Vantaggi tangibili nella gestione amministrativa
pL’istituto del gruppo Iva produce tre potenziali impatti positivi sulle imprese, l’uno attinente il piano amministrativo, gli altri due concernenti il piano finanziario della gestione. Sul versante amministrativo, il fatto che le imprese del gruppo perdano la propria soggettività passiva - da cui consegue la non applicazione dell’imposta nei rapporti infragruppo - porta ad alleggerire il ciclo di fatturazione dalla gestione contabile di questi rapporti. Lo stesso accade per gli obblighi dichiarativi, espletati dalla capogruppo per conto dell’intero gruppo, sgravando i membri dalle relative incombenze periodiche e annuali.
Il vero vantaggio, però, è fruibile dagli operatori esenti, ossia coloro che per via dello svolgimento di un’attività esente non hanno diritto a detrarre l’Iva sugli acquisti. Questi operatori possono trarre benefici di carattere finanziario che solo il gruppo Iva può assicurare. Per gli operatori esenti - quali banche, assicurazioni e imprese immobiliari - l’Iva indetraibile è un costo che va a gravare sul prezzo finale dei beni e servizi forniti ovvero, nel caso in cui il peso dell’Iva non possa essere totalmente traslato sul prezzo, incide sui profitti. Mediante il gruppo Iva questo effetto dell’indetraibilità è totalmente eliminato nei rapporti infragruppo, mentre può essere limitato nei rapporti fra gruppo e terzi fornitori. Ciò accade quando sono parte del gruppo sia soggetti esenti che non esenti, di modo che il prorata di detraibilità del gruppo, nel suo insieme, è superiore al prorata dei singoli operatori esenti.
Il gruppo Iva consente di ottenere un ulteriore vantaggio d’ordine finanziario. Attraverso il gruppo Iva gli operatori che ne sono parte eliminano l’anticipo dell’Iva sugli acquisti effettuati presso gli altri membri del gruppo. Infatti, poiché l’Iva non grava su tali scambi interni, il destinatario di un acquisto infragruppo non è tenuto a prefinanziare l’imposta al proprio fornitore, così ottenendo un vantaggio in termini di cash flow. Tuttavia, quanto l’adozione del gruppo Iva possa essere giustificata solo da tale vantaggio dipende dalla velocità con cui l’Erario è in grado di soddisfare le richieste di rimborso degli operatori a credito e dalla entità della posizione netta in termini di credito Iva dei singoli operatori del gruppo. Se l’entità di tale credito è tollerabile e/o il sistema è efficiente e il rimborso dell’Iva a credito da parte dell’Erario avviene in tempi ragionevoli, l’adozione del gruppo Iva potrebbe risultare una misura eccessiva rispetto al reale beneficio ottenibile.
Nel sistema nazionale, peraltro, la posizione degli operatori strutturalmente a credito Iva (quali gli esportatori) può essere già adeguatamente gestita attraverso l’istituto del consolidato Iva, che rappresenta una modalità “iper-accelerata” di rimborso delle eccedenze creditorie maturate dai membri del consolidato (si veda la risoluzione 4/Dpf del 14 febbraio 2008).
Per gli operatori a credito Iva, pertanto, l’aspetto potenzialmente gestibile attraverso il gruppo Iva non è l’indetraibilità dell’Iva sugli acquisti ma è limitato alla sola gestione dell’eccesso di Iva a credito dovuto alla realizzazione di operazioni senza addebito dell’Iva. In questo caso, il ricorso al consolidato Iva può essere una soluzione adeguata e sufficiente. Infatti, il nuovo istituto del gruppo Iva è complementare e non sostitutivo rispetto al consolidato Iva.