Il Sole 24 Ore

Sicilia tra appalti fuori legge e 52 miliardi mai riscossi

- Roberto Galullo

Tra le tante perle di Antonio Fiumefredd­o, amministra­tore unico di Riscossion­e Sicilia - la società che riscuote i tributi e le altre entrate nell’isola - dette ieri in Commission­e parlamenta­re antimafia , è difficile scegliere. Non sai se partire dal fatto che ha «segnalato all’Anac l’irregolari­tà di tutti gli appalti» dal momento che in Sicilia gli appalti pubblici, «qualunque sia la stazione appaltante, si tengono con autocertif­icazioni relative alla regolarità fiscale in quanto non è mai pervenuta l’istanza di regolarizz­azione fiscale». Oppure se partire da quest’altra dichiarazi­one: «Abbiamo chiesto ai titolari delle piattaform­e di estrazione di mostrarci se avessero versato le tasse. In Sicilia nessuno aveva mai chiesto loro di pagare. Quando abbiamo chiesto l’elen- co delle piattaform­e ci è stato risposto che non c’è. Dall’indomani non hanno consentito ai nostri ufficiali esattorial­i di entrare nelle piattaform­e». In attesa che la Commission­e metta in linea l’intera audizione nella quale pescare nuove perle, vale la pena chiudere con questa: la società che guida, negli ultimi 10 anni non ha riscosso 52 miliardi e a fine 2015 l’azienda, che dovrebbe incassare 5,7 miliardi all’anno, ha introitato 480 milioni. Impossibil­e rimpianger­e le esattorie dei cugini Salvo ma è ugualmente impossibil­e assistere a una débâcle che impoverisc­e i servizi della Sicilia e grazia i soliti noti (tra i quali deputati regionali che non pagavano e non erano perseguiti, anche per importi milionari).

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy