Sul rappresentante confisca «limitata»
pÈ illegittima la confisca per equivalente sui beni del legale rappresentante se non è stata preliminarmente eseguita una valutazione sommaria delle disponibilità della società. A confermarlo è la Corte di cassazione con la sentenza n. 6053 depositata ieri.
Il Gip disponeva il sequestro preventivo per equivalente nei confronti di due amministratori di una società per il reato di utilizzo di fatture riferite a operazioni inesistenti.
Il provvedimento veniva confermato anche dal Tribunale del riesame nel presupposto che non era necessaria la preventiva richiesta e adozione di un sequestro in capo alla società e, in caso di esito negativo della ricerca, per equivalente sui dei beni del legale rappresentante dell’ente, poiché era onere dell’indagato provare l’esistenza di beni nella disponibilità della società su cui disporre la confisca diretta.
Gli indagati ricorrevano in Cassazione, lamentando un’omessa motivazione.
I giudici di legittimità, ritenendo fondata la doglianza, hanno innanzitutto richiamato il principio affermato dalle Sezioni unite (n. 10561/2014), secondo il quale il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente può essere disposto anche quanto l’impossibilità del reperimento dei beni, costituenti il profitto del reato, sia transitoria e reversibile, purchè sussistente al momento della richiesta e dell’adozione della misura, non essendo necessaria la loro preven- tiva ricerca generalizzata.
La giurisprudenza ha inoltre precisato che per i reati tributari commessi dai legali rappresentanti della persona giuridica, il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente può essere disposto sui beni personali degli amministratori solo nell’ipotesi in cui il profitto (o i beni a esso direttamente riconducibili) non sia più nella disponibilità dell’ente (Cassazione n. 30486/2015). A ciò consegue che il Pm è legittimato alla richiesta di sequestro per equivalente solo all’esito di una valutazione allo stato degli atti in ordine alle risultanze relative al patrimonio della società. In tale contesto, pur non essendo necessario un vero e proprio accertamento, quale presupposto della richiesta cautelare per equivalente, il Pm non ha in ogni caso la libertà di scelta tra il sequestro diretto sull’ente e quello sui beni del legale rappresentante, poichè quest’ultimo si può chiedere solo all’esito di una valutazione sommaria.