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viaggio attraverso i secoli, con una serie di opere su carta e su tela, sculture, fotografie e oggetti realizzati con diverse tecniche e materiali che raccontano il sesso, la sensualità e l’erotismo. Ma sono, sempre e comunque, e che piaccia o no, arte. E ci sono nomi come George Grosz, Picasso, Man Ray, Schiele, Klimt, Lucien Freud... Il catalogo, curato da Constantine Frangos, responsabile dell’asta, ha un’introduzione di Rowan Pelling (direttrice del magazine inglese «Erotic Review»: però!) e nei 107 lotti annovera pezzi fantastici. Per ciascuno racconta una piccola storia (e molte sono di per sè un romanzo, che si sarebbe potuto sviluppare). Sì, ci sono gli “oggetti” particolari, come un letto a barca in mogano, proveniente dall’Hotel de la Paiva sugli Champs-Elysés a Parigi e poi scenografico arredo per il celebre La Fleur Blanche (noto bordello parigino frequentato dall’alta società e luogo di ispirazione di Henry de Tolouse-Lautrec) a 6-900 mila euro di stima. Ma sono più coinvolgenti, a mio parere, pezzi come la «Ophelia», una scultura in marmo incorniciata in legno classicissima e di grande qualità di Sarah Bernhardt (sì, proprio lei, la grande attrice). Una figura shakespeariana sensualissima e tormentata (si vede un capezzolo: Facebook avrebbe censurato senza dubbi l’immagine...) quotata tra i 60 e gli 83.000 euro. Ben più espliciti, ma anche enigmatici, in questo caso, alcuni scatti “surrealisti” di Man Ray (per non parlare di altri autori che erano devoti al sesso, che so, Schiele o Picasso): «Exposition Coloniale», del 1931, trittico con una foto che fa il verso a un celeberrimo dipinto di Courbet. E poi, insieme a scene erotiche e pornografiche molto vivaci, ecco invece il silenzio che promana da alcuni marmi (un fauno, due amanti), di epoca romana: a ricordarci che l’osservazione del corpo, dell’amore e dell’eros c’è sempre stata. Qualunque cosa pensino gli improbabili censori virtuali contemporanei.