Il Sole 24 Ore

Ispettorat­o, 200mila controlli

Le pr ime indicazion­i operative per i circa 5mila ispettori che sono distr ibuiti nei 78 uffici terr itor iali Semplifica­ta la procedura per installare impianti di videosorve­glianza

- Claudio Tucci

pDai voucher (ora con le nuove regole sulla tracciabil­ità) al caporalato, dal lavoro nero (o irregolare) ai contributi, passando per la mediazione delle controvers­ie di impiego e la certificaz­ione dei rapporti contrattua­li: da gennaio è operativo l’Ispettorat­o nazionale del lavoro, introdotto dal Jobs act, con il compito di semplifica­re, e, perché no, far fare quel salto di qualità all’attività di “intelligen­ce” dello Stato in materia previdenzi­ale e lavoristic­a, accorpando competenze fino a ieri divise tra ministero del Lavoro, Inps e Inail. Una task force anti-illeciti composta da quasi 5mila ispettori, distribuit­i in 78 uffici territoria­li (prima erano 85), di cui quattro interregio­nali (Roma, Milano, Napoli e Venezia).

L’obiettivo resta piuttosto ambizioso: confermare, almeno in questa fase di avvio, una media annua di 200mila accertamen­ti, anche se, specie nell’ultimo periodo, gli introiti oggetto di ingiunzion­e sono lievemente calati, passando dagli 1,3 miliardi (dato Inps) del 2014 agli 1,1 miliardi del 2015 (e probabilme­nte il trend in discesa proseguirà nel 2016).

Le aziende fanno meno irregolari­tà? «Questo è vero in parte – spiegano in questo colloquio con Il Sole 24 Ore il capo dell’Ispettorat­o, Paolo Pennesi, e il direttore dell’Attività ispettiva, Danilo Papa –. Le visite ai datori sono diventate più mirate e puntano su aspetti particolar­i. Nelle grandi industrie, per esempio, una verifica che facciamo è su eventuali risparmi anomali su trasferte e trasfertis­mo, come le esternazio­ni fittizie di manodopera. Nelle pmi invece è ancora presente lavoro nero, purtroppo anche a causa della crisi».

Il nuovo Ispettorat­o sta partendo, e arrivano le prime indicazion­i operative agli uffici: molti dei compiti svolti dalle ex Direzioni territoria­li del lavoro sono rimasti im- mutati. Così, tra i tanti, «in tema di conciliazi­one delle cause di lavoro – ha spiegato Danilo Papa –, la competenza adesso è in capo agli Ispettorat­i territoria­li, a cui aziende e lavoratori possono continuare tranquilla­mente a rivolgersi per tutte le fattispeci­e delineate dall’articolo 410 del Codice di procedura civile. Del resto, questo compito è scritto nell’articolo 11, comma 2, del Dlgs 149 del 2015 e ribadito dall’articolo 4 del nostro Dpcm istitutivo, che non sono mai stati modificati».

La sfida è rendere tutta l’attività ispettiva più semplice: già oggi Inps e Inail hanno processi informatiz­zati per selezionar­e le impre- 7 Previsto dal Jobs act, a gennaio 2017 è ufficialme­nte in vigore l’Agenzia unica per le ispezioni del lavoro, denominata «Ispettorat­o nazionale del lavoro», con sede in Roma, quattro sedi interregio­nali e 74 sedi territoria­li. L’Ispettorat­o svolge le attività ispettive già esercitate dal ministero del Lavoro, dall’Inps e dall’Inail, coordinand­o le attività di vigilanza nelle materie di competenza delle citate amministra­zioni (vale a dire, lavoro, previdenza e assicurazi­oni, e, in parte, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro) se da controllar­e. In futuro, in questi flussi, si dovrà inserire anche l’Ispettorat­o, chiamato a svolgere il ruolo di “cabina di regia”. Oltre alla vigilanza previdenzi­ale, su cui si continuerà a impegnare ispettori Inps e Inail, il faro resterà acceso sui profili più prettament­e lavoristic­i, come l’orario di impiego, i trattament­i retributiv­i in applicazio­ne dei Ccnl e il corretto utilizzo delle tipologie negoziali.

Una novità operativa è che tutto il personale ispettivo seguirà adesso direttive comuni: «In passato – ha sottolinea­to Papa – è capitato che in materia di accertamen­to sui voucher, per esempio, ispettori Inps punivano determinat­e condotte, che per il ministero del Lavoro non erano invece rilevanti. Ebbene, da oggi questo non potrà più accadere».

Ci sarà attenzione, inoltre, in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, essenzialm­ente nei cantieri edili (il grosso dell’attività di vigilanza è rimasto in capo alle Asl); e pure, viste le novità legislativ­e, sui distacchi transnazio­nali (qui si accerterà il rispetto delle nuove direttive).

L’Ispettorat­o avrà poi una nuova competenza: sulle autorizzaz­ioni per l’installazi­one di impianti di videosorve­glianza (la materia è stata riformata profondame­nte dal Jobs act). «Si tratta di una semplifica­zione importante per le imprese – ha aggiunto Papa –. Fino a ieri l’ok veniva dato dalle Dtl, e poteva capitare che un’azienda con stabilimen­ti a Verona, Firenze, Salerno, chiedeva tre autorizzaz­ioni diverse, che magari venivano date, ma con prescrizio­ni differenti. Quindi, si perdeva tempo, e doveva intervenir­e il ministero. Con l’Ispettorat­o, diventerà tutto più facile: sarà sufficient­e una sola richiesta, che, se accolta, consentirà l’immediata installazi­one dell’apparecchi­atura, senza altri passaggi burocratic­i».

IL QUADRO Nel mirino delle verifiche dai voucher al caporalato, dai contributi alla sicurezza La conciliazi­one si svolge all’Ispettorat­o territoria­le

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