Risorse non residuali per coesione e sviluppo
Le risorse finanziarie del bilancio comunitario messe a disposizione per promuovere la coesione e lo sviluppo e attuare le politiche comunitarie sono gestite dalla Commissione europea con due modalità precise: in forma indiretta (attraverso i prestiti Bei e Fei e i fondi strutturali), nel qual caso la Commissione Ue trasferisce le risorse finanziarie o direttamente a intermediari finanziari o alle Regioni che, sulla base dei programmi operativi regionali, si interfacciano con i beneficiari finali; in gestione diretta, nella quale il rapporto contrattuale è tra la Commissione – o una sua Agenzia delegata – e l’utilizzatore finale.
I finanziamenti diretti non sono da considerarsi “residuali”, ossia avanzi dei fondi strutturali, ma vere potenzialità create a sostegno delle varie politiche comunitarie che, se sfruttate appieno, possono far raggiungere vantaggi economici e notevoli incrementi delle conoscenze.
I “finanziamenti diretti” emanati, gestiti e controllati direttamente dalla Commissione Ue sono conosciuti anche come “Programmi comunitari” attraverso i loro acronimi - Cosme, Horizon 2020 , Life+, EaSi , Erasmus+ , Europa Creativa... - e sono destinati a finanziare progetti riguardanti diversi settori, che vanno dalla formazione professionale all’Itc, dall’ambiente alla cultura, dall’energia alle politiche sociali.
Tutti i “Programmi comunitari in via diretta” erogano le proprie risorse mediante due procedure precise e distinte: una procedura - che porta, di norma, più dell’80% del budget messo a disposizione - si attiva mediante la pubblicazione di un “invito a presentare progetti”, il quale presuppone che il progetto debba essere presentato mediante un partenariato (almeno tre soggetti provenienti da diversi Stati membri) e seguendo una serie di linee-guida elaborate dalla Direzione generale della Commissione che si occupa di gestire il progetto. L’esito positivo della valutazione del progetto sfocia nella sottoscrizione di una “convenzione di sovvenzione” tra la Commissione e il proponente.
L’altra procedura - con il budget restante - si attiva mediante la pubblicazione nella Gazzetta Ue serie S di un “bando di gara d’appalto“. L’esito positivo della valutazione della candidatura del singolo proponente (il quale, in questo caso, non deve sottostare all’obbligo di partenariato, ma si può candidare autonomamente) è l’aggiudicazione di un “contratto di appalto pubblico” tra il proponente e la Commissione Ue.
Sia gli inviti che i bandi descrivono gli ambiti di lavoro finanziabili, i possibili soggetti richiedenti, nonché il budget disponibile. Nel testo dell’invito o del bando è indicato l’indirizzo internet nel quale si può trovare tutta la documentazione utile alla stesura della proposta.
Bisogna prestare molta attenzione alla data di scadenza sia degli inviti che dei bandi, poiché dal giorno della loro pubblicazione passano spesso pochi mesi (o settimane) per preparare un progetto o una proposta. I contributi vengono accordati sempre a fondo perduto e coprono percentuali che in media sono pari al 50-70% del costo del progetto; i massimali di finanziamento sono generalmente riportati negli inviti a presentare proposte.
La parte del budget non coperta dal sostegno Ue deve, quindi, necessariamente essere cofinanziata dai partner del progetto stesso.