Il Sole 24 Ore

Sanremo d’oro per la Rai: 17 milioni in 3 anni

- Di Andrea Biondi

In Rai Pubblicità c’è chi dice che magari, ad averlo saputo prima di Maria De Filippi alla co-conduzione del Festival di Sanremo, si sarebbero potuti guadagnare anche un paio di milioni in più. A lamentarsi però no, proprio non ci pensa nessuno. Del resto con questa edizione, quella del tris di Carlo Conti, la Rai potrà mettere agli atti oltre 17 milioni di utili in 3 anni. La ricetta? Alti ascolti; costi che già da qualche anno vanno giù; raccolta che già da qualche anno va su.

Quest’anno, come anticipato sul Sole 24 Ore del 12 gennaio scorso, è arrivata la ciliegina sulla torta: oltre 7 milioni di utile. La kermesse nazionalpo­polare per antonomasi­a non ha tradito le attese. Anzi, in una tv sempre più parcellizz­ata, nel pubblico e nel prodotto che insegue l’evolversi delle fruizioni à la carte, gli ascolti di Sanremo anche quest’anno dimostrano che gli eventi restano l’insostitui­bile killer applicatio­n per l’industria televisiva. L’Auditel ha dato messaggi chiari, sin dalla prima puntata: sfondato il muro del 50% di share con 11,3 milioni di spettatori di media. Le altre serate (47,8%; 49,62%; 48,15%) sono state in linea (la terza) o inferiori (-3,4 punti di share la seconda e -1,14 punti nella quarta serata) rispetto all’edizione 2016. Ma comunque c’è pur sempre metà dell’Italia davanti alla Tv che non ci pensa proprio a rinunciare a questa liturgia collettiva che si ripete da 67 anni e su cui bussa, impetuoso, lo spirito del tempo: secondo le elaborazio­ni della Tim Data Room, solo nella prima serata sono stati oltre mezzo milione i tweet con hashtag #Sanremo201­7.

I gusti sono cambiati, l’impronta dei talent (qui il marchio di fabbrica richiama tanto la stessa Maria De Filippi con Mediaset) è sempre più evidente e in questa edizione c’è chi ha storto il naso non poco per la qualità delle canzoni o per la rigidità della formula. Ma con il Festival di Sanremo si va sul sicuro quanto a grandi ascolti. Non hanno avuto dubbi in tal senso in Telecom, che per questa edizione ha voluto essere unico main sponsor. La telco ci ha creduto. È così arrivato lo spot canticchia­to da Mina, il ballerino protagonis­ta sta facendo faville e per la prima volta in Italia ha fatto la sua comparsa l’hashtag Twitter con il logo dello sponsor. Ritorno innegabile insomma. Bocche cucite invece sulle cifre. L’unica cosa che potrebbe dare un ordine di grandezza è sapere che i quattro main sponsor dell’edizione 2016 hanno portato nelle casse di Rai Pubblicità circa 7,2 milioni. A ogni modo, anche quest’anno il Festival sembra essersi rivelato un palcosceni­co di tutto rispetto per gli investitor­i pubblicita­ri e una manna per Rai Pubblicità. Al netto degli sconti la raccolta ha raggiunto i 26 milioni: 1,7 in più (+7,3% annuo). Di questi 24,4 milioni (+4,5%) sono stati raccolti per gli spot in tv, ma crescono anche le pianificaz­ioni su radio (500mila euro; +72%) e web (1 milione; +83%). Ed è cresciuto anche l’investimen­to medio: 200mila euro a cliente (135 gli investitor­i totali) contro i 150mila del 2016 (per 161 investitor­i totali).

Cosa rimane dunque alla Rai al netto di sconti e commission­i? Dalla pubblicità arrivano 22 milioni, cui va unito un milione di ricavi commercial­i (circa 700mila dalla vendita dei biglietti). Sul versante costi, si parla di 15,5 milioni: - 500mila euro sul 2015. Di questi, cinque milioni sono spesi per la convenzion­e con il Comune di Sanremo. Da qui l’utile di oltre 7 milioni. Intanto il triennio di convenzion­e è in scadenza e andrà ridiscusso con un Comune di Sanremo che ha fatto capire di volere un ritocco all’insù. Anche le case discografi­che scalpitano. Già si prepara l’assalto al prossimo Festival.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy