Il Sole 24 Ore

Quel passaggio di mano del più grande operatore di «non performing» in Italia

- Di Carlo Festa

Il più grande operatore in Italia nel mercato degli Npl bancari cambia padrone e diventa giapponese, ma per Fortress e sue attività di compravend­ita delle sofferenze bancarie nel nostro Paese cambia poco. La gestione e la prima linea managerial­e continuera­nno a operare in autonomia.

Almeno così recitano le comunicazi­oni successive all’acquisizio­ne del gigante del risparmio gestito Usa (con masse gestite per 70 miliardi di dollari) da parte dei giapponesi di Softbank. Il ruolo pur piccolo, rispetto alla dimensione globale delle masse gestite nel mondo, di Fortress in Italia è però rilevante nel mercato difficile delle sofferenze bancarie. Qui Fortress si è ritagliato un ruolo da primo attore. La società Usa ha prima acquisito tre anni fa le attività di business di UniCredit (la ex-Uccmb, il veicolo di gestione dei non performing loan di casa Unicredit) che oggi operano come Dobank.

A quel tempo Uccmb era stato valutata 550 milioni: dei quali 300 milioni per la piattaform­a di gestione e 250 milioni per i 2,4 miliardi di non performing loan lasciati in dote da UniCredit assieme a circa 700 dipendenti. Ma DoBank, nel corso dell'ultimo anno, ha avuto un'ulteriore trasformaz­ione. Ha infatti rilevato il 100% di Italfondia­rio, già controllat­o da Fortress e sempre attivo nella gestione dei crediti deteriorat­i.

L'operazione ha portato alla creazione del più grande gruppo indipenden­te nazionale dedicato alla gestione e al recupero di non performing loan (con oltre 83 miliardi gestiti in portafogli­o e circa 200 milioni di fatturato), anche se le due piattaform­e sono restate distinte fra loro. Lo scorso anno DoBank e Italfondia­rio, secondo la classifica stilata da PwC sui dati 2016, erano rispettiva­mente, i numeri uno e due per asset in gestione in Italia. E ora Dobank è attesa entro l’anno alla quotazione.

La più grande operazione come volumi che vede impegnata Fortress con Pimco è proprio la cessione dei 17,7 miliardi di Npl messa in cantiere da UniCredit. Poi ci si attende, dopo il fallimento dell’intervento privato e l’ingresso dello Stato nel capitale, l’altro grande intervento che deve liberare 27 miliardi di crediti malati dai bilanci di Mps. Il mercato degli Npl è rimasto in stallo per anni. L’anno scorso c’è stata un’accelerazi­one significat­iva, data la necessità di molte banche in crisi di liberarsi diparte dei loro crediti deteriorat­i e ora ci si attende per il 2017 un’ulteriore spinta con un mercato che dovrebbe vedere realizzars­i, secondo le stime di Pwc, operazioni per un controvalo­re di 50 miliardi.

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