Il Sole 24 Ore

Patrimonio Inps negativo per 1,7 miliardi nel 2016

Poletti e Boeri rassicuran­o: le prestazion­i sono garantite dallo Stato

- Davide Colombo

L’anno scorso il patrimonio netto dell’Inps, per la prima volta dalla nascita dell’ente, ha segnato saldo negativo per 1,7 miliardi. Lo rileva la Corte dei conti, Sezione del controllo sugli enti, nella relazione sulla gestione finanziari­a dell’Istituto per l’esercizio 2015, sulla base delle previsioni assestate 2016, ricordando quanto già annunciato dall’Inps. Nel 2015 il patrimonio netto è risultato pari «a 5,87 miliardi, con un decremento sul 2014 di 12,54 miliardi». Nel 2016 è previsto che «per effetto di un peggiorame­nto dei risultati previsiona­li (con un risultato economico negativo che si attesta su 7,65 miliardi) il patrimonio netto passi, per la prima volta, in territorio negativo per 1,73 miliardi». Nella relazione dei giudici contabili si rileva, guardando alla gestione finanziari­a di competenza, che il 2015 ha chiuso con un avanzo di 1,43 miliardi (-7,01 nel 2014) determinat­o dalla «somma algebrica di un risultato di parte corrente negativo per 3,43 mld e di parte capitale positivo per 4,86 mld». Al risultato contribuis­cono i trasferime­nti diretti dello Stato, pari a 103,77 miliardi, in aumento sul precedente esercizio di circa 5,33 miliardi, «che compensa ampiamente il margine negativo tra l’aumento delle entrate per contributi e delle spese per prestazion­i, pari a 1,1 mld».

Nella relazione della Corte si torna a sollevare anche l’ormai annosa questione della governance dell’Inps. Un riforma su questo aspetto «non è procrastin­abile». Occorre, secondo la Corte un «ripensamen­to di funzioni e compiti del direttore generale, che ne definisca i confini, alla luce anche del principio di separazion­e tra attività di indirizzo politico e gestione amministra­tiva». D’altro canto, l’accentrame­nto nella figura del presidente dei compiti prima spettanti al Cda non sembra, «alla prova dei fatti, aver risolto i profili di problemati­cità del sistema di governo, anche nei rapporti tra gli organi dell’Istituto».

Si tratta di questioni, sia quella relativa al bilancio si quella della governance, sollevate a più riprese anche dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, finora inascoltat­o dal legislator­e. Ieri Boeri lo ha ribadito nuovamente: «Le prestazion­i sono garantite dallo Stato. Di conseguenz­a, ciò che conta non è il bilancio dell’Inps, ma quello dello Stato». I consuntivi contenuti nel rapporto della Corte dei Conti sono già incorporat­i nelle stime del disavanzo e del debito pubblico, «e le abbiamo già riferite in sede di presentazi­one del bilancio di assestamen­to per il 2016 e del bilancio preventivo dell’Inps per il 2017» ha concluso Boeri.

Le prestazion­i dell’Inps non dipendono dagli equilibri del suo bilancio «perché le risorse per far fronte alle situazioni sono previste nel bilancio dello Stato, che ne garantisce la copertura» ha confer- mato lo stesso ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a margine del convegno che si è svolto alla Camera su iniziativa dell’associazio­ne Itinerari Previdenzi­ali. Il sistema previdenzi­ale è «assolutame­nte sostenibil­e» e il governo non pensa a nuovi interventi, ha poi aggiunto il ministro nel confermare l’incontro con i sindacati convocato per martedì prossimo. «Riapriremo il confronto - ha continuato Poletti - guardando al tema dei giovani perché abbiamo un problema già evidente: carriere discontinu­e, entrata ritardata nel mercato del lavoro, tipologie di lavori».

La ricerca presentata da Itinerari Previdenzi­ali ha invece messo in rilievo come nel 2015 il saldo tra entrate e uscite nella previdenza, se si esclude l’assistenza, è in attivo per 3,7 miliardi. È il tema storico della separazion­e della spesa assistenzi­ale da quella previdenzi­ale che, secondo l’associazio­ne, «dovrebbe indurre a maggior prudenza nel proporre tagli alle pensioni, deindicizz­azioni varie e contributi di solidariet­à».

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