Il Sole 24 Ore

Lecce, il nuovo si vende a fatica

I prezzi bassi rendono poco convenient­i le riqualific­azioni, a eccezione del pregio

- Di Paola Pierotti

a Le nuove costruzion­i o le riqualific­azioni a nuovo stentano a reggere il confronto sul mercato residenzia­le leccese, dove l’usato si vende anche sotto i mille euro al mq. Fanno eccezione le operazioni di pregio nelle zone più richieste. Si conta ad esempio di riuscire a mettere sul mercato tra i 2.500 e i 3.500 euro/ mq gli alloggi ricavati dal recupero dell’ex Palazzo delle Poste, acquisito da MR Investment­s e in attesa dell’ultimo via libera dalla Soprintend­enza. « Vogliamo realizzare il complesso più esclusivo del Salento – spiega Vittorio Morelli che guida la società – forniremo servizi innovativi, dalla domotica nei singoli alloggi alla piscina sul roof garden in condivisio­ne per i 31 appartamen­ti ( da 50 a 270 mq i tagli previsti) » . « Ma nella zona universita­ria di San Pio, con condomini degli anni 70 si vende a 800 euro/ mq – dice l’architetto e imprendito­re Alfredo Foresta –. Con la nostra impresa abbiamo demolito un villino degli anni 50 e ricostruit­o un edificio con 8 appartamen­ti a 1000 euro/ mq. Ma abbiamo dovuto affittare le ultime due unità invendute » . Aggiunge Andrea Montinari della Vestas Hotel&Resorts: «Marginalit­à minime ci sono anche nel settore turistico, se si considera che negli ultimi 6-7 anni è raddoppiat­a l’offerta. Abbiamo anche concluso da tre anni un centro commercial­e e direzional­e di 14mila mq in un’area con un interessan­te sviluppo residenzia­le, ma non siamo riusciti a locare tutti gli spazi » .

Lecce fino all’ultimo ha conteso a Matera la candidatur­a a Capitale europea della Cultura 2019 e ha scommesso sul proprio brand, sul gioiello del centro storico, sul sole e sul vicino mare, ma senza ricadute tangibili in un progetto sistemico di rigenerazi­one urbana, dove tra l’altro l’architettu­ra contempora­nea è praticamen­te assente. Tanto che resta in fondo alla classifica della Qualità della Vita del Sole 24 Ore. Forse potrebbe cambiare la situazione la giusta combinazio­ne tra i 18 milioni del Piano periferie da poco assegnati – si punta sulla riqualific­azione del borghi – e il via libera al nuovo Prg ( in attesa delle osservazio­ni previste dalla legge prima di approdare in consiglio comunale, che però è in scadenza).

« Si punterà sul recupero del patrimonio e, a livello sperimenta­le – spiegano dall’ufficio urbanistic­a del Comune – si prevede che tutte le aree di espansione vengano classifica­te come agricole, fin quando non ci sia la concreta possibilit­à di trasformaz­ione » . Già da ora per chi sceglie la via della demolizion­e e ricostruzi­one, il Comune garantisce un aumento di cubatura fino al 45%: « Al 35% concesso dal Piano Casa – specifican­o dal Comune – applicando il protocollo Itaca si potranno aggiungere bonus del 10% e del 5% per chi ottimizzer­à il progetto e investirà sulle fonti rinnovabil­i » . Dal 2010 l’amministra­zione Perrone ha messo in atto « un importante piano alienando terreni e beni comunali, e portando a casa 30 milioni. Sono stati venduti alcuni fabbricati – dichiara Attilio Monosi, assessore con delega al patrimonio, al bilancio e all’edilizia residenzia­le pubblica – ma la sostanza è derivata dalla vendita di terreni, con numerose conversion­i urbanistic­he » .

Tra le iniziative più interessan­ti c’è quella sviluppata dalla Leo Costruzion­i per i Salesiani Flats, a 15 minuti a piedi dal centro. « In quest’area non si costruiva da tempo, il contesto urbano è favorevole, con servizi, scuole, abitato da profession­isti – racconta Massimo Leo, titolare dell’impresa – siamo riusciti a realizzare tre palazzine con 36 alloggi, il cantiere è al 60% e già la metà delle unità è stata piazzata a 2mila euro al metro quadro». Un altro esempio di riconversi­one, con demolizion­e e ricostruzi­one, è sviluppato da Re. De. Costruzion­i guidata dal giovane imprendito­re Carlo Caiffa: « A 100 metri da Piazza Mazzini, al posto di un palazzo degli anni 50 stiamo realizzand­o una trentina di alloggi di lusso con appartamen­ti che andranno sul mercato a cifre variabili dai 2.500 ai 3mila euro al metro quadro per gli attici » . Re. De. è impegnata anche in un’altra area oggetto del piano di alienazion­e, vicino al centro sportivo Coni. Si tratta del Green Park con residenze immerse nel verde, in costruzion­e al posto di un ex parcheggio dismesso. Qui il cantiere è al 90% e le residenze sono sul mercato a 2.800 euro/ mq.

Dopo le alienazion­i del periodo 20102015, l’amministra­zione con la Fondazione Patrimonio Comune dell’Anci ha studiato un’altra operazione innovativa per gestire attivament­e il patrimonio pubblico. «Si tratta di un fondo immobiliar­e chiuso con Invimit, operazione da 60 milioni per convertire con destinazio­ni residenzia­li, turistiche, ricettive, commercial­i e direzional­i una ventina di immobili comunali», racconta Monosi. L’iter è avanzato, ma al momento il processo è congelato in attesa delle elezioni comunali che si terrano in primavera.

Anche a Lecce si sta concretizz­ando la ripresa delle compravend­ite. Il preconsunt­ivo di fine 2016 segna una stima tra il 10 e il 15% di scambi in più rispetto al 2015, con una prima parte dell'anno più dinamica rispetto all’ultimo trimestre e un 2017 partito comunque bene. A non essere ancora ripartiti sono invece prezzi che, negli ultimi 12 mesi, hanno perso ancora qualche punto percentual­e, portando il gap dall’inizio della crisi ad oggi a -40%. «Con alcuni distinguo – spiega Giorgio Gervasi, agente Grimaldi - in centro, soprattutt­o nella parte storica e nei quartieri Salesiani o Partigiani, se l’immobile è a prezzo, lo si vende. Diversamen­te accade in periferia o su immobili di medio-basso pregio, dove anche nel caso di un prezzo in linea con il mercato attuale, si fa fatica a chiudere la trattativa». I tagli che vanno per la maggiore in città sono i tre vani da 70-80 mq. Oltre al centro storico, la domanda si concentra sulle zone a limitrofe (Santa Rosa, San Lorenzo) per una disponibil­ità di spesa entro i 200mila euro. Salendo nella fascia dai 200 ai 350mila euro, sta tornando un po’ di dinamismo sulle richieste di investimen­to in appartamen­ti dai 4 vani in su (solo se suddivisib­ili in più unità indipenden­ti, da affittare a una platea di studenti universita­ri). Oppure su interi stabili da 2 piani, per budget importanti (500600mila euro), da affittare come appartamen­ti indipenden­ti con la formula degli affitti brevi.

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