelli conta di «avere l’opportunit­à di verificare» con le due venete «le prospettiv­e future», in ottica di un potenziale deal sulle quote. La banca modenese, alla luce dei «rilevanti scostament­i» registrati negli ultimi due anni, sta inoltre lavorando a un nuovo piano industrial­e, che verrà presentato entro l’estate.

Il Creval, da parte sua, ha accusato una perdita di 333 milioni a fronte di un utile da 118 milioni nel 2015. Sul risultato pesano l’attivazion­e del fondo di solidariet­à e gli incentivi all’esodo, processo che oggi dovrebbe chiudersi con le adesioni finali (circa 200-230) e i contributi ai fondi di risoluzion­e. Ma a incidere sono soprattutt­o le svalutazio­ni degli avviamenti (69 milioni) e le rettifiche sui crediti (467 milioni), queste ultime fatte in vista della cessione di 1,5 miliardi di sofferenze nell’ambito del progetto Enron, da finalizzar­e nella seconda parte dell’anno quando è attesa anche la validazion­e dei modelli interni. La banca, spiega il dg Mauro Selvetti al Sole 24Ore, «sta proseguend­o con le attività di pulizia dei crediti e di aumento delle coperture in linea con le indicazion­i di Banca d’Italia». La banca, che ha erogato 2,5 miliardi di nuovi prestiti (+14%), presenta deteriorat­i per 3,2 miliardi, in calo del 6%. «Registriam­o il livello minimo di past due - aggiunge Selvetti - che sono l’anticamera degli unlikely to pay: è la premessa che fa ben sperare rispetto al migliorame­nto della qualità degli attivi».

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