Mps fa nuova pulizia sui conti, perdite a 3,38 miliardi
Pesano quasi 2,6 miliardi di nuove rettifiche sui crediti - La copertura delle sofferenze sale al 64,8%
pBanca Mps ha chiuso il 2016 con una perdita di 3,38 miliardi, che include 2,59 miliardi di rettifiche in più sui crediti per l’aggiornamento delle valutazioni sui deteriorati. Nel 2015 l’istituto aveva chiuso il bilancio in utile di 388 milioni.
La banca senese archivia inoltre il bilancio con un risultato operativo lordo di 1,63 miliardi che si confronta con quello di 2,58 miliardi del 2015. Nel quarto trimestre il risultato operativo è stato positivo per 147 milioni. Da notare che il common equity Tier1 ratio è pari all’8% ed è al di sotto della soglia Srep fissata da Bce al 31 dicembre 2016 al 10,75%.
Il capitolo più rilevante resta quello delle sofferenze, con la copertura che sale al 64,8%: la banca senese ha registrato nell’esercizio appena archiviato rettifiche su crediti e attività finanziare per 4,5 miliardi di euro, cioè 2,5 miliardi di euro in più del 2015, a cau- sa di componenti non ricorrenti pari a quasi 2,6 miliardi legate all’aggiornamento dei parametri utilizzati nella valutazione dei crediti, che recepiscono le indicazioni date dalla Bce .
Si fermano invece a gennaio le fuoriuscite di flussi causate lo scorso anno dagli esiti negativi degli stress test e dall’operazione di ricapitalizzazione non andata a buon fine, dopo che nel 2016 la raccolta diretta è scesa in modo netto a 105 miliardi di euro, in calo quindi di 14,7 miliardi di euro rispetto a dicembre 2015.
I riflettori sono ora puntati soprattutto sul piano industriale sottostante la ricapitalizzazione precauzionale da 8,8 miliardi riservata al Tesoro, utilizzando il burden sharing. Su questo punto il cantiere per il piano di ristrutturazione del Monte dei Paschi «è in corso, mantenendo, in continuità con il piano industriale 2016-2019 (varato dalla banca a fine ottobre), le principali linee strategiche focalizzate sulla riduzione del profilo di rischio della banca».
Assieme gli advisor McKinsey, Oliver Wyman e Mediobanca l’Ad Marco Morelli continua a lavorare sulla stesura del business plan che dovrà poi trovare il via libera del Ministero dell’Economia (che presto dovrebbe nominare un proprio advisor) oltre che della Dg Comp e della Bce.
In particolare il piano potrebbe avere tempi più lunghi del previsto, anche per ragioni tecniche legate alla conversione del decreto salva- banche del Governo che ha stanziato 20 miliardi per Siena e per le altre banche
In mln di €
Utile d’esercizio in difficoltà. Ma dovrà anche essere decisa una nuova struttura per la valorizzazione del portafoglio di 27,7 miliardi lordi circa di Npl, una volta tramontata la soluzione con Atlante.
Su questo fronte il management starebbe prendendo in considerazione diverse ipotesi, anche se al momento non ci sarebbe stata una scelta definitiva. Potrebbe infatti essere presa la strada della cessione del mega-portafoglio in più tranche, visto che i compratori non mancherebbero: fondi come Lonestar, Apollo , Pimco e Fortress. Insomma, la stessa strada rapida di pulizia individuata da Unicredit, che tuttavia ha avuto come fattore negativo la penalizzazione in termini di prezzi. L’altra strada, più lunga ma meno penalizzante, sarebbe una mega-cartolarizzazione con l’utilizzo delle garanzie statali, cioè le Gacs, con la successiva cessione delle tranche mezzanino e junior a investitori specializzati. Da rilevare che a dicembre 2016 i crediti deteriorati lordi (compresi gli incagli) erano pari a 45,8 miliardi di euro, in flessione di 1,1 miliardi di euro rispetto a dicembre 2015.
IL TESORO IN INGRESSO Più tempo per il piano industriale, con focus sulla riduzione delle sofferenze, in vista della ricapitalizzazione precauzionale da 8,8 miliardi