Un filo da non spezzare
Lo sciopero dei dottori commercialisti è stato fermato sul filo di lana. Con il decreto legge Milleproroghe sono stati apportati alcuni dei correttivi chiesti da mesi dai professionisti, dalla periodicità delle comunicazioni Iva all’abolizione di adempimenti defatiganti ma inutili, come l’elenco dei beni ai soci.
Vanno riconosciute al vice ministro dell’Economia Luigi Casero la volontà e la determinazione nel portare a buon fine un dialogo che era partito in salita, con i professionisti disillusi dalle tante promesse passate e non mantenute dal legislatore. Casero, nel confronto, è stato sostenuto dal direttore dell’Agenzia, Rossella Orlandi.
Va riconosciuto ai sindacati di categoria di aver operato in modo unitario e di essere riusciti, nell’intercettare il malessere della base dei professionisti, di aver definito una piattaforma di rivendicazioni coerente, fatta di richieste fattibili.
A questo punto occorre non sprecare il filo del dialogo che si è iniziato a intrecciare: il legislatore deve non tradire la fiducia dei professionisti.
Non si tratta di cedere a una lobby, ma di far tesoro – attraverso il confronto – delle competenze tecniche dei professionisti che possono aiutare il legislatore a scrivere meglio un passaggio tecnico di una legge, nella chiarezza dei ruoli e degli interessi.
Va infine sottolineato come, pur in una fase di transizione, il Consiglio nazionale dei commercialisti sia riuscito a evitare l’esasperazione dei toni e a rivestire un ruolo di mediazione, nella consapevolezza che, in caso contrario, a rimetterci sarebbe stata la categoria, ma soprattutto si sarebbero perse le radici dell’affidamento nei confronti dell’amministrazione.