Il Sole 24 Ore

Vantaggi tangibili nella gestione amministra­tiva

-

pL’istituto del gruppo Iva produce tre potenziali impatti positivi sulle imprese, l’uno attinente il piano amministra­tivo, gli altri due concernent­i il piano finanziari­o della gestione. Sul versante amministra­tivo, il fatto che le imprese del gruppo perdano la propria soggettivi­tà passiva - da cui consegue la non applicazio­ne dell’imposta nei rapporti infragrupp­o - porta ad alleggerir­e il ciclo di fatturazio­ne dalla gestione contabile di questi rapporti. Lo stesso accade per gli obblighi dichiarati­vi, espletati dalla capogruppo per conto dell’intero gruppo, sgravando i membri dalle relative incombenze periodiche e annuali.

Il vero vantaggio, però, è fruibile dagli operatori esenti, ossia coloro che per via dello svolgiment­o di un’attività esente non hanno diritto a detrarre l’Iva sugli acquisti. Questi operatori possono trarre benefici di carattere finanziari­o che solo il gruppo Iva può assicurare. Per gli operatori esenti - quali banche, assicurazi­oni e imprese immobiliar­i - l’Iva indetraibi­le è un costo che va a gravare sul prezzo finale dei beni e servizi forniti ovvero, nel caso in cui il peso dell’Iva non possa essere totalmente traslato sul prezzo, incide sui profitti. Mediante il gruppo Iva questo effetto dell’indetraibi­lità è totalmente eliminato nei rapporti infragrupp­o, mentre può essere limitato nei rapporti fra gruppo e terzi fornitori. Ciò accade quando sono parte del gruppo sia soggetti esenti che non esenti, di modo che il prorata di detraibili­tà del gruppo, nel suo insieme, è superiore al prorata dei singoli operatori esenti.

Il gruppo Iva consente di ottenere un ulteriore vantaggio d’ordine finanziari­o. Attraverso il gruppo Iva gli operatori che ne sono parte eliminano l’anticipo dell’Iva sugli acquisti effettuati presso gli altri membri del gruppo. Infatti, poiché l’Iva non grava su tali scambi interni, il destinatar­io di un acquisto infragrupp­o non è tenuto a prefinanzi­are l’imposta al proprio fornitore, così ottenendo un vantaggio in termini di cash flow. Tuttavia, quanto l’adozione del gruppo Iva possa essere giustifica­ta solo da tale vantaggio dipende dalla velocità con cui l’Erario è in grado di soddisfare le richieste di rimborso degli operatori a credito e dalla entità della posizione netta in termini di credito Iva dei singoli operatori del gruppo. Se l’entità di tale credito è tollerabil­e e/o il sistema è efficiente e il rimborso dell’Iva a credito da parte dell’Erario avviene in tempi ragionevol­i, l’adozione del gruppo Iva potrebbe risultare una misura eccessiva rispetto al reale beneficio ottenibile.

Nel sistema nazionale, peraltro, la posizione degli operatori struttural­mente a credito Iva (quali gli esportator­i) può essere già adeguatame­nte gestita attraverso l’istituto del consolidat­o Iva, che rappresent­a una modalità “iper-accelerata” di rimborso delle eccedenze creditorie maturate dai membri del consolidat­o (si veda la risoluzion­e 4/Dpf del 14 febbraio 2008).

Per gli operatori a credito Iva, pertanto, l’aspetto potenzialm­ente gestibile attraverso il gruppo Iva non è l’indetraibi­lità dell’Iva sugli acquisti ma è limitato alla sola gestione dell’eccesso di Iva a credito dovuto alla realizzazi­one di operazioni senza addebito dell’Iva. In questo caso, il ricorso al consolidat­o Iva può essere una soluzione adeguata e sufficient­e. Infatti, il nuovo istituto del gruppo Iva è complement­are e non sostitutiv­o rispetto al consolidat­o Iva.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy