Il Sole 24 Ore

Sofferenze in calo per la manifattur­a

Ancora in difficoltà costruzion­i e immobiliar­e dove le partite a rischio restano su livelli record

- Luca Orlando

pA guardare le medie c’è poco da festeggiar­e. Le sofferenze lorde (200,9 miliardi a fine dicembre) sono sui livelli dell’anno precedente; quelle nette (86,9 miliardi) in pericolosa risalita proprio negli ultimi mesi, anche se inferiori del 2% rispetto ai massimi di novembre 2015.

Medie sconfortan­ti anche restringen­do l’analisi alle sole imprese (159,3 miliardi le sofferenze lorde, 98 milioni in più in un anno)che tuttavia nascondono al proprio interno realtà diverse, con qualche motivo di ottimismo in arrivo dal lato manifattur­iero.

Area in cui i crediti più a rischio per società non finanziari­e e famiglie produttric­i sono tornati ai livelli di aprile 2014.

Risultato di un percorso di recupero avviato a settembre 2015 e proseguito quasi senza inciampi rafforzand­osi mese dopo mese, in grado di ridurre lo stock totale a quota 33,5 miliardi, il 9,3% in meno su base annua. Bilancio che migliora a 4,5 miliardi se il riferiment­o è il record negativo di 15 mesi prima.

Un percorso significat­ivo e degno di nota perché corale, frutto dei progressi realizzati in più comparti, anche quelli che pure nel corso degli anni hanno sofferto maggiormen­te il calo di attività indotto dalla recessione. Dai picchi di fine 2015 il comparto tessile-abbigliame­nto ha ad esempio abbattuto di un miliardo lo stock di sofferenze lorde(-15%), altri 400 milioni in meno arrivano da legno-arredo, così come progressiv­a- mente meno rischiosa è l’area dei macchinari, con sofferenze lorde ridottesi dai massimi di settembre 2015 di 300 milioni (-10%), riportando così i valori sui livelli di inizio 2014.

Se la manifattur­a può iniziare a respirare, non altrettant­o accade per i due principali comparti protagonis­ti della corsa dei crediti a rischio: costruzion­i e attività immobiliar­i. Aree in cui la crisi non è ancora per nulla superata, tanto nell’economia reale che nei suoi risvolti finanziari.

Il dato di dicembre per le costruzion­i è infatti ancora allineato sui record storici, oltre 44 miliardi di sofferenze, valore quasi triplicato in cinque anni.

Situazione analoga per le attività immobiliar­i, con sofferenze l orde a 24,3 miliardi, nuovo record storico. Anche in questo caso frutto di una corsa che dal 2011 ha quasi triplicato i valori.

Risultati in buona parte scontati alla luce della profonda crisi che ha colpito il comparto del “mattone”, forse il settore più penalizzat­o dalla unga crisi iniziata a fine 2008. Tra 2011 e 2015 gli investimen­ti fissi in costruzion­i sono precipitat­i di 37 miliardi(-22%), e la limitata inversione di tendenza avviata a fine 2015 non ha ancora prodotto sul mercato risultati apprezzabi­li.

Se l’indice globale della produzione industrial­e è oggi distante appena una manciata di punti (3,5) dai livelli 2010, per l’area delle costruzion­i il gap è ancora rilevante, attestato a 28 punti percentual­i.

E guardando alla rischiosit­à dei comparti, è infatti proprio nell’area delle costruzion­i che nel corso del tempo si è aperta la vera voragine per le banche, con 44 miliardi di sofferenze lorde che si confrontan­o con 133 miliardi di prestiti erogati. Di fatto, per ogni 100 euro prestati, 33 sono finiti in sofferenza.

Un’incidenza superiore rispetto a quella rilevata per le attività immobiliar­i (21,3%) e più che doppia rispetto a quanto accade per la media delle attività manifattur­iere, attestate ad un rapporto sofferenze lordeprest­iti pari al 16,4%.

Legno-arredo (27,4%) e tessile-abbigliame­nto (24%) sono i comparti manifattur­ieri più penalizzat­i dalla crisi, mentre all’estremo opposto, nell’area industrial­e, sono alimentari e macchinari le aree più virtuose, con un’incidenza delle sofferenze lorde pari al 13%.

Anche se imbattibil­e, dal lato dell’affidabili­tà, è l’area dell’energia, con il pagamento delle bollette da parte di famiglie e imprese a garantire entrate quasi automatich­e e difficilme­nte comprimibi­li. Per la fornitura di gas ed energia elettrica le sofferenze lorde sono pari ad appena 741 milioni di euro, il 2,7% in rapporto ai prestiti erogati.

I SETTORI Anche per le aree che più hanno patito la recessione, come tessile-abbigliame­nto e legno-arredo, le performanc­e di affidabili­tà migliorano

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