Perché vacilla la «Trump Tower» di Mosca
La Trump Tower che il neopresidente americano sognava di costruire a Mosca già vacilla: forse non esisterà mai. Molto prima del previsto, la bufera scoppiata attorno a Michael Flynn minaccia di gelare l’aspettativa di un avvicinamento tra Donald Trump e Vladimir Putin, tra Casa Bianca e Cremlino: se c’è un tallone d’Achille che potrà rovinare Trump, passerà per la Russia.
«Questo è solo il primo atto - twittava ieri Aleksej Pushkov, membro della Camera alta del Parlamento russo -. Il prossimo bersaglio sarà lo stesso Trump». Accanto a lui, giornali e politici russi hanno denunciato a gran voce la «caccia alle streghe» che ha rovinato Flynn, la «paranoia» e l’«isteria anti-russa» che si scatena ogni volta che qualcuno - come il consigliere per la sicurezza nazionale rimasto in carica meno di un mese - cerca il dialogo con Mosca. Accusati di aver interferito nelle elezioni americane per favorire Trump, entrando nei server e diffondendo “fake news”, i russi rispondono con la stessa moneta, attaccando la «disinformazione» della stampa americana.
E già l’atmosfera si raffredda. «La Russia ha PRESO la Crimea sotto l’amministrazione Obama - ha scritto ieri Trump -. Obama è stato troppo morbido con i russi?». Dal Cremlino gli fanno sapere che lo status della penisola annessa nel 2014 non è oggetto di discussione. Mentre Vjaceslav Volodin,speaker alla Duma,ricorda a Trump le promesse fatte in campagna elettorale, invitandolo a riallacciare i legami con Mosca. Se lo farà, «tutto andrà bene».
E in caso contrario? Forse non è una coincidenza se - così scrive il New York Times - i russi hanno spostato in una base operativa un nuovo missile cruise che, secondo gli Usa, viola il Trattato Inf che dal 1987 mette al bando i missili a medio raggio basati a terra. Anche in questo caso Dmitrij Peskov, portavoce di Putin, ha smentito che ci siano state violazioni, mentre il ministero della Difesa respingeva l’accusa che jet russi si siano avvicinati troppo a una nave da guerra americana, in navigazione nel Mar Nero.
Non tutti, però, vedono nelle dimissioni di Flynn la fine dell’atteso “reset” tra Mosca e Washington. Secondo Cliff Kupchan, presidente di Eurasia Group, «nell’amministrazione (americana) il sostegno per un disgelo con la Russia corre più profondo di Flynn». A cominciare proprio da Trump, non da ieri ammiratore di Putin: «Il “reset” con la Russia - scrive Kupchan - è una delle questioni portanti per Trump, è molto improbabile che evapori».
Di certo, il disgelo non avrà la strada facile. Per il Cremlino del resto potrebbe rivelarsi una carta vincente anche aver scommesso su Trump, per poi vedere gli Stati Uniti infilarsi nel caos. Nel frattempo, secondo una ricostruzione rilanciata il mese scorso da Newsweek in base a informazioni fornite dai servizi di intelligence europei, la Russia avrebbe organizzato anche in Europa - in Olanda, Estonia, Germania, Gran Bretagna - operazioni di spionaggio informatico e interferenze elettorali simili al caso Trump. L’ultimo a farne le spese è Emmanuel Macron, candidato indipendente alle presidenziali francesi di primavera. Finito, secondo il responsabile della sua campagna Richard Ferrand, nel mirino di migliaia di tentativi di hacking provenienti dalla Russia. Secondo nei sondaggi alle spalle di Marine Le Pen, Macron ha visto spuntare illazioni sulla propria vita privata proprio mentre la sua popolarità iniziava a crescere. Ferrand punta il dito contro i due strumenti di informazione in lingua inglese vicini al Cremlino, l’agenzia Sputnik e la tv Russia Today. Che, per combinazione, ha appena annunciato il rafforzamento del proprio sito in francese, e il lancio di un canale francese per fine anno.
Nell’intelligence europea cresce sempre più la preoccupazione che dalla Russia partano altri tentativi di influenzare il voto in Francia, oltre che le elezioni in Germania e Olanda. Ma una preoccupazione particolare pesa sulla Nato che, come afferma la portavoce Oana Lungescu, «registra un aumento significativo di propaganda e disinformazione» originate dalla Russia. Questo, secondo Newsweek, potrebbe essere il vero obiettivo di Putin: «Per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale - scrive il giornale - i Paesi dell’Europa occidentale temono che l’America di Trump possa innescare eventi che mettano a rischio la loro sicurezza nazionale, danneggiando irreparabilmente le alleanze che hanno tenuto il continente al sicuro per decenni».