Baban: zone franche nelle aree del terremoto
p Individuare strumenti per intervenire con urgenza, a partire dalle zone franche urbane; affrontare il problema dei danni indiretti per le imprese, causati dal ridimensionamento dell’attività produttiva e della domanda locale. Non solo: ampliare il cratere sismico, vista la maggiore rilevanza dell’area colpita. E rafforzare la capacità amministrativa di tutti gli uffici pubblici coinvolti, in particolare l’operatività degli uffici speciali per la ricostruzione, che rappresentano il front office per cittadini e imprese.
Sono alcuni temi sollevati da Alberto Baban, presidente della Piccola industria e vice presidente di Confindustria, durante l’audizione di ieri in Senato, presso la Commissione Industria, commercio e turismo, dedicata al terremoto avvenuto nel centro Italia e alle sue conseguenze sulle imprese e sul sistema produttivo. Un’iniziativa che Confindustria, come ha detto Baban, ha apprezzato perché rappresenta l’occasione di conoscere meglio le difficoltà economiche dell’area colpita dal sisma e individuare modalità e risorse per sostenere le imprese.
«Occorre una rapida riflessione per definire un’azione effi- cace specificamente dedicata al sistema produttivo e alle imprese, rendendo disponibili strumenti in grado di intervenire con urgenza sulle criticità e impostare interventi a breve, medio e lungo termine per il rilancio economico e territoriale», ha detto Baban ha dato attuazione al Pge, il Progetto gestione emergenze, siglando lo scorso dicembre un protocollo con la Protezione civile nazionale. Il progetto, nato su iniziativa della Piccola Industria, ha coordinato e stimolato le attività di solidarietà e donazioni provenienti da tutto il sistema Confindustria proprio in occasione del sisma che ha colpito l’Italia Centrale.
Tra gli interventi che Confindustria ritiene necessari c’è appunto l’ampliamento del cosiddetto cratere sismico e la disciplina dei danni indiretti. In particolare nel turismo, ha detto Baban, questa tipologia di danni sta assumendo «dimensioni rilevanti e tutt’altro che transitorie». Manca anche un’adeguata informazione: luoghi come Assisi o Gubbio non interessate al terremoto hanno avuto un crollo delle presenze turistiche. Occorrerebbe una «pianificazione di rilancio del settore e degli investimenti».
Inoltre andrebbe fatta una «seria riflessione sull’opportunità di istituire zone franche urbane», e, per attrarre investimenti, anche l’opportunità di «zone economiche speciali e forme di credito d’imposta per le pmi». Altro argomento sottolineato da Baban davanti ai senatori l’accelerazione e la semplificazione delle procedure di ricostruzione e di riparazione; è indispensabile la conclusione del censimento dei danni, anche rafforzando il numero dei tecnici. Bisogna anche evitare conflitti di competenze e sovrapposizioni tra le numerose amministrazioni coinvolte nell’attività di ricostruzione e rafforzare la capacità amministrativa di tutti gli uffici pubblici coinvolti, in particolare quella degli uffici pubblici speciali che dovrebbero essere il punto unico di contatto tra Pa e imprese non solo per i danni ma anche per accedere a misure di rilancio degli investimenti.
I TEMI Secondo le imprese, è necessario ampliare il cratere sismico e affrontare l’emergenza turismo, che non sarà transitoria