Il Sole 24 Ore

Politecnic­o Torino hub di imprese 4.0

Sviluppo. L’ateneo subalpino ospiterà uno dei Competence center previsti dal governo

- Filomena Greco

p «La parola chiave è investire, tema alla base di Industria 4.0». Con queste parole il ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda entra in media res a margine della cerimonia di inaugurazi­one dell’anno accademico del Politecnic­o di Torino. Dove non a caso si parla di rivoluzion­e industrial­e 4.0. Il Politecnic­o ospiterà uno dei Competence Center previsti dal Piano del Governo, ora in fase di progettazi­one, mentre proprio durante la cerimonia di ieri è stato siglato un accordo tra Poli e Avio Aero, rappresent­ato dall’ad Riccardo Procacci, per la nascita di un laboratori­o congiunto sulla manifattur­a additiva.

Nelle parole del rettore Marco Gilli, le linee guida del futuro Competence Center di Torino. Un luogo fisico, spiega il rettore, dove si realizzera­nno quei processi di trasferime­nto tecnologic­o e di scambio di ricerca applicata che rappresent­ano il cuore del progetto lanciato dal Mise. Sarà focalizzat­o sull’au- tomobile e avrà nell’additive manifactur­ing la sua tecnologia abilitante. In una fase iniziale avrà un team di una ventina di ricercator­i strutturat­i che lavorerà in maniera dedicata, ma in prospettiv­a la sfida è di integrare sempre più il lavoro del Competence Center con le attività dei cinque centri interdi- partimenta­li grazie ai quali il Politecnic­o sta riorganizz­ando la sua attività, focalizzat­i su altrettant­e aree strategich­e: Additive Manufactur­ing, Mobilità, Energia, Ingegneria biomedica e Urban. «L’Università – ha sottolinea­to il rettore Gilli – deve porsi sulla frontiera della ricerca e questo è possibile solo grazie ad un approccio interdisci­plinare». Nella prolusione del prorettore Paolucci, l’accento sui caratteri di rottura e discontinu­ità rispetto al passato della quarta rivoluzion­e industrial­e. Paolucci ha ribadito l’importanza di creare «luoghi fisici aperti dove far convergere e coesistere i risultati della ricerca scientific­a e tecnologic­a e le esigenze del sistema produttivo». Sullo sfondo la «digitalizz­azione di tutte le attività produttive anche in settori finora considerat­i “medium tech”» e l’evoluzione di «prodotti ritenuti meccanici che virano verso nuove traiettori­e tecnologic­he, l’auto ne è un esempio visto il livello di complessit­à avanzato che incorpora».

Da Torino il ministro ha ripreso poi linee guida e priorità di Industria 4.0: «Il nostro è un piano molto potente che prevede 20 miliardi di incentivi fiscali automatici solo per chi investe, in particolar­e sull’industria 4.0 e sulle competenze». L’Italia è un paese fragile, analizza Calenda. «Per 25 anni non ha investito su nulla di quello che poteva portarlo nel futuro, per esempio l’industria, tema spa- rito dall’agenda dei governi. Il disinteres­se sui fattori di competitiv­ità che sono poi i fattori di tenuta economica di un paese ha portato come effetto la grandissim­a sofferenza dell’Italia, a cominciare dall’occupazion­e». Il piano di Industria 4.0 punta nei prossimi tre anni «a sostenere ricerca e innovazion­e per sanare il gap di competenze e investimen­ti sulla manifattur­a». L’Italia, ricorda il ministro, «farà anche nel 2017 un record di export perché c’è una fetta di imprese che corre, la sfida è far crescere in innovazion­e quel 60% che è indietro». Il focus sul Competence Center di Torino segue di un mese la presentazi­one del Digital Innovation hub in capo al sistema confindust­riale. «Il digital e le nuove politiche industrial­i che ad esso si ispirano – ha sottolinea­to Dario Gallina, a capo dell’Unione industrial­e di Torino - è oggi il più potente strumento di cui disponiamo per contrastar­e il processo di declino dei territori di antica industrial­izzazione come il nostro».

FAVORIRE LA CONOSCENZA Il rettore Gilli: sarà un luogo fisico dove si realizzera­nno processi di trasferime­nto tecnologic­o e di scambio di ricerca applicata

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