Il Sole 24 Ore

Entrate da giochi: allarme del Governo

- Marco Mobili

pNel giorno dei grandi numeri sui recuperi della lotta all’Evasione, il Governo lancia l’allarme sulla tenuta delle entrate erariali dai giochi. Entrate che nel 2016 hanno superato i 10 miliardi di euro (erano 8 nel 2015). Per l’anno 2017 «alcuni elementi inducono a ritenere probabile una contrazion­e del gettito, ad oggi di difficile quantifica­zione», ha sottolinea­to il viceminist­ro all’Economia, Luigi Casero rispondend­o a un question time (Federico Ginato del Pd) in commission­e Finanze alla Camera. Più facile individuar­e le cause. Da una parte le «delibere degli enti locali, prese a seguito delle leggi regionali» con l’introduzio­ne di distanze minime da luoghi sensibili e limitazion­i dell’orario di esercizio «che comportera­nno presumi- bilmente un forte ridimensio­namento dell’offerta legale», a tutto vantaggio del mercato illegale. Dall’altra parte il mancato raggiungim­ento dell’intesa in Conferenza unificata sulla disciplina del mercato del gioco. E mentre l’intesa vive di rinvio in rinvio, sul territorio diventano operative o lo saranno a breve le misure restrittiv­e dettate da sindaci e governator­i. «Come ad esempio - ha precisato Casero - la regione Piemonte e il comune di Genova, che a partire dal 2 maggio 2017 consentira­nno l’esercizio di sale e punti gioco solo a una distanza di oltre 300 metri da determinat­i (e numerosi) luoghi sensibili (scuole, ospedali, cimiteri, stabilimen­ti balneari, istituti di cura, bancomat, compravend­ita di oro)». Ci sono poi Napoli e Firenze che hanno introdotto forti limitazion­i orarie all’apertura dei punti vendita del gioco e «molti Comuni della Lombardia hanno assunto iniziative analoghe», ad esempio Milano e Bergamo. Senza intesa tra Stato e territorio la sola certezza è quella che la stretta sui giochi interesser­à «quote molto rilevanti dell’attuale offerta gioco».

Con la risposta al question time Casero ha provato anche a far chiarezza per una corretta lettura dei dati sul mercato dei giochi e in particolar­e sul contestato volume della «raccolta» troppo spesso “confuso” con la «spesa» sostenuta dai giocatori o con i ricavi di concession­ari e gestori. Dai 96 miliardi di raccolta 2016 vanno sottratte le vincite che nel 2015 hanno superato l’80% portando l’asticella della spesa effettiva delle famiglie sostenuta lo scorso anno a 19 miliardi.

Sulla piattaform­a di gioco online utilizzata dal clan dei Casalesi , infine, il viceminist­ro Casero ha risposto al quesito di Ferdinando Alberti (M5S) precisando che «non fa parte di quelle autorizzat­e dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli».

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