Il Sole 24 Ore

Oscurato sito che clonava le credenzial­i

- Alessandro Longo

Per la prima volta in Italia un giudice ha disposto il sequestro di un intero sito internet, in nome della tutela della privacy e della personalit­à altrui.

Il decreto di sequestro preventivo – che segna un nuovo livello della repression­e dei reati sul web – riguarda il sito Farmaciame­rlino.it, da parte del tribunale di Napoli. Il Gip, con l’atto datato 16 gennaio, rileva che sul sito «venivano commercial­izzati farmaci online sfruttando le credenzial­i e le i mmagini della farmacia Merlino» di Napoli. Il titolare della stessa ha dichiarato di non avere alcun collegamen­to con quel sito, che risulta invece registrato a una società inglese e ha riferiment­i telefonici americani (gli stessi associati un altro sito abusivo di vendita farmaci online, a quanto indica il Gip).

Ecco perché il giudice ha disposto il sequestro dell’intero sito per i reati dall’articolo 167 del codice della privacy (trattament­o illecito di dati) e 494 del codice penale, ossia sostituzio­ne di persona.

In quanto il sito è posizionat­o all'estero, il giudice non può sequestrar­lo fisicament­e ma dispone l’oscurament­o: ordina ai provider italiani di impedirne l’accesso ai propri utenti.

«Si tratta di un provvedime­nto del tutto inedito: sino ad oggi la giurisprud­enza si era limitata a prescriver­e la ri- mozione del singolo file contenente i dati personali o a condannare in sede penale chi li trattava in modo illecito», nota Fulvio Sarzana, avvocato specializz­ato in diritti digitali.

Si pensi per esempio al caso Google-Vividown, che in primo grado si era risolto con una condanna ai vertici di Google Italia, poi assolti in appello. L’oscurament­o finora era stato adottato per altri reati: per esempio, per siti totalmente dediti a reati di vendita prodotti contraffat­ti o alla violazione del copyright audio-visivo.

«Invece, con il provvedime­nto del giudice di Napoli per la prima volta si adotta la tesi dell’oscurament­o integrale del sito che tratta illecitame­nte dati personali. Questo decreto potrà avere una forte ricaduta nel settore del diritto all’oblio e, più in generale nel settore della reputazion­e on line», aggiunge Sarzana.

Insomma, la sentenza prefigurer­ebbe questo scenario: un sito che viola un diritto della persona- privacy, anche alla luce del diritto all’oblio, o reputazion­e - può trovarsi sottoposto alla misura più forte di repression­e: il sequestro.

«Agli addetti ai lavori risulta chiaro che la giurisprud­enza sul web sta cambiando; sta spostando l’ago della bilancia verso un approccio che protegge meno la libertà di espression­e rispetto ad altri diritti. E lo fa in una crescente gamma di casi e reati» aggiunge Sarzana.

«Lo stesso Tribunale partenopeo (ma in sede civile) l’anno scorso ha dato esempio di questo nuovo orientamen­to, molto severo in fatto di rimozione dei contenuti in rete: quando ha condannato Facebook per la vicenda della 31enna suicida a causa di video hard che la ritraevano».

REATI IN CONCORSO Oltre al trattament­o illecito di dati personali, contesta ta la sostituzio­ne di persona: il negozio «napoletano» era basato in Gran Bretagna

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy