Dalla Bce entro giugno le regole definitive per gestire i deteriorati
pSarà pubblicata entro giugno la guida finale della Bce sulla gestione dei crediti non performing. Rivolta alle banche europee, la guida rappresenta una delle novità più attese dagli istituti italiani, alla prese con un fardello di oltre 86 miliardi di sofferenze nette.
La pubblicazione della guidance finale arriva a valle di un lungo processo che ha visto prima la diffusione di una bozza sul tema nei mesi scorsi, e poi l’apertura di un ampia consultazione. Ora dunque siamo alle battute finali sul documento, che - con tutta probabilità - farà parte integrante delle prassi ispettive future della Vigilanza unica, nonchè degli schemi operativi ai fini degllo Srep.
A dare qualche indicazione in più sul contenuto finale delle linee guida è stata ieri Sharon Donnery, numero uno del task force Bce sulla gestione degli Npl in Europea nonchè vice governatore della Banca d’Irlanda. In una newsletter distribuita ieri dall’Ssm, Donnery ha chiarito anzitutto che la guidance in via di preparazione, pur non avendo natura vincolante, rimane una cornice a cui le banche dovranno attenersi «pienamente», in rapporto alla «dimensione» e alla «severità» del problema degli Npl che le banche devono affrontare. Francoforte ribadisce come le banche debbano gestire il nodo dei crediti non performing «molto più proattivamente». E dovranno spiegare «ogni deviazione» dalla guidance comunicata alla Vigilanza: in caso di mancato rispetto, ha ribadito Donnery, potranno scattare misure di vigilanza. Che, tradotto in soldoni, significa che le banche potranno essere soggette a «misure addizionali» che saranno valutate caso per caso.
Bce sembra insomma percorrere sempre più convintamente una doppia strada, che prevede regole comuni per tutte le banche europee, ma la cui applicazione dovrà seguire il principio di proporzionalità. In altre parole, il livello di pervasività a cui le banche saranno soggette sarà «differente» e varierà in rapporto alla «dimensione del problema degli Npl».
La questione del trattamento e della gestione degli Npl è stata peraltro al centro del Comitato esecutivo dell’Abi tenutosi ieri a Milano. Tanti i temi trattati dai banchieri italiani (assente il ceo di UniCredit Jean Pierre Mustier, impegnato sul fronte del- l’aumento di capitale), dove ha parlato Fabio Panetta, membro italiano del Supervisory Board dell’Ssm. Panetta ha invitato le banche italiane a un approccio più proattivo nella gestione degli Npl, implementando al meglio il set di strumenti che la legislazione ha recentemente messo a disposizione, a partire dal Patto marciano. Al centro del dialogo anche la valutazione corretta dei crediti deteriorati: gli istituti italiani chiedono, e su questo c’è piena condivisione di intenti con Bankitalia, che venga considerato il valore netto, e non lordo, dei crediti deteriorati, a fronte degli accantonamenti effettuati. Un dettaglio questo che, lamentano i banchieri, spesso è volutamente trascurato dagli investitori specializzati in Npl, che puntano a massimizzare l’efficienza degldegli acquisti.